I media tradizionali, giornali, televisioni e radio, utilizzano nella grande maggioranza dei casi i social media alla stessa stregua degli altri mainstream media come veicolo mondirezionale per promuovere se stessi, portare traffico al proprio sito web e, davvvero, poco altro. Una situazione che già in precedenza non ho esistato a classificare come attitudine da spammer.
Già l’altro giorno richiamavo l’attenzione sulla cura necessaria nella relazione con i lettori, con le persone, da parte dei giornali in un momento in cui “la pubblicazione è un bottone“, e la differenza, il valore aggiunto viene creato dai servizi aggiuntivi forniti e dall’apertura, nei contenuti e nella relazione, con il pubblico di riferimento.
Un richiamo tra la differenza di valore tra il gusto dei numeri grossi, che sarà, anche, argomento di uno dei panel ai quali parteciperò come relatore durante le due giornate dedicate a Giornalismo digitale: nuovi modelli economici, nuove professionalità, nuova cittadinanza, a Firenze il 4 e 5 luglio, e l’informazione partecipata che crea valore aggiunto per tutto l’ecosistema dell’informazione.
Una social media [in]ability che crea una conversazione insostenibile tra persone ed imprese trasversale a tutti i settori aziendali ma che pare colpire in particolare proprio il comparto dei media.
La conferma viene dai risultati pubblicati da Socialbakers che ha pubblicato il tasso di risposta, di interazione tra persone ed aziende su Facebook. L’analisi effettuata evidenzia come mediamente il 70% dei “fans” vengano ignorati.
Media che crolla proprio per quanto riguarda i media che presentano un tasso di risposta medio del 4,9%, corrispondente ad oltre il 95% dei commenti, delle interazioni delle persone che non ottengono alcun riscontro, nessuna risposta da parte di chi gestisce le pagine aziendali dei media tradizionali.
Il narcisismo antisocial dei media, convinti che il successo sia nel numero di followers e fans e non nell’ascolto e nella conversazione con loro, se non verrà invertita rapidamente la rotta, sarà una concausa rilevante nell’estinzione dei dinosauri dell’informazione contemporanea.