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Il multilevel dell’editoria

Creato il 27 maggio 2014 da Beltane64 @IrmaPanovaMaino

Il multilevel dell’editoriaCome ti costruisco la piramide

Partiamo da una precisazione, o meglio da una spiegazione, dal momento che non è affatto scontato che molti di voi sappiano che cos’è un sistema multilevel.

Dicasi multilevel quel sistema, utilizzato prevalentemente nel marketing, che ha lo scopo di consentire a chiunque di diventare distributore e di creare, a sua volta, un’ulteriore rete distributiva. Tale procedimento riconduce a una forma di vendita piramidale in cui, solitamente, guadagnano solo quelli che stanno ai vertici, più ci si avvicina alla base e più il reclutamento, necessario per ottenere un proprio bacino di introito, diventa difficoltoso e le prospettive economiche si riducono. Questo perché le percentuali convergono verso l’alto dando, a chi si trova in cima, il corrispettivo risultante da tutti quelli che stanno sotto di lui, sommando tutti i vari livelli.

Ebbene, come si arriva all’editoria con questo procedimento? Ovvero in che modo il sistema piramidale può essere applicato al mondo editoriale?

La questione si svela nel momento stesso in cui prendiamo come esempio un classico piccolo/medio editore che, spacciandosi per non EAP, pone la questione della franchigia nel contratto stipulato fra lui e l’autore. La franchigia è quel minimo sotto il quale l’autore non riceverà mai il proprio guadagno, ovvero è quel limite oltre al quale, a patto che si superi, l’autore potrà finalmente vedere un ricavo dalle vendite del proprio libro.

Se poniamo che la franchigia si aggiri intorno ai 200 euro e che la percentuale sui diritti d’autore arrivi a un 5%, quanti libri dovrà vendere l’autore per poter incassare? Il giochino matematico è piuttosto semplice, sapendo che magari il libro viene posto al pubblico al prezzo di 12 euro. Facciamo due conti.

Il 5% di 12 è 0,6, quindi per arrivare alla soglia dei fatidici 200 euro bisogna vendere almeno 333 copie del proprio libro…
Se nel corso di una presentazione se ne vendono in media una quindicina, per arrivare ai 333 bisogna organizzare almeno una ventina di eventi.
In sostanza:

Al di sotto dei 200 euro è solo l’editore a guadagnarci, al di sopra l’autore prende una miseria, chiaro il concetto?

Quindi, tutti gli editori che pubblicano più di 3-4 libri in un mese, o sono talmente tanto grossi da potersi permettere schiere di lettori, editori e altri impiegati in grado di smaltire una simile mole di lavoro, oppure sono solo tipografi che campano sulle spalle di chiunque capiti sotto le loro grinfie. Inoltre, dal momento che la trasparenza viene vissuta spesso come un optional, se l’autore non riceve un resoconto accurato e a scadenza mensile delle proprie vendite, in che modo può valutare quante copie sono state realmente acquistate dal pubblico? Senza contare il fatto che, spesso, le presentazioni costano e le spese vanno a carico dell’autore e non dell’editore. Diventa ovvio desumere che il miglior modo per poter avere un’idea, più o meno precisa, dei libri venduti, sia quello di acquistarli e venderli personalmente, mandando a farsi benedire il concetto del non EAP.

Il sistema piramidale entra in gioco proprio nel momento stesso in cui è l’autore a doversi procurare la propria sotto rete di vendita, dal momento che il primo anello di questa catena è lui. E la rete si costituisce con amici, parenti e conoscenti, numeri che a un editore di questo genere non possono non fare gola. Quindi, se andando a curiosare in un profilo su facebook, io editore, vedo il tale autore che detiene 3000 contatti, posso calcolare che almeno un 10% di questi siano disposti a comprare il libro della mia vittima, non è difficile dedurre che l’autore X, a quel punto, potrebbe avere anche scritto la più grossa vaccata del mondo che verrebbe pubblicato ugualmente.

Ecco dunque che si svelano gli arcani su come alcuni editori scelgono gli autori, pescandoli direttamente sui social network, ma non per la qualità degli scritti, ma solo per la quantità degli iscritti.

E una vocale, in questo caso, fa un’enorme differenza!


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