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Il Museo delle relazioni finite.

Creato il 10 giugno 2014 da Blogdispiccioli @blogdispiccioli
Il Museo delle relazioni finite. Ci vorrebbe un padiglione per le frasi fatte, scaffalature numerate piene di faldoni in ordine alfabetico. Le conseguenze del restare almeno amici, del vedersi per riprovarci, del periodo di prova, pausa, rodaggio e collaudo. Le difficoltà del varare un transatlantico che la scritta ICEBERG ce l’ha dipinta sulla poppa. Una sala oscurata, come ad un vernissage d'arte moderna, dove un proiettore al buio lasci scorrere impietose le giustificazioni su fondo bianco, le scuse e le bugie, qualche ricatto e almeno una minaccia. Una galleria di foto strappate, lungo tutti i corridoi. Raccolte statistiche con le classifiche delle canzoni più riascoltate dopo una separazione. Documentazioni e ricerche intercontinentali sull'arte di inventarsi una scusa per non dover sopportare una persona amica che è appena stata scaricata. Grafiche multimediali per seguire l'andamento delle reazioni a caldo, delle porte sbattute e delle valigie trovate pronte sul letto. Teche di cellulari fracassati e schermi di computer portatili andati in tilt. Materia da romanzo, da film, sceneggiatura e pantomima, ogni lasciata è persa e morto un papa se ne fa un altro. Per fare davvero un museo delle relazioni finite, ho pensato, non basterebbero gli ettari delle piantagioni di Tara. Fortunatamente, c'è chi è riuscito a non farsi spaventare dalla portata della materia e a realizzare una delle attrazioni più curiose della Croazia.
A Zagabria, dopo aver girato il mondo sotto forma di mostra, da diversi anni esiste The Museum of Broken Relationships. Nato dall'idea di Olinka Vištica e del suo ex compagno Dražen Grubišić, il museo raccoglie gli oggetti che hanno simboleggiato la fine di un rapporto. La collezione, ci si accorge subito, presenta degli esemplari molto interessanti di storie andate in frantumi. Il miracolo di questo piccolo museo è di aver raggiunto una vero primato: il pubblico legge le didascalie. L'oggetto serve a stuzzicare la curiosità, ma alla fine è il racconto scritto a fianco che cattura l'attenzione. Solitamente è preceduto dal nome della città dove ha avuto luogo l'addio e dalla durata della relazione. Su questa collina di Spoon River dei cuori spezzati riposano decine e decine di oggetti con le loro epigrafi.

E se è vero che ogni storia d’amore è una storia di fantasmi, è altrettanto vero che le storie d’amore felici s’assomigliano tutte, mentre ogni storia infelice lo è a modo suo. Questo spiega perché saremo sempre disposti a pagare un biglietto per l'ennesimo finale triste.  Queste sono alcune delle storie:

Il Museo delle relazioni finite. Una piccola bottiglia di detergente intimo per uomo Karinzia (1995-1996) Dopo che abbiamo rotto, mia madre lo ha usato per pulire i vetri. Dice che è assolutamente fantastico.
Un vecchio telefono Nokia (Luglio 2003 – Aprile 2004) È durata 300 giorni di troppo. Lui mi ha dato il suo cellulare così non avrei mai più potuto chiamarlo. Sacchetti per la nausea da aereo (2004- 2006) Una collezione di sacchetti per la nausea come ricordo della nostra relazione a distanza. Uno della Croatia Airlines, uno Lufthansa, uno Hapag Lloyd Express e tre German Wings. Penso di avere anche le istruzioni di sicurezza, dove mostrano cosa bisogna fare quando l’aereo comincia a precipitare. Non ho mai trovato nessuna istruzione su cosa fare quando una relazione inizia a precipitare, ma almeno ho ancora questi sacchetti.
Il Museo delle relazioni finite. Un tanga fatto di caramelle (2004-2008) Questo era ciò che lui intendeva per “romantico”: un tanga fatto di caramelle. Mi ha fatto ridere, ma non l’ho mai tolto dalla scatola. Lui non mi ha mai comprato dei fiori, perché diceva che i fiori, secondo lui, erano per le persone noiose. Invece ricevevo dei salami o delle parti di ricambio per la mia bicicletta. A me non importava, perché lo amavo. Dopo quattro anni si è dimostrato scadente e sciatto come i suoi regali. Mi ha tradito con una collega dell’ufficio e mi ha scaricato via e-mail.

Un ferro da stiro (senza data) Questo è il ferro da stiro che è stato usato per stirare il mio abito da matrimonio. Ora è l’unica cosa che mi è rimasta.
Il Museo delle relazioni finite. Una lettera “T” Ci siamo conosciuti via e-mail. Quando ci siamo finalmente incontrati di persona, l’interesse reciproco era perduto e mi ha dato la lettera “T” della sua tastiera, visto che non ne aveva più bisogno.
Il Museo delle relazioni finite. Uno stemma della Mercedes (1998) Non c’è stato tempo per il resto. Uno specchietto retrovisore (1983-1988) Una notte la sua macchina era parcheggiata di fronte alla casa sbagliata. Ha pagato per quella negligenza con il suo specchietto retrovisore. In seguito mi sono sentita in colpa, visto che la macchina non aveva fatto nulla. Anche i tergicristalli hanno avuto la loro lezione, ma erano fatti di materiale molto più solido e sono rimasti sulla macchina. Il giorno successivo, quando il “gentiluomo” è tornato a casa, mi ha raccontato una strana storia su degli hooligans che gli avevano rotto il suo specchietto retrovisore e piegato i tergicristalli. Era così divertente che ero quasi tentata di confessare. Ma, dal momento che lui non mi ha mai detto dove fosse andato quella sera, non l’ho fatto nemmeno io. Era l’inizio della fine della nostra relazione. Un paio di seni finti (3 anni) Dunque, dopo tre anni insieme, mio marito mi porta un paio di seni finti scolpiti, ovviamente, più grandi dei miei. Era durante il periodo della più grande crisi del nostro rapporto. Me li ha fatti indossare mentre facevamo sesso perché li eccitavano. Io sono rimasta delusa, e proprio per quelle tette finte l’ho lasciato una volta per tutte.
L’ascia di un ex (1995)
Lei è stata la prima donna che ho fatto venire a vivere con me. Tutti i miei amici pensavano che avessi bisogno di imparare ad essere più aperto verso le persone. Un paio di mesi dopo essersi trasferita, mi è stato offerto di lavorare negli Stati Uniti. Lei non sarebbe potuta venire. All’aeroporto ci siamo detti addio in lacrime, e lei dava per certo che non sarebbe riuscita a sopravvivere tre settimane senza di me. Sono ritornato tre settimane dopo, e mi ha detto “Sono innamorata di un altra persona. L’ho conosciuta solo quattro giorni fa, ma so che lei può darmi tutto quello che tu non puoi.”
Sono stato banale e le ho chiesto riguardo i suoi piani sulla nostra vita insieme. Il giorno dopo non mi aveva ancora risposto, così l’ho buttata fuori di casa. Lei è immediatamente andata a fare una vacanza con la sua nuova ragazza, mentre le sue cose erano a casa con me. Non sapendo cosa fare con la mia rabbia, alla fine ho comprato un’ascia da Karstadt (centro commerciale) per smaltire la furia e per farle sentire un minimo senso di perdita – che lei ovviamente non aveva avuto dopo la nostra rottura.
Durante i 14 giorni della sua vacanza, ogni giorno tagliavo via un pezzo dai suoi mobili. Ho conservato i resti come espressione della mia condizione interiore. Più la sua stanza si riempiva di mobili spaccati, assumendo le sembianze della mia anima, più mi sentivo meglio. Due settimane dopo che se n’era andata, è tornata per riprendere le sue cose.  Erano ordinatamente sistemate in piccoli mucchietti e frammenti di legno. Lei ha preso quella roba e ha lasciato il mio appartamento per sempre. L’ascia è stata promossa a strumento terapeutico.


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