Nel Sergente nella neve la parola “nemico” non c’è: parlo di “russi”, dico “loro” ma “nemico” mai. Per me quelli non erano nemici: quando ero in Grecia o sul fronte francese o in Russia non li consideravo nemici. Il nemico bisogna conoscerlo, bisogna sapere cosa ti ha fatto. Il nemico è uno che ti ha offeso o uno che ti ha fatto del male. Ma loro non mi avevano fatto niente, non mi avevano offeso e allora la parola nemico nei miei libri non c’è.
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Intanto, per noi soldati il nemico erano innanzitutto le avversità atmosferiche, il freddo, la sofferenza. Il nemico era la distanza da casa. Erano quei tremila chilometri di neve a partire dal Don e ad arrivare ad Asiago, per me.
Mario Rigoni Stern
Magazine Cultura
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Il 27 novembre 2025 da Nicolasit
LIFESTYLE
Nel Sergente nella neve la parola “nemico” non c’è: parlo di “russi”, dico “loro” ma “nemico” mai. Per me quelli non erano nemici: quando ero in Grecia o sul fronte francese o in Russia non li consideravo nemici. Il nemico bisogna conoscerlo, bisogna sapere cosa ti ha fatto. Il nemico è uno che ti ha offeso o uno che ti ha fatto del male. Ma loro non mi avevano fatto niente, non mi avevano offeso e allora la parola nemico nei miei libri non c’è.