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Il Mystery visto dalle donne

Creato il 15 febbraio 2012 da Junerossblog
Direttamente dalla scrivania di Monica Lombardi.

Se un marziano mi chiedesse: che cos’è il romantic suspense...

Non so se avete mai partecipato a un’intervista per una ricerca di mercato, ma avete presente quando vi chiedono: se un alieno proveniente da Marte che non sa nulla del nostro pianeta entrasse da quella porta, come gli spieghereste che cos’è questa cosa di cui stiamo parlando?
Ecco, facciamo lo stesso giochino: un marziano entra nel mio studio, vede che sto scrivendo un articolo sul Romantic Suspense e mi chiede: che cos’è?

Il Mystery visto dalle donne
E’ un genere letterario, gli dico, nato dal mix di due generi, il romance e il mystery/thriller/suspense.
Ma quello che ho davanti è un alieno curioso, e vuole più dettagli. Dettagli... dunque, la parte suspense può essere un thriller dove la figura dell’investigatore è marginale, se non inesistente, come ad esempio molti titoli di Nora Roberts; può essere un poliziesco di stampo investigativo classico (whodunit, howdunit, whydunit – ah, qui colgo l’occasione per tirarmela un po’, con il marziano, perché i compiti a casa li ho fatti) come la trilogia Vartanian di Karen Rose o (scusate, ma potrebbe essere l’ultima occasione che ho per fare pubblicità a me stessa su Marte) la trilogia di Mike Summers della sottoscritta.; o ancora, può essere di ambientazione militare o para-militare, e qui troviamo sia serie che hanno come protagonisti i mitici Seals, sia serie che presentano organizzazioni più o meno segrete, tutte rigorosamente create dalla fantasia delle autrici.
Continuo dicendogli che la parte romance non deve essere marginale e deve essere ben inserita nella trama (non il poliziotto che finisce il turno e se ne torna a casa dalla sua fidanzata, ecco), in modo da consentire alle scintille e all’adrenalina di un aspetto di fondersi con e moltiplicare quelle dell’altro. Brivido sopra brivido, insomma.
A questo punto, il mio alieno (mi è già simpatico per il modo attento in cui mi è stato a sentire) fa un commento che mi sorprende davvero: “Due al prezzo di uno, deve piacere molto”.
Il mio primo pensiero è: siamo sicuri che è la prima volta che viene sulla Terra? Il secondo: se ci è arrivato lui!
In ogni caso, gli spiego che non è semplice. Che le etichette possono aiutare le persone a scegliere (posizionamento, lo chiamano nel marketing), ma possono anche finire con lo scoraggiarne altre. In questo caso, soprattutto altri. Quella parolina “romantic” fa arretrare gli uomini – e le donne che vogliono a tutti i costi porsi come loro pari (il “lato oscuro” del femminismo, eh) – come uno schizzo di olio bollente da una padella.
“Perché, gli uomini sulla Terra non sono romantici?”
Sapete che ‘sto marziano mi piace sempre di più? Quasi quasi gli offro una sistemazioni alla parti qui da me.
Lo sono, lo rassicuro. A modo loro, e forse un po’ meno delle donne, ma lo sono. E a questo punto non resisto e mi lancio in una filippica in cui gli cito come esempio un giallo di 800 pagine letto tempo fa, decantato come un capolavoro, trama complessa e precisa come una ragnatela, con tutti i protagonisti uomini, dal primo all’ultimo, e le figure femminili (secondarie) suddivise tra mogli che si crogiolavano in una situazione di comodo fingendo di non vedere la corruzione dei mariti, amanti che usavano il loro corpo in modo spregiudicato per ottenere i loro scopi e mamme che picchiavano e torturavano i figli - al che il marziano sgrana i suoi grandi occhi, continuando a guadagnare punti. Una figura femminile positiva e “pensante” non la si trovava neanche a spulciare le pagine a una a una - giusto un pelo di misoginia e un meraviglioso ritratto dell’universo femminile.
Il marziano mi osserva silenzioso, e in un modo che sfiora una strana sensazione di telepatia, so che ha capito perfettamente. Ha capito che mi ribello testardamente e visceralmente all’idea che una visione non solo maschile ma spesso anche maschilista sia perfettamente accettabile, anzi decantata, mentre la visione del mistero con gli occhi delle donne venga spesso ghettizzata e messa in ridicolo. E questo – ed è un paradosso – nonostante le autrici donne nei loro romanzi trattino gli uomini molto meglio di quanto gli autori uomini non trattino le donne.
Il mio amico ora vuole sapere se le donne scrivono dei bei romance.
Può scommetterci!
E dei buoni gialli? Ah, la risposta è ancora più facile: la giallista più venduta di tutti i tempi è una donna. Vuole il nome e glielo scrivo su un foglietto. Metto anche “Dama” davanti, sono sicura che la signora Christie apprezzerebbe.
Inaspettatamente, il marziano mi offre un consiglio: perché non provo a convincere gli uomini a leggere romantic suspense, nell’articolo che sto scrivendo?
E’ una sfida, mi piace. Dunque, dunque... Inizierei con il dire che il romantic suspense ha una storia d’amore, oltre al mistero, al crimine. Ha il sentimento oltre all’adrenalina. E a chi dice che se ha il sentimento non è un vero thriller (a parte consigliargli di andarsi a rileggere i Ken Follett che ha nella sua libreria) chiederei: e chi lo dice? Che cos’è un “vero” thriller? “Thrill” significa “brivido”. I brividi provocati dall’incontro e scontro dei sentimenti, elemento fondamentale dei romantic suspense, fungono da moltiplicatore, da acceleratore dell’adrenalina scatenata dalla situazione di pericolo.
Ai lettori che non solo evitano i rosa-crime come la peste, ma li liquidano come storielle non degne di rientrare nel genere, come signorotti di campagna che altezzosamente scacciano il cugino povero dalla sala da pranzo e a malapena tollerano che gli venga dato qualcosa da mangiare in cucina, direi che se non riescono a cogliere e apprezzare questa moltiplicazione, beh, mi dispiace per loro, perché si perdono gran parte del divertimento.
A quegli uomini di vedute più larghe che decidessero di aprire per la prima volta un romantic suspense direi invece: preparatevi, potrebbe sorprendervi. Testosterone? Ce c’è in abbondanza, tanto che potrebbe farvi venire un complesso di inferiorità. Intelligenza? Quanta ne volete. Accettate la sfida? Dialoghi tra uomo e donna come le donne, stanche di decenni di zoppicante comunicazione, li vorrebbero – potreste imparare qualcosa di utile, scoprire qualche carta da giocarvi al momento giusto. Il sesso? Le donne lo scrivono meglio degli uomini.
Potreste davvero divertirvi. Qualche (ricercatissimo) esemplare maschio riesce addirittura ad emozionarsi.
Assorta com’ero nel digitare alla tastiera, mi sono quasi dimenticata del mio ospite. Sollevo lo sguardo e vedo che sorride e fa uno strano movimento con la testa – ho la sensazione che stia annuendo. Capisco anche, però, che sta per lasciarmi.
“Aspetta. Non mi hai detto se sei un uomo o una donna...”
“Dipende dalle lune”.
E se ne va.
E questa che cavolo di risposta sarebbe?
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