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Venerdì 28 Marzo 2014 11:42 Scritto da Alessandra
Tratto dalla favola di Esopo.
Un nibbio era invidioso di tutti gli altri animali, era invidioso degli uccelli dalla piume colorate come il pavone dalla splendida coda, denigrava l’usignolo perché gorgheggiava in modo melodioso, era bilioso nei confronti dell’aquila perché era più piccolo e debole del possente volatile.
Insomma tutto il santo giorno si rodeva il fegato e la sua idea fissa era quella di avere una voce più alta e acuta. Voleva educare le sue corde vocali per ottenere suoni più forti e che sovrastassero quelli degli altri animali.
Una giornata d’estate se ne stava appollaiato sul ramo di un albero frondoso a godersi un po’ di frescura. Arrivò un cavallo, tutto sudato perché aveva fatto molta fatica a trainare un carretto e voleva riposarsi e rinfrescarsi. Ma si punse con una pianta spinosa e, dal dolore, lanciò un forte nitrito.
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L'audio fiaba
Il testo completo
Un nibbio era invidioso di tutti gli altri animali, era invidioso degli uccelli dalla piume colorate come il pavone dalla splendida coda, denigrava l’usignolo perché gorgheggiava in modo melodioso, era bilioso nei confronti dell’aquila perché era più piccolo e debole del possente volatile.
Insomma tutto il santo giorno si rodeva il fegato e la sua idea fissa era quella di avere una voce più alta e acuta. Voleva educare le sue corde vocali per ottenere suoni più forti e che sovrastassero quelli degli altri animali.
Una giornata d’estate se ne stava appollaiato sul ramo di un albero frondoso a godersi un po’ di frescura. Arrivò un cavallo, tutto sudato perché aveva fatto molta fatica a trainare un carretto e voleva riposarsi e rinfrescarsi. Ma si punse con una pianta spinosa e, dal dolore, lanciò un forte nitrito.
Il nibbio che stava dormicchiando fece un salto sul ramo e pensò:” Questa sì che è una bella voce, alta, acuta e potente, la voglio avere anche io”. E così ogni giorno si esercitò.
Lanciava acuti strilli e cercava di nitrire per ore ed ore. Ma la sua povera gola si infiammò e si spellò. Ora sì che non riusciva più a emettere alcun suono. Riusciva a fare solo versi rauchi e stridenti e rimase così per sempre.
Morale: l’invidia fa perdere la gioia della vita e quello che si possiede.