Morbida, sottile, con il basilico, la panna, la ricotta e tutti gli ingredienti che la fantasia vi suggerisce. Ma soprattutto mozzarella di Bufala, olio extravergine di oliva e pomodori San Marzano. Di certo avete già capito a quale meraviglia culinaria ci riferiamo: la pizza.
E dove poteva nascere un museo dedicato a questa specialità? A Napoli ovviamente, in via Depretis. Da giugno 2014 il Grand Hotel de Londre, ospita il Mip, Museo Internazionale della Pizza e del Pane. Lo storico edificio, già sede del Museo dell’arte, della musica e delle tradizioni del Mediteranno, ha messo in mostra oggetti e immagini che raccontano la storia e l’evoluzione di questi due alimenti. Due sale, allestite dalla dottoressa Pia Molinari, che accolgono i visitatori con pannelli su cui si racconta la storia della pizza e del pane e in cui si alternano strumenti-reliquie.
È possibile quindi osservare schiumarole (mestoli forati per le pizze fritte), pale, oliere, setacci, portapizza e vecchie bilance fatte in legno o in rame. Senza dimenticare oggetti che nella preparazione moderna non si usano più come il mortaio per il sale e la vasca per l’impasto. Ma, oltre a viaggiare nel tempo per ammirare tutti gli antichi attrezzi del mestiere, i visitatori potranno farsi prendere dalla nostalgia guardando immagini in bianco e nero che raccontano la storia delle tradizioni napoletane e che sono state donate dalle più antiche pizzerie partenopee. Come non citare la foto in cui Sophia Loren si affaccia al balcone della pizzeria Starita durante le riprese del capolavoro di Vittorio De Sica, “L’oro di Napoli”.
Alla fine di ogni visita avrete anche la possibilità di degustare la vera pizza napoletana doc all’interno della pizzeria allestita nel museo. A prepararla per voi uno dei 300 pizzaioli campani dell’associazione Pizzaioli Napoletani, presieduta da Sergio Miccù, che si alternano nel corso dell’anno.
L’idea del Mip è nata dopo l’esperimento itinerante, avviato nel 2012, del Napoli Pizza Village che ha portato in strada l’arte e il talento dei pizzaioli campani. L’obiettivo ovviamente è diffondere le tradizioni e la cultura della pizza nel mondo e con esso le eccellenze della cucina napoletana.
interno di Pizza Brain
Ma il museo di Napoli non è l’unico tempio dedicato alla pizza. Nel 2012, infatti, l’americano Brian Dwyer ha aperto a Philadelphia il Pizza Brain, primo museo ufficiale della pizza americana. Al suo interno istallazioni interattive, poster e giochi dedicati a questo piatto. Oltre alla possibilità di ascoltare canzoni o vedere spezzoni di film che hanno a che fare con il prodotto gastronomico. Dwyer è un così grande amante della specialità napoletana da tenere il Guinness dei Primati per la più ampia collezione di oggetti, posseduti da un singolo individuo, dedicati proprio alla pizza. Ovviamente anche in questo museo non poteva mancare la degustazione del piatto prelibato, che però si distanzia dalla celebre Margherita, per offrire ai visitatori una vera pizza americana realizzata con i più gustosi ingredienti locali. Quale sia la pizza migliore? Non ha importanza, ma suona strano che qualcuno all’estero abbia avuto prima dei partenopei l’idea di celebrare questo piatto.
Dove: via Depretis, 130
Quando: tutti i giorni (escluso il martedì) dalle ore 10 alle 20
Per informazioni e prenotazioni: 3408062908 o email a [email protected]
Sito: www.mamt.it