di David Crucitti – E con l’atto d’ amore più intenso e indelebile della storia dell’umanità, nasce la magia del Natale, il giorno unico per eccellenza, il giorno che ha cambiato i calendari, il giorno in cui tutto riparte da zero. Il 25 dicembre non si festeggia la nascita di Gesù, ma la si ricorda, la si vive, ci si immedesima in quella famiglia così unica quanto necessariamente terrena, in quel piccolissimo nucleo familiare che unisce l’uomo e il divino in una sola carne, la famiglia per eccellenza, la famiglia da osservare, da imitare più che adorare. Un uomo, una donna e un bambino. Tre persone distinte e separate che hanno partecipato loro malgrado, e ognuno a modo loro, al progetto incomprensibile di salvezza.
Il Padre chiede al Figlio se è disposto a entrare nel grembo di una donna che già tutta la creazione conosceva, la nuova Eva che insegnerà persino agli angeli l’umiltà, l’adorazione, l’amore. Il Figlio accetta la missione salvifica, da divino diventa embrione umano, e lo fa di nascosto, talmente di nascosto da non farsi notare neanche dalle forze malvagie, da Satana soprattutto. Ecco la magia del Natale, unica, meravigliosamente divina, estremamente necessaria, profondamente vera. Il dono che Dio ha fatto all’uomo non si limita a quel bambino poverissimo, talmente povero da ingannare persino il popolo eletto, perché il dono più grande verrà compiuto 33 anni dopo, quando quel ragazzo aprirà definitivamente il cielo a noi uomini, limitati nello spirito e fortemente più propensi al male che al bene, stranissimo.
Ma una cosa è importante da comprendere, il 25 dicembre è solo un giorno di memoria, di riflessione più intensa, una specie di autocritica potremmo definirla, tutto qui, niente di più. Niente di più perché il dono del Natale va oltre un semplice giorno, molto oltre, troppo più grande di 24 umilissime ore di buonismo corrotto. Come si accennava prima, il Natale è un dono, ma un dono continuativo e semplice da ricevere ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Il Natale vive in ogni eucarestia, in ogni riconciliazione con Dio e con il prossimo, in ogni parola che non si dice, in ogni ricordo e in ogni azione che ha evitato dolore agli altri, nelle scelte più sconsiderate e difficili che hanno mantenuto gli equilibri fondamentali di una famiglia.
Questo è il Natale che l’uomo è chiamato a ricevere, il dono dell’amore comune, il dono del coraggio, perché serve tanto coraggio per combattere, per dire no a tutto quello che va contro questo grande dono, il coraggio di mettersi in prima persona di fronte all’assurdità che insinua la morale, la famiglia, i bambini, il coraggio di fare galera se necessario, perché è questo che aspetta chi si ribella al mostro della distruzione, la galera. Questo è il Natale che desideriamo, questo è il dono più grande che possiamo offrire a chi molti anni fa ci ha donato l’eternità, la nuova nascita, il vero Natale.