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Il museo del violino è un’opera che divide e non unisce. Il consiglio comunale si spacca sullo statuto, approvato a forza dalla maggioranza

Creato il 11 marzo 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

La danza macabra del museo del violino è suonata con strumenti stridenti dal centrodestra, che ha imposto uno statuto fra mille discussioni senza convincere le opposizioni che pure ha fatto di tutto per partecipare e condividere, dopo aver ripetuto migliaia di volte che detto museo è un’opera preziosa per la città. La volontà di andare d’accordo, di partecipare, lavorare insieme, ha cozzato contro lo scoglio della solita dipendenza del centrodestra dalle forze esterne che gli impediscono di amministrare liberamente. Il centrodestra è solo un portavoce di scelte che forse subisce pure. così la spaccatura prosegue. Il museo del violino viene scagliato con violenza in mezzo ai programmi del comune e alle attività culturali esistenti in una città che non sa bene come farlo proprio e inserirlo nel contesto della vita culturale, oltre che del turismo. Una sconfitta paurosa della democrazia, non certo della “partitocrazia”. Per non aggiungere la solita protesta: siamo in recessione e qualcuno (Giovanni Arvedi) spende milioni di euro per un museo. Si ricorda che tutta la ricchezza è frutto di lavoro: in teoria dovrebbe circolare a beneficio di tutti. come questo possa accadere a cremona non si capisce. Segue il resoconto del consiglio comunale nella sua gelida schiettezza.

 

Esame per la convalida delle condizioni di eleggibilità e di compatibilità alla carica di consigliere comunale di Roberto Poli in sostituzione del consigliere comunale Gian Carlo Corada, dimissionario.

A seguito delle dimissioni rassegnate dal consigliere Gian Carlo Corada, si è reso necessario procedere alla surroga dello stesso con altro candidato appartenente alla stessa lista del consigliere dimissionario ovvero Partito Democratico. Verificato il verbale dell’Ufficio Elettorale Centrale relativo alla lista avente il contrassegno Partito Democratico, lista di appartenenza del dimissionario, tra i non eletti segue nell’ordine, Roberto Poli che, interpellato, ha accettato la carica e che, allo stato degli atti, consta non trovarsi nelle condizioni di ineleggibilità e/o incompatibilità previste dalla legge, il Consiglio Comunale ha deciso di procedere alla convalida a consigliere comunale di Roberto Poli, in sostituzione del dimissionario Gian Carlo Corada. Dopo tale decisione il nuovo consigliere ha fatto il suo ingresso in aula prendendo posto tra i banchi della minoranza.

Atto di indirizzo circa la modifica e integrazione dello Statuto della Fondazione Antonio Stradivari Cremona – La Triennale e provvedimenti conseguenti.

La delibera è stata presentata dal sindaco Oreste Perri:

Abbiamo oggi la possibilità, svolgendo il nostro ruolo istituzionale, di porre una pietra miliare per lo sviluppo della nostra città. Ci sono momenti nella vita delle istituzioni destinati a lasciare un segno nella storia: credo che quello di oggi sia uno di questi, sia sul piano istituzionale che su quello culturale e politico in generale. Discutiamo l’approvazione delle linee fondamentali che regoleranno la vita dell’organismo deputato a gestire il Museo del Violino intitolato ad Antonio Stradivari.

Come ogni tappa fondamentale di sviluppo e di innovazione di una comunità, mi rendo conto che l’argomento può essere oggetto di opinioni diverse, ma arriva il momento della sintesi e della decisione; il momento in cui il pensiero di tutti può, e a mio parere, deve, convergere sulla sostanza dei fatti: abbiamo una realtà qualificata, unica nel suo genere, deputata a rappresentare nel mondo la storia presente e passata della liuteria, quindi la storia di Cremona: il Museo del Violino, dunque, è un successo di tutti. Ed è un esempio della valida ed efficace collaborazione tra pubblico e privato.

 

Alcune premesse

 

Le linee programmatiche di mandato elaborate nel 2009, in occasione delle elezioni amministrative, prevedevano i lavori di riqualificazione del Palazzo dell’Arte e dell’area circostante di piazza Marconi, per creare un Museo del Violino in grado di riunire le collezioni presenti sul territorio, oltre che per valorizzare le risorse esistenti in ambito liutario. L’opera acquisisce oggi maggior importanza e peso, se relazionata al recente riconoscimento della tradizione liuteria cremonese nel patrimonio culturale immateriale UNESCO.

Più precisamente, il Programma n. 5 – Cultura e Istruzione – si articolava, fra l’altro, in due significativi interventi: “

1)   creare un Museo del violino o della liuteria cremonese che riunisca le collezioni presenti sul territorio e valorizzi, mettendole in rete, le risorse in ambito liutario esistenti sul territorio

2)   realizzare una sala per musica (auditorium) che risponda a moderni criteri architettonici ed acustici”.

 

La Giunta comunale, nell’intento di dare attuazione a tali indirizzi, già con provvedimento n. 208 del 31 agosto 2009, approvava in linea tecnica il progetto di recupero e riqualificazione del Palazzo dell’Arte a fini espositivi (1° lotto), avendo come principale obiettivo – cito la delibera – “rappresentare l’eccellenza cremonese nel campo della liuteria, riunendo le collezioni presenti sul territorio in un contesto polifunzionale e multimediale, idoneo a generare un positivo ed elevato impatto sulla promozione dello sviluppo culturale, scientifico, ambientale, educativo, economico e sociale locale”.

 

Verificata l’impossibilità per l’ente locale (il Comune) di farsi totalmente carico dell’ingente investimento, con nota del 10 dicembre 2009 il presidente della Fondazione Arvedi Buschini, Giovanni Arvedi, manifestava la disponibilità della stessa Fondazione “a farsi carico dell’onere derivante dalla ristrutturazione di Palazzo dell’Arte” per collocarvi il costituendo Museo del Violino e attività collaterali. Tale impegno veniva formalizzato in apposito atto unilaterale che sanciva l’obbligo di eseguire la “ristrutturazione del Palazzo dell’Arte … a sue esclusive spese, in attuazione di progetti predisposti da tecnici incaricati dalla Fondazione e chesaranno successivamente approvati dal Comune di Cremona”.

La donazione delle opere ultimate veniva condizionata alla circostanza che il Comune si obbligasse a destinare il Palazzo dell’Arte medesimo a sede della esistente ‘Fondazione A. Stradivari’ di Cremona, del Museo del Violino, della collezione di strumenti del Comune e della collezione di liuteria contemporanea già dell’Ente Triennale Internazionale degli strumenti ad arco.

La Giunta nei mesi successivi  (gennaio 2010) approvava i relativi progetti dei lavori, oggi  terminati, per cui è prevista nelle prossime settimane la riconsegna del Palazzo recuperato al Comune di Cremona da parte della Fondazione Arvedi  Buschini.

 

Mi corre l’obbligo di citare esplicitamente la Fondazione Arvedi Buschini ed, in particolare il suo presidente Givanni Arvedi, non solo per lo straordinario slancio di mecenatismo indirizzato alla riqualificazione del Palazzo dell’Arte e della piazza Marconi, ma perché quello stesso dinamismo si è spinto altresì a garantire le fasi di avvio della gestione.

 

Si tenga inoltre in alta considerazione anche il fatto che l’opera in oggetto rappresenta un incremento del valore immobiliare del patrimonio del Comune, quale elemento tra gli altri determinanti nella configurazione della governance del soggetto gestore.

Fondamentale è stato l’apporto del Comitato Scientifico, costituito dalla Giunta nel luglio 2010, che ha condotto un approfondito esame  del contesto e delle connesse problematiche, rassegnando la relazione finale dei lavori un anno fa, seguita da successivi ulteriori approfondimenti tematici e settoriali; in pratica il Comitato scientifico ha accompagnato, giorno per giorno, le fasi di nascita e crescita del Museo.

L’individuazione delle diverse opzioni gestionali riferibili al “comparto Museo del Violino” è stata dunque costantemente supportata dai dovuti momenti di approfondimento tecnico – giuridico e di continuo confronto con la Fondazione Arvedi Buschini ed il suo presidente, fase che ha visto gli uffici comunali direttamente ed attivamente coinvolti, in particolare nelle figure (che ringrazio) del direttore generale Massimo Placchi, del capo di Gabinetto Walter Montini, della dottoressa Ivana Iotta e del dr. Mariano Venturini, indi, nella fase dei successivi passaggi istituzionali, del Segretario Generale Pasquale Criscuolo.

Oggi il percorso intrapreso taglia un traguardo importante ed i signori consiglieri sono chiamati ad esprimersi sulla veste formale attribuita al soggetto che gestirà il nuovo importantissimo polo culturale che si snoda tra il comparto museale, il padiglione espositivo e lo splendido Auditorium che la Giunta ha deciso di intitolare a Giovanni Arvedi.

 

Vi è da dire che relativamente alle diverse scelte possibili in merito all’approccio gestionale e alla governance complessiva dell’operazione, con i relativi elementi di ordine tecnico, giuridico, organizzativo, scientifico ed economico-finanziario, una volta passate in rassegna anche alcune esperienze già in atto presso diverse realtà culturali, aveva preso corpo l’orientamento della costituzione, da parte del Comune di Cremona e della Fondazione Arvedi Buschini, di una nuova Fondazione deputata a programmare, coordinare e gestire il complesso delle attività riferibili al comparto “Museo del Violino”, secondo lo schema della cosiddetta “Fondazione di partecipazione”.

A partire da luglio 2012 sono sopravvenute nuove disposizioni di legge, a tutti note come “spending review”, che vietano ai Comuni, nell’ambito delle funzioni attribuite agli enti locali, di costituire nuovi organismi. Non rimaneva altra strada da percorrere se non  utilizzare lo strumento di una Fondazione già esistente, della quale il Comune di Cremona già facesse parte e che avesse come oggetto sociale finalità in qualche modo conciliabili con le attività di gestione del Palazzo dell’Arte e di conservazione e promozione del patrimonio liutario. Il soggetto giuridico che meglio corrispondeva e soddisfaceva queste esigenze era la Fondazione esistente Antonio Stradivari.

A questo punto abbiamo dovuto procedere alla revisione dello Statuto di questa Fondazione per allinearlo alle nuove esigenze e doverosamente tenere conto del ruolo storico, e recente, dei soci fondatori.

 

A seguito di un lungo percorso di condivisione con gli altri soci, del quale siete stati di volta in volta messi a conoscenza sia in Consiglio comunale nel corso dell’esame di alcune interrogazioni, sia in Commissione Cultura, sia attraverso la corrispondenza intercorsa con alcuni consiglieri e nei tre sopralluoghi organizzati nel corso dei lavori di ristrutturazione del Palazzo,  il consiglio di amministrazione e l’assemblea della Fondazione Stradivari in data 18 febbraio hanno approvato in via preliminare una bozza di Statuto, recependo sin dall’origine alcune osservazioni pervenute da alcuni assessori e consiglieri comunali.

Oggi la proposta di revisione statutaria è posta all’esame e all’approvazione del Consiglio Comunale, dopo essere stata esaminata e approvata, con alcune modifiche, dalla competente commissione consiliare il 27 febbraio e il 1° marzo.

Una volta approvato dal Consiglio comunale, e dagli altri soci della Fondazione Stradivari nella stessa identica forma,  nei prossimi giorni l’assemblea della Fondazione approverà il nuovo Statuto e si procederà quindi alla nomina dei nuovi organi.

 

Sintesi dello statuto del Museo del Violino

 

Lo statuto che modifica la esistente “Fondazione Antonio Stradivari- La Triennale”, trasformandola in Fondazione Museo del Violino (MdV) Antonio Stradivari – si sviluppa sulle linee e sui contenuti tradizionali di una normale Fondazione, (cito ad esempio quella del Teatro A. Ponchielli). E’ una persona giuridica di diritto privato (senza fini di lucro, in piena autonomia statutaria e gestionale, disciplinata dalle norme dello statuto).

 

L’art. 2 indica chiaramente le finalità della Fondazione che riguardano la conservazione, promozione e sviluppo dell’immagine e delle attività della liuteria cremonese, anche attraverso il coordinamento dei soggetti che operano e hanno interesse in ambito liutario.

Viene ribadito il collegamento con il sistema museale della città di Cremona, anche attraverso un spazio dedicato al “museo diffuso”, ovvero a una serie di tappe legate alla storia e all’attualità della tradizione liuteria cremonese situate in altrettanti punti della città che intensificheranno l’interesse del visitatore verso il contesto esteso in cui si inserisce il museo.

 

L’art. 3 specifica come la Fondazione intende gestire e valorizzare il MdV nelle sue tre componenti: la parte museale vera e propria, l’auditorium e il padiglione espositivo.

Per il perseguimento dei propri scopi, la Fondazione può svolgere una serie di iniziative amministrative e di carattere scientifico e culturale per il perseguimento delle finalità istituzionali: organizzare iniziative musicali e artistiche, tradizionalmente legate agli strumenti ad arco od altri strumenti di costruzione artigianale riconducibili alla liuteria, quindi, recuperando, ampliando e  rafforzando l’oggetto sociale originario della Fondazione Triennale; oltre che incentivare la ricerca in ambito liutaio e musicale e promuovere ricerche di settore inerente la liuteria.

 

Sono soci fondatori gli attuali ‘storici’ soci della Fondazione Stradivari (Comune di Cremona, Provincia di Cremona, Camera di Commercio, Fondazione Stauffer, Banco Popolare e la società LAFIN S.p.A.)  ai quali si è aggiunta, il 18 febbraio scorso, la Fondazione Arvedi-Buschini.

La Fondazione può accogliere l’ingresso di altri soggetti, pubblici o privati, italiani o stranieri, persona fisica o ente, purché rispondano ad alcune caratteristiche  previste dall’art. 4 e concorrano al patrimonio, alla vita della Fondazione e alla realizzazione dei suoi scopi, attraverso un contributo finanziario triennale che verrà determinato dal Consiglio Generale della Fondazione. Ogni socio ha due suoi rappresentanti nel Consiglio Generale.

 

Assumono la qualifica di Soci sostenitori (art. 5): i soggetti pubblici o privati, italiani o stranieri, persone fisiche o enti, che si impegnano a contribuire alle attività della Fondazione con un importo stabilito annualmente dal Consiglio Generale, per almeno un biennio.

E’ prevista una Consulta dei Sostenitori con compiti consultivi e propositivi (articoli 27 – 28 e 29), composta da tutti i sostenitori in regola con i versamenti dei contributi stabiliti dal Consiglio Generale. Si riunisce una volta all’anno.

 

Parliamo subito del Consiglio Generale (art.13). E’ l’organo di indirizzo della Fondazione (le funzioni sono analoghe a quelle di un Consiglio Comunale, se si vuole fare un parallelo).

E’ composto

-   da due membri indicati dal Comune di Cremona, il Sindaco + uno

-   due membri indicati dalla Fondazione Arvedi-Buschini

-   due membri per ciascuno degli altri Fondatori

-   un membro nominato dalla Consulta dei soci sostenitori.

 

L’art. 15  elenca le competenze e le funzioni del Consiglio Generale. Si citano, ad esempio: l’approvazione di regolamenti e dei bilanci della Fondazione, la definizione dell’ammontare annuo del contributo minimo per ottenere la qualifica di Fondatore e Sostenitore, l’elezione del  vice presidente, la nomina del Collegio dei revisori, stabilendone gli emolumenti.

 

L’art 10 enuncia le norme di ineleggibilità e decadenza dei membri degli organi della Fondazione, vale a dire

del Presidente e del Vice presidente, del Consiglio Generale, del Consiglio di Amministrazione, del Collegio dei Revisori e della Consulta dei sostenitori.

 

Accanto alle norme previste dal Codice Civile (pene di reclusione, misure di prevenzione, condanne definitive, colpe gravi, delitti, ecc…) non possono far parte degli organi della Fondazione (art. 10 punto 2.):

a)   i membri degli organi di governo della Repubblica Italiana, o di Regioni, Province, Comuni ed altri enti territoriali comunque denominati;

b)   i membri della Camera dei Deputati, del Senato, di Consigli o Assemblee Regionali, di Consiglio Provinciali o Comunali, o di analoghi organi di altri enti territoriali;

c)   le persone che abbiano incarichi, elettivi o non elettivi, di contenuto politico e/o posizioni direttive in una formazione politica.

Il verificarsi di una qualsiasi delle circostanze indicate, comporterà la decadenza della carica. Il comma 4 dice espressamente che “Quanto previsto dall’articolo 10, ai commi 1, 2 e 3, non si applica al Sindaco del Comune di Cremona”.

 

Il Presidente della Fondazione è il Sindaco del Comune di Cremona. L’art. 11 prevede anche la possibilità di avere un Presidente Onorario, nominato dal Consiglio di Amministrazione alla unanimità; il Presidente onorario potrà partecipare al Consiglio di amministrazione con funzione consultiva e senza diritto di voto.

 

E’ prevista anche la figura del vice presidente (art.12), eletto dal Consiglio generale tra i membri facenti parte del Consiglio di Amministrazione (CdA).

 

 

L’art. 18 stabilisce che il Consiglio di amministrazione è l’organo di gestione e amministrazione della Fondazione. E’ composto da 5 membri:

1)   il Sindaco del Comune di Cremona –membro di diritto  (Presidente)

2)   il membro designato dal Sindaco nel Consiglio generale – membro di diritto

3)   uno dei due membri designati dalla Fondazione Arvedi Buschini nel Consiglio Generale – membro di diritto

4)   due membri nominati dal Consiglio Generale tra i rappresentanti dei Fondatori nello stesso Consiglio Generale.

Le competenze e le funzioni del CdA sono definiti nell’art.20. Cito ad esempio:

  • stabilire l’organigramma della Fondazione, Direttore Generale e responsabili operativi,
  • l’organizzazione e personale
  • la proposta di bilancio preventivo annuale
  • amministrare il patrimonio della Fondazione
  • programmare le attività culturali e artistiche della Fondazione.

 

Vorrei segnalare l’assetto di governance che emerge dalla composizione e dalla distribuzione delle competenze nell’ambito dei vari organi e che vede un ruolo sicuramente non marginale attribuito all’Ente locale.

Sottolineo, per esempio, che ai sensi dell’art. 21 dello statuto, il Consiglio di Amministrazione “è validamente costituito con la presenza della maggioranza dei suoi componenti in carica, purché in tale maggioranza siano compresi almeno due dei membri di diritto, e delibera con il voto favorevole della maggioranza dei presenti. In caso di parità, ove presente alla riunione, prevale il voto del Presidente”; analoga attenzione è prestata per l’approvazione degli atti fondamentali da parte del Consiglio Generale (art. 16). Tale configurazione consente di assicurare il necessario controllo sulle finalità di interesse pubblico perseguite e garantire ai Fondatori un ruolo attivo adeguato agli apporti ed ai conferimenti assegnati.

 

Il Collegio dei Revisori è l’organo di controllo della Fondazione (tre membri effettivi e due supplenti), nominato dal Consiglio Generale.

 

Tutte le cariche di consigliere sono a titolo gratuito, tranne i Revisori dei Conti.

 

In conclusione voglio innanzitutto ringraziare tutti i componenti della Commissione Cultura per l’apporto fornito nel corso delle sedute per l’esame e l’approfondimento delle questioni legate allo Statuto.

Gli interventi fatti sull’argomento sono stati senz’altro utili ed hanno stimolato, nell’ottica di una partecipazione costruttiva, ulteriori riflessioni da parte mia e da parte degli altri attuali Soci della Fondazione Stradivari, ai quali ho puntualmente comunicato le proposte che emergevano dalla discussione; ritengo che siano state date, nel complesso, esaurienti risposte alle richieste formulate.

Nella stessa misura ritengo che siano state fornite oggettive e riscontrabili motivazioni in merito all’accelerazione della procedura, dovuta non ad una precisa e precostituita volontà, ma a circostanze, prevalentemente di carattere giuridico, che hanno reso necessario intraprendere un percorso diverso rispetto a quello inizialmente programmato, come già vi ho detto.

 

Ci troviamo, ora, di fronte alla necessità di consentire da subito la piena entrata a regime della gestione del nuovo Museo del Violino. Non possiamo permetterci di attendere oltre, visto che i lavori di ristrutturazione del Palazzo dell’Arte sono ormai terminati e che lo stesso dovrà essere aperto al pubblico nel più breve tempo possibile.

 

A ciò si aggiunga la necessità di partire celermente con la programmazione di tutte le relative attività e, come potete ben sapere, questi tipi di programmazione vanno effettuati sempre con largo anticipo rispetto agli eventi che si intendono realizzare. Non possiamo consentire che il Palazzo dell’Arte, una struttura unica al mondo, per la peculiarità dei suoi contenuti e della sua offerta, rimanga inattiva anche un solo giorno in più, rispetto allo stretto necessario. Ritengo che l’operazione, così come concepita, costituisca il meglio che si poteva realizzare nell’interesse della Città, coniugando gli aspetti giuridici con quelli sostanziali.

Occorre che tutta la città ora  senta il Museo come suo, come una risorsa propria e collabori con il massimo di energia possibile – attraverso il lavoro di tutte le istituzioni culturali che operano in città perché funzioni al meglio. Il Museo del Violino non ha una etichetta politica o partitica: è della città e il suo successo dipende solo dalle sinergie che si potranno creare attorno alla struttura che il presidente Arvedi ha donato alla comunità cremonese.

 

Ritengo che le disposizioni contenute nello Statuto che la Giunta sottopone all’attenzione del Consiglio Comunale, tutelino in maniera adeguata il Comune di Cremona e il patrimonio della città. I soci dell’attuale Fondazione Stradivari sono o Enti Pubblici o altre importanti realtà del nostro territorio, e ciò va letto come ulteriore elemento di garanzia.

Nella Fondazione Stradivari è entrato un nuovo Socio, la Fondazione Arvedi Buschini, che ringrazo sempre anche a nome della città per il contributo che sinora ha dato al territorio, in particolare in questa fattispecie, per le ingenti risorse che ha messo a disposizione nella ristrutturazione del Palazzo dell’Arte e per la sistemazione in parte della superficie di piazza Marconi, credendo nel nostro progetto.

La stessa Fondazione Arvedi Buschini, come detto, si è impegnata a garantire le risorse necessarie a consentire la fase iniziale della gestione della nuova struttura museale.

Sulla base di quanto fino ad ora illustrato, auspico fortemente che l’argomento sottoposto all’attenzione  del Consiglio Comunale possa riscontrare un voto favorevole.

 

Do’ lettura della delibera che la Giunta sottopone all’esame e approvazione del Consiglio Comunale:

 

Esprime i seguenti indirizzi:

 

1   -   manifestare parere favorevole alla modifica e integrazione dello Statuto della Fondazione Antonio Stradivari Cremona – La Triennale, che assumerà la denominazione “Fondazione Museo Del Violino Antonio Stradivari Cremona”,  approvato in via preliminare dall’Assemblea della Fondazione nella seduta del 18 febbraio 2013;

 

2   -   dare atto che il Comune di Cremona mantiene la qualifica di Fondatore ai sensi dell’art. 4 del sopraindicato statuto e che il Sindaco del Comune di Cremona assumerà la presidenza della Fondazione una volta rese esecutive le modiche statutarie in argomento;

 

3   -   concedere in uso gratuito alla “Fondazione Museo del Violino Antonio Stradivari – Cremona” l’immobile di proprietà comunale denominato “Palazzo dell’Arte”, quale sede museale, espositiva, auditorium, dando atto che i competenti organi provvederanno a definire gli atti necessari;

 

4   -   concedere in uso, altresì, gratuitamente alla stessa Fondazione, i beni liutari ora facenti parte della Collezione “Gli Archi di Palazzo Comunale” e del Museo Stradivariano, fatta salva l’acquisizione delle autorizzazioni previste per legge, al fine di allestire nei locali previsti il nuovo spazio museale dedicato al violino e alla liuteria;

 

5   –   prevedere lo stanziamento di un unico contributo alla “Fondazione Museo del Violino Antonio Stradivari – Cremona” per € 30.000,00 (trentamila) indirizzato al soddisfacimento delle finalità di cui all’articolo 2 dello Statuto della Fondazione medesima, con particolare riferimento alla conservazione, fruizione, promozione e valorizzazione delle collezioni storiche di beni liutari appartenenti al Comune di Cremona e concessi alla Fondazione come previsto al precedente punto 4)

L’erogazione del contributo dovrà essere commisurata all’attività esercitata, da verificarsi annualmente sulla base degli atti programmatori e del bilancio consuntivo.

Il Comune di Cremona non potrà in alcun modo accollarsi l’onere di ripianare eventuali perdite gestionali della Fondazione.

Prevedere, inoltre, nel prossimo bilancio di previsione pluriennale 2013 – 2015, in corso di formazione, compatibilmente con gli equilibri di bilancio che si determineranno, la possibilità di innalzare lo stanziamento dell’unico contributo alla Fondazione sino ad un massimo di € 300.000,00 (trecentomila),  comprensivo degli oneri assicurativi a carico del Comune di Cremona;

 

6   –   demandare alla Giunta Comunale la definizione di specifiche indicazioni operative, coerenti con i contenuti del presente provvedimento, che dovranno essere recepite negli atti di affidamento in uso del Palazzo dell’Arte nonché delle collezioni storiche appartenenti al Comune di Cremona che verranno concesse in uso alla Fondazione, sulla base dei seguenti principi generali:

-   definizione di specifici atti concessori aventi ad oggetto beni mobili  e l’immobile di proprietà comunale, sulla base di idonei inventari, specificando durata (la durata dovrà essere pari ad anni quindici di volta in volta prorogabili), condizioni e modalità delle concessioni (in particolare, espressione indirizzi e controlli da parte del Comune, regime autorizzatorio, destinazioni d’uso – compatibili con i caratteri storico-artistici dell’immobile e tali da non recare pregiudizio alla sua conservazione né alla pubblica fruizione – accollo oneri manutentivi), relativa soggezione ai vincoli di legge in materia di patrimonio pubblico e beni culturali

-   definizione di criteri tecnico-scientifici e standard gestionali orientati alla migliore conservazione, fruizione, promozione e valorizzazione delle collezioni;

-   costruzione di sinergia con la realtà culturale e turistica del territorio ed in particolare con il Sistema Museale della città di Cremona, in termini sia di programmazione dell’attività museale ed espositiva che di integrazione informativa;

-   realizzazione finalità didattiche e di relazione con il mondo scolastico, da sempre interlocutore privilegiato dei Musei Civici;

 

tali indicazioni dovranno tenere conto della necessità di acquisire le debite autorizzazioni non solo da parte degli organi competenti per legge, ma anche da terzi proprietari di strumenti a qualunque titolo concessi alle collezioni civiche;

 

7   –   demandare alla Giunta Comunale la definizione di un testo convenzionale regolante i rapporti tra il Comune e la Fondazione anche in relazione ai beni alla stessa affidati;

 

8   –   integrare secondo i contenuti della presente deliberazione gli indirizzi espressi nella Relazione Previsionale e Programmatica 2013/2015 relativamente al Progetto 2 del Programma 5 “Cultura” in corso di formazione.

 

9   –   dare mandato al Sindaco di compiere tutti gli atti necessari all’esecuzione del presente provvedimento, in conformità alle norme statutarie della Fondazione e alle disposizioni di cui agli “Indirizzi generali per le nomine e le designazioni di competenza del Sindaco dei rappresentanti del Comune presso aziende, istituzioni, fondazioni ed enti “, con esclusivo riferimento a quelli indicati dall’art. 2 dettati in tema di incompatibilità e limiti alla nomina.

 

Motivazioni

Nell’ambito delle linee programmatiche di mandato 2009-2014 del Sindaco, il programma n. 5 Cultura e istruzione si articola fra l’altro in due significativi interventi:

creare un Museo del violino o della liuteria cremonese, che riunisca le collezioni presenti sul territorio e valorizzi, mettendole in rete, le risorse esistenti in ambito liutario

realizzare una sala per musica (Auditorium) che risponda a moderni criteri architettonici ed acustici

 

Il Palazzo dell’Arte, già sede in passato di una sezione dell’Istituto Liutario e del Legno nonché del Museo di Storia Naturale, a seguito del venir meno di tali funzioni, veniva interessato, con provvedimento della Giunta Comunale n. 208 del 31 agosto 2009 da un progetto di recupero e riqualificazione a fini espositivi con l’obiettivo di rappresentare l’eccellenza cremonese nel campo della liuteria, riunendo le collezioni presenti sul territorio in un contesto polifunzionale e multimediale, idoneo a generare un positivo ed elevato impatto sulla promozione dello sviluppo culturale, scientifico, ambientale, educativo, economico e sociale locale. In data 10 dicembre 2009, il cav. Giovanni Arvedi, Presidente della Fondazione Arvedi-Buschini, manifestava la disponibilità della stessa Fondazione a farsi carico dell’onere derivante dalla ristrutturazione di Palazzo dell’Arte per collocarvi un Museo del Violino e attività collaterali. Tale impegno veniva formalizzato in apposito atto unilaterale d’obbligo trasmesso dalla Fondazione in data 28 gennaio 2010 nel quale la proponente si obbligava ad eseguire la ristrutturazione del Palazzo dell’Arte a sue esclusive spese in attuazione dei progetti predisposti da tecnici incaricati dalla Fondazione e successivamente approvati dal Comune di Cremona, a condizione che il Comune si obbligasse, a sua volta, a destinare il Palazzo medesimo a sede del Museo del Violino Antonio Stradivari – Cremona  e delle Collezioni di strumenti del Comune e della Collezione già dell’Ente Triennale  Internazionale  degli strumenti ad arco.

La Giunta Comunale, con provvedimento n. 8 del 28 gennaio 2010, aderiva alla proposta sopraddetta.  Con atto concessorio del 29 gennaio 2010 il Comune accordava alla Fondazione Arvedi Buschini la disponibilità del Palazzo per tutto il tempo necessario all’esecuzione dei  previsti interventi.

 

Il recupero del Palazzo dell’Arte consente di dare corso, fra l’altro, alla creazione di un Museo dedicato al violino che intende presentare e far emergere l’eccellenza della produzione liutaria cremonese nel periodo compreso tra il XVI secolo e la metà del XVIII, inserendola tuttavia in un contesto di continuità tra la tradizione precedente e soprattutto lo sviluppo di una produzione otto e novecentesca che continua ancora oggi a livello internazionale. Si intende quindi trasmettere la storia della liuteria come una storia viva, nell’ambito della quale la città di Cremona ha giocato e gioca un ruolo fondamentale che verrà evidenziato in uno spazio dedicato al “Museo diffuso” ovvero a una serie di tappe legate alla storia e all’attualità della tradizione liutaria cremonese situate in altrettanti punti della città e che intensificheranno l’interesse del visitatore verso il contesto esteso in cui si inserisce il museo.

L’impatto del Museo sarà inoltre amplificato dalla presenza nello stesso Palazzo dell’Arte dell’Auditorium “Giovanni Arvedi”.

 

La concessione in uso gratuito del Palazzo dell’Arte e dei beni mobili comunali si prefigge di:

 

Concentrare in un polo di eccellenza il patrimonio liutario storico della città, ora dislocato in sedi diverse, così da permettere al visitatore di ripercorrere la storia della Tradizione Liutaria di Cremona attraverso un allestimento che esporrà i suoi migliori esemplari dalle origini al periodo contemporaneo: inutile ricordare che la Collezione di Liuteria Classica ora ospitata in Palazzo Comunale e il corpus dell’attuale Museo Stradivariano costituiranno il cuore di tale allestimento. Nel Museo troveranno inoltre spazio.

la collezione di liuteria contemporanea della Fondazione Antonio Stradivari Cremona – La Triennale, composta dagli strumenti vincitori del prestigioso concorso triennale

gli strumenti, tutti prestigiosi esemplari di liuteria classica, ospiti del Progetto della Fondazione Triennale “Friends of Stradivari.

In tal modo la sinergia tra le diverse realtà della Liuteria cremonese troverà il suo punto di forza in un polo ad essa dedicato.

 

Adottare soluzioni conservative ed espositive di eccellenza, studiate da un Comitato Scientifico appositamente costituito.

 

Impiegare mezzi multimediali e interattivi innovativi per la migliore fruizione del percorso da parte delle diverse tipologie di utenza.

 

Affiancare al Museo, nel complesso di Palazzo dell’Arte, altre realtà culturali di prestigio e di sicuro richiamo: l’Auditorium, realizzato secondo i più avanzati criteri scientifici grazie alla collaborazione progettuale di un ingegnere specialista del suono, la camera anecoica, che permetterà di testare il suono degli strumenti, spazi per la didattica, e infine un padiglione ove potranno essere organizzate iniziative ed esposizioni di arte contemporanea.

 

Ottimizzare la gestione del patrimonio liutario anche ai fini di un più efficace impiego delle risorse economiche

 

Tali caratteristiche faranno del Museo del Violino una realtà di richiamo e una “pietra di paragone”: non limitandolo ad una funzione espositiva e conservativa, ma facendolo divenire Istituzione di studio, ricerca e recupero, in contatto con le più importanti realtà nazionali ed internazionali, nonché centro di vita culturale. Si prevede infatti che il Museo possa contribuire ad accrescere la già cospicua attività di iniziative musicali e liutarie che, nella nostra città, sono ormai divenute appuntamenti costanti sia per gli appassionati che per il grande pubblico. Per tali motivi, benché la Collezione “Gli Archi di Palazzo Comunale” e il corpus delle collezioni del Museo Stradivariano siano già oggetto di richiamo per numerosi visitatori, si ritiene che la loro sistemazione presso il Museo del Violino innalzerebbe ulteriormente il livello di attenzione del pubblico nei confronti di tale patrimonio. Inoltre, tale nuovo assetto permetterà una interpretazione della funzione museale innovativa sotto molti aspetti, senza che l’ambito della sicurezza e della buona conservazione possa correre il rischio di venire sminuito.

 

L’istituzione del Museo del Violino ha costituito un riferimento importante del format di candidatura presentata all’UNESCO per l’iscrizione della Tradizione Liutaria Cremonese nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, e il Museo stesso potrà costituire una costante “buona pratica” per il mantenimento dei requisiti necessari alla permanenza nella Lista.

La Fondazione Antonio Stradivari Cremona – La Triennale -, già Ente Triennale Internazionale degli Strumenti ad Arco riconosciuto nel 1988, che il Comune di Cremona, unitamente ad altri Enti quali la Provincia di Cremona e la Camera di Commercio di Cremona, sostiene da anni sin dalla sua costituzione (vedi nota Percorso Istruttorio), è soggetto idoneo a governare il processo di avvio gestionale del nuovo comparto presso Palazzo dell’Arte, anche alla luce delle esperienze accumulate negli anni precedenti in termini di promozione culturale.

Da più di un decennio l’Ente prima e la Fondazione dopo organizzano grandi mostre di Liuteria storica con l’esposizione, documentata da splendidi cataloghi, di strumenti della liuteria classica cremonese provenienti da tutto il mondo, secondo criteri metodologici rigorosamente fissati da comitati scientifici internazionali. Da qualche anno inoltre le varie attività promozionali vengono raggruppate in una manifestazione denominata “Liuteria in festival” che si svolge per un paio di settimane all’inizio di ottobre. Da ultimo la Fondazione organizza presenze in Italia e all’estero per la promozione della liuteria sia classica sia contemporanea ed ha esteso collaborazioni e scambi con le principali istituzioni musicali e museali di tutto il mondo.

Tale processo deve essere preceduto da una revisione dello Statuto della Fondazione stessa.

Le modifiche statutarie proposte dall’Assemblea della Fondazione e pervenute in data 21 febbraio 2013 si pongono in connessione con tali finalità, anche alla luce del fatto che  l’istituto giuridico della Fondazione, per come disciplinato dagli artt. 14 e seguenti del Codice Civile, risulta essere strumento assai diffuso sul territorio nazionale nell’ambito di gestioni in parternariato di realtà museali, in coerenza sia con l’attuale assetto normativo nazionale che con il vigente Statuto del Comune di Cremona.

 

L’assetto della Fondazione offrirebbe le  migliori condizioni per concentrare in un polo di eccellenza il patrimonio liutario della Città, ora dislocato in sede diverse, così da permettere ai visitatori di ripercorrere la storia della tradizione liutaria di Cremona attraverso un allestimento che esporrà i suoi migliori esemplari dalle origini al periodo contemporaneo,

 

Poiché, anche nelle attuali collocazioni la collezione degli strumenti di Liuteria Classica e il Museo Stradivariano rappresentano le raccolte di maggior richiamo tra tutte quelle dei musei civici, è ragionevole presupporre che la nuova sede non potrà che aumentare il fascino che da sempre gli stessi esercitano sia sugli esperti che sul grande pubblico; il tutto in una visione sinergica del sistema che pertanto vedrebbe nell’unico contenitore (Palazzo dell’Arte) il suo punto di forza con oggettive positive ricadute in termini culturali, turistici e di benefici economici in favore dell’intero territorio. Il Museo del Violino rappresenterà senza dubbio un elemento portante dell’identità della città, così fortemente radicata nella musica e nella liuteria: in particolare, la sinergia che dovrà crearsi con gli altri Musei della città favorirà una maggiore collaborazione per la valorizzazione del patrimonio.

 

Effetti e modalità di attuazione

La Giunta Comunale definirà specifiche indicazioni operative che dovranno essere recepite negli atti di affidamento in uso del palazzo dell’Arte nonché delle collezioni storiche appartenenti al Comune di Cremona. La Giunta Comunale definirà un testo convenzionale regolante i rapporti tra il Comune e la Fondazione anche in relazione ai beni alla stessa affidati.

 

Terminata l’esposizione, si è aperto il dibattito che ha visto intervenire innanzitutto la consigliera Maura Ruggeri (Partito Democratico), che ha presentato il seguente ordine del giorno:

 

Premesso che il Museo del Violino rappresenta un progetto strategico per il sistema culturale cremonese e un investimento fondamentale per lo sviluppo del territorio; la concretizzazione dell’idea del museo è stata possibile solo grazie alla generosità dell’imprenditore Giovanni Arvedi, che si è fatto carico della sua realizzazione e si è pubblicamente impegnato a sostenerne l’avvio; il Museo del Violino è tuttavia un bene pubblico ed il Comune è l’istituzione che deve esserne protagonista e garante sotto tutti i punti di vista; ad oggi non si è dato avvio ad un vero dibattito aperto alle forze culturali della città sul significato del museo, il suo percorso, il suo legame con la città ed il sistema mussale; la definizione dello Statuto della Fondazione che gestirà il museo deve essere l’occasione per aprire tale dibattito e stimolare la partecipazione di tutti i soggetti interessati sulla base di una progettazione chiara e della relativa definizione di costi gestionali, elementi, ad oggi, totalmente assenti dal confronto istituzionale; tutto ciò premesso, s’impegna il Sindaco, in qualità di rappresentante dell’Amministrazione comunale e futuro Presidente della Fondazione che gestirà il Museo del Violino, a relazionare in Consiglio Comunale sulle prospettive del Museo, la sua organizzazione e sui costi gestionali dello stesso; ad adoperarsi, in sede di adozione definitiva dello Statuto della Fondazione, per eliminare le condizioni di ineleggibilità soggetti come l’Amministrazione provinciale che limitano fortemente la partecipazione o di altre istituzioni a livello regionale e nazionale; a rafforzare la rappresentanza democratica, nel Consiglio Generale della Fondazione Museo del Violino Antonio Stradivari, dell’istituzione Comune di Cremona e, conseguentemente, il ruolo d’indirizzo e di controllo dell’Amministrazione comunale, in analogia a quanto previsto dallo Statuto della Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli.

 

Ha fatto seguito l’intervento del consigliere Ferdinando Quinzani (Cremona per la Libertà) che, dopo avere dichiarato di avere sottoscritto l’ordine del giorno prima presentato, ha illustrato e argomentato in modo dettagliato i seguenti emendamenti allo Statuto sottoposto al Consiglio:

 

art. 2 – Si inserisce tra il primo e secondo comma il seguente testo: La Fondazione opera in collaborazione con il progetto Distretti culturali della Fondazione Cariplo ed in dialogo con il Distretto culturale della provincia di Cremona per il Comune investimento sulla produzione culturale, sullo sviluppo del capitale umano e della formazione in ambito musicale;

 

art. 10 – Vengono cancellati totalmente i punti 2 e 4 con conseguente rinumerazione degli altri commi;

 

art. 13, comma 2 – Riformulare come di seguito:

 

a)   il Sindaco del Comune di Cremona

b)   3 componenti eletti dal Consiglio Comunale di Cremona tra i propri membri

c)   3 componenti indicati dal Fondatore Fondazione Arvedi Buschini

d)   2 componenti per ciascuno degli altri fondatori

e)   1 componente nominato dalla Consulta dei Sostenitori

 

art. 15 – Aggiungere un nuovo comma così formulato:  “Le deliberazioni riguardanti l’approvazione o le modifiche del bilancio preventivo e l’approvazione del bilancio consuntivo annuale della Fondazione e le deliberazioni relative e modifiche statutarie e di scioglimento devono avere il parere favorevole del Presidente”;

 

art. 18, comma 1

 

lettera b), riformulare come di seguito: “Un membro designato dal Sindaco del Comune di Cremona – membro di diritto”

 

lettera d), riformulare come di seguito: “Due membri, rappresentanti gli altri Fondatori, nominati dal Consiglio Generale”.

 

Sugli emendamenti si è quindi aperto un ampio ed articolato dibattito che ha visto intervenire i consiglieri Daniele Bonali (Partito Democratico), Daniele Burgazzi (Partito Democratico), Luca Grignani (Popolo della Libertà), Giovanni Gagliardi (Partito Democratico), Roberto Gandolfi (Gruppo Misto), Sergio Padovani (Popolo della Libertà), Mauro Fanti (Partito Democratico), Federico Fasani (Popolo della Libertà) che, a nome della maggioranza, ha annunciato la disponibilità ad accogliere solo l’emendamento all’art. 15, Carlo Zani (Popolo della Libertà), Italico Maffini (Lega Nord), Elena Guerreschi (Partito Democratico), Giacomo Zaffanella (Gruppo Misto), Roberto Poli (Partito Democratico), Leonardo Siri (Popolo della Libertà), Annamaria Abbate (Partito Democratico) e Domenico Maschi (Popolo della Libertà). Ha fatto seguito la replica da parte del sindaco Oreste Perri, che ha parlato di rischio calcolato e delle forme di tutela comunque presente nello Statuto per quanto riguarda la posizione del Comune.  Sono stati quindi messi in votazione i singoli emendamenti: quello riguardante l’art. 2 è stato respinto (12 a favore, 20 contro e 2 astenuti); respinto anche quello sull’art. 10 (14 a favore e 20 contro); l’emendamento all’art. 13, comma 2 è stato anch’esso respinto (12 a favore, 20 contro e 2 astenuti); per quanto riguarda l’emendamento all’art. 15, il segretario generale Pasquale Criscuolo ha spiegato che, per ragioni di carattere tecnico, deve fare riferimento all’art. 16 e, in accordo con i firmatari, ne ha proposto la nuova formulazione (art. 16, comma 17, viene aggiunto dopo Buschini: per le deliberazioni di cui all’art. 15, comma 1, lettera h, ai fini dell’approvazione delle relative deliberazioni, sarà in ogni caso necessario il voto favorevole del Presidente; al comma 8, dopo Buschini, viene aggiunto: ed in ogni caso il voto favorevole del Presidente) e così, posto in votazione, è stato approvato all’unanimità; è stato infine respinto l’emendamento all’art. 18 (20 contrari, 13 a favore e 1 astenuto). E’ stato poi messo in votazione e respinto l’ordine del giorno proposto dalla consigliera Maura Ruggeri: 20 hanno votato contro, 12 a favore e 2 si sono astenuti. A questo punto la consigliera Maura Ruggeri ha chiesto una breve sospensione dei lavori, che è stata accordata, per dare modo al gruppo del Partito Democratico di riunirsi per una consultazione. Alla ripresa, il consigliere Giovanni Gagliardi, a nome del suo gruppo, ha proposto che, per quanto riguarda l’art. 10, anziché di ineleggibilità, espressione ritenuta lesiva per la figura dei consiglieri, si parlasse di incompatibilità. Il consigliere Federico Fasani, prendendo atto della proposta, ha chiesto però un chiarimento. Il presidente del Consiglio Comunale Alessio Zanardi, richiamandosi al regolamento, ha ritenuto non ammissibile un ulteriore emendamento, essendo in atto la votazione sul testo definitivo. Si sono quindi succedute le dichiarazioni di voto al termine delle quali la delibera è stata approvata (su 34 consiglieri presenti, 20 hanno votato a favore, 12 contro – tutti i consiglieri del PD e il consigliere Ferdinando Quinzani – e 2 si sono astenuti, Santo Canale e Italico Maffini).


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