Parlare di musei in questi giorni non è facile. Dopo quanto è successo a Tunisi una (piccola) buona notizia che ha per protagonista un’istituzione museale italiana non abituata a stare in prima pagina, può passare inosservata.
Eppure, rimanere attoniti davanti alla Cronaca, quella con la “C” tragicamente maiuscola, che coinvolge il patrimonio culturale mondiale è uno stato d’animo da cui velocemente fuggire.
Per questo motivo, proprio oggi che prende avvio la seconda di Museum Week, ho deciso di occuparmi di una novità che riguarda il Museo civico di Belluno, la prima realtà culturale veneta a usufruire di una piattaforma digitale, l’applicazione IZI.travel, in grado di creare gratuitamente dei tour guidati e metterli a disposizione dei visitatori. Il Museo, pur impegnato nel trasferimento in una nuova sede, ha intrapreso un’azione di comunicazione che punta a innovare la propria identità traghettando la propria storia nel futuro.
Come? Innanzitutto facendo dialogare patrimonio e nuove tecnologie, come ci spiegano il curatore del museo, Denis Ton, e Francesco Giusto, il consulente di comunicazione che opera come Digital Champion in provincia e che ha affiancato, in qualità di volontario, il museo nella messa a punto di questo progetto pilota.
Dott. Denis Ton, partiamo dal rapporto che lega un museo e il suo territorio: per il Museo civico di Belluno questo rapporto su cosa si fonda?
Per una città come Belluno, la cui vocazione turistica è in via di definizione e che non conosce costanti afflussi di turismo culturale, la comprensione del territorio e delle sue aspettative è fondamentale. L’associazione esclusiva turismo-musei si basa su un equivoco di fondo, che cioè i musei siano pensati soltanto come grande calamite per visitatori singoli, con un immediato ritorno economico sulla città.
La sfida sta invece nel cercare di costruire un rapporto quotidiano con i cittadini, nel pensare il museo come uno spazio condiviso dalla città, nel quale tornare, vivere una socialità, poter far ruotare numerose attività connesse con la cultura e l’apprendimento.
Una sfida sotto tanti punti di vista impegnativa…
Nei musei anglosassoni questa è la normalità. Più difficile affermare questo modello in Italia, dove pure molte realtà si stanno muovendo in questa direzione.
Al momento, l’edificio che ospita il Museo civico di Belluno, il Palazzo dei Giuristi, non consente uno sviluppo in tale direzione, ma il trasferimento previsto nei prossimi mesi in Palazzo Fulcis, il più importante edificio settecentesco della città, permetterà di ripensare completamente il rapporto con il territorio, anche nei termini fondamentali di una didattica per gli adulti e le scuole.
Perché avete deciso di avvalervi di un’app e quali sono le prospettive per il futuro?
Gli apparati didattici del nostro museo scontavano una impostazione datata, ma l’approssimarsi del trasferimento non permetteva di fare nuovi investimenti. Questo ci ha convinto a puntare su uno strumento come l’applicazione IZI.travel, attraverso la quale puntiamo a raggiungere vari obiettivi: innanzitutto fornire indicazione in più ai visitatori, sia italiani sia stranieri; porre le basi per un coinvolgimento del pubblico più giovane; e infine sperimentare uno strumento che sarà possibile migliorare e articolare maggiormente per il nuovo museo.
Inoltre, se ne avremo la possibilità, uno sviluppo ulteriore potrebbe essere dotare i visitatori di tablet, e magari creare un sistema di rilevatori di NFC o iBeacon.
E adesso passiamo la parola a Francesco Giusto: può descriverci in dettaglio il progetto?
Il Museo civico di Belluno è attualmente impegnato nella messa a punto di una strategia di comunicazione digitale sostenibile e di lungo periodo; un’azione che s’inserisce all’interno di un percorso complessivo di digitalizzazione degli apparati didattici. L’obiettivo prioritario è quello di ottimizzare le attività istituzionali legate alla conservazione, alla tutela e alla promozione della collezione museale.
L’app IZI.travel consente a chiunque di creare gratuitamente dei tour guidati nei musei e nelle città, fruibili poi sul proprio smartphone anche offline. Uno strumento che ha permesso al Museo civico di Belluno di pubblicare sulla sua piattaforma dei file audio che guidano il turista al momento della visita, e di caricare immagini e video relativi alle collezioni usando un semplice sistema di gestione di contenuti, fornito appunto dall’applicazione.
E per i visitatori questa innovazione cosa comporta?
Il pubblico può usare l’app online o scaricare il tour utilizzando QRcode presenti in museo, disponendo dei contenuti (testuali, audio e video) sia in italiano sia in inglese. Questo dà la possibilità ai visitatori di usare degli strumenti innovativi e gratuiti che permettono la condivisione della propria esperienza al museo con amici e conoscenti. Un’opportunità per l’istituzione culturale, che potrà così attrarre nuovi visitatori e dotarsi di un nuovo canale didattico e informativo.Elemento centrale del progetto è l’attività di storytelling: su cosa vi siete concentrati in questo caso?
Abbiamo cercato di raccontare il museo nella sua totalità, anche perché parliamo di una collezione di piccole dimensioni sebbene l’orizzonte temporale spazi dalla Preistoria al Novecento. Di certo l’uso dell’app vuole portare il visitatore a creare e condividere un racconto del proprio viaggio culturale non solo nel nostro museo, ma anche in città e in tutta la provincia di Belluno, nota per avere un ampio numero di musei tematici molto interessanti.
In merito a questo, l’app in futuro potrà diventare un utile strumento non solo per fare rete fra istituzioni culturali provinciali, ma anche come luogo virtuale – e poi fisico – dove far incontrare domanda e offerta e in cui il tessuto sociale, quello turistico e quello imprenditoriale possano dialogare efficacemente e offrire un servizio ancora migliore per chi intende investire il proprio denaro nel nostro territorio.
Ci descrive il team che ha collaborato al progetto?
In totale, per la realizzazione del progetto sono state coinvolte cinque risorse provenienti dal mondo della scuola e dell’università – quelle che hanno selezionato i contenuti scientifici e scritti i testi – e della comunicazione e del web, che invece hanno vagliato le piattaforme adatte, hanno promosso l’iniziativa sui social media intercettando e dialogando con le community che si occupano di cultura e innovazione digitale e hanno sensibilizzato – e continuano a farlo – le istituzioni e le imprese.
Cosa significa per un Digital Champion occuparsi d’innovazione nel settore culturale?
Compito di ogni Digital Champion è informare e sensibilizzare su quale sia la vera innovazione, sia nel settore pubblico sia in quello privato. Fare ciò in ambito culturale è più difficile, soprattutto se i nostri interlocutori sono piccole realtà che non hanno le stesse possibilità di grandi musei statali.Il mio impegno attualmente è quello di interpretare le necessità del mondo culturale e cercare delle soluzioni sostenibili sul piano dei costi e dei tempi. L’audioguida realizzata per il Museo civico di Belluno è un progetto pilota suscettibile di ampliamenti e integrazioni, ma molto utile per capire interessi, esigenze e modalità di utilizzo dei visitatori, in vista degli apparati didattici destinati alla nuova sede del museo in Palazzo Fulcis.
Un work in progress decisamente da seguire… Buon lavoro Museo civico di Belluno!
p.s. Pensando alla proposta del ministro Franceschini di istituire una forza delle Nazioni Unite dedicata alla tutela dei siti patrimonio culturale dell’umanità, in risposta agli attacchi terroristici, mi viene da pensare che forse questa nuova generazione di caschi blu potrebbe avere tra le sue fila i tanti appassionati storyteller museali 2.0 che la rivoluzione digitale ci sta regalando! Pensiamoci…