Ieri mattina sono stato alla presentazione per la stampa internazionale del museo dell’innocenza, l’ultima creazione artistica del premio Nobel Orhan Pamuk: che, rispondendo a una mia domanda sulla gestione del museo, ha affermato di esserne l’ideatore, il curatore… e lo sponsor! Lunedì posterò qualcosa di più corposo, oggi mi limito a un paio di considerazioni.
Primo, anche se Pamuk l’ha definito “city museum”, museo della vita quotidiana di Istanbul, museo sentimentale della storia d’amore tra Kemal e Füsun (i due protagonisti di Masumiyet Müzesi), l’abitazione privata di Çukurcuma (quartiere dalle parti di Pera e Galatasaray) – acquistata nel 1998 dallo scrittore e pazientemente trasformata in spazio espositivo – è in realtà un “gabinetto di curiosità”: perché, ispirandosi alle raccolte scientifiche rinascimentali (infarcite di falsi e meraviglie assortite), in 83 vetrine tematiche – una per ogni capitolo del libro – raccoglie oggetti di ogni tipo (bicchieri, posate, saliere, vestiti, foto, cartoline, biglietti della lotteria, orecchini, scatole di fiammiferi, lampade, una mappa, un poster anatomico, modellini di treni e di navi, documentari del Bosforo per un tocco di post-modernità) che in ogni vetrina fermano un mondo a sé. E ogni vetrina è stata disegnata e allestita direttamente da Pamuk: che tra mercatini e abitazioni private ha reperito tutto il materiale esposto.
Secondo, la sovrabbondanza di oggetti scatena un’orgia di sensazioni e di informazioni che il lettore – al di là del parallelismo con il romanzo (dopo la morte di Füsun, Kemal comincia a collezionare tutto ciò che possa tenerne viva la memoria) – è impossibilitato a decifrare. Almeno per il momento, il museo dell’innocenza è un’opera incompiuta: che verrà completata tra non molto – 2/3 settimane per la versione turca, 3/4 mesi per quelle internazionali – con la pubblicazione di un catalogo. Il progetto originario di Pamuk, infatti, era quello di realizzare un museo e simultaneamente di scriverne il catalogo, le cui note avrebbero dovuto avere fattezze narrative e costituire un vero e proprio romanzo; il progetto è stato poi realizzato in momenti diversi: prima il romanzo che ha preso forma in modo indipendente, poi il museo, infine il catalogo; ma è solo mettendo insieme i tre elementi che si può comprendere la grandezza di questa affascinante avventura artistica – insieme rinascimentale e post-moderna – di Pamuk.