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Il nodo da sciogliere /Repetita iuvant

Creato il 13 febbraio 2013 da Marianna06

 

     ISLAM E OCCIDENTE

 

  

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Integrazione contro fondamentalismo. Questo è il vero nodo da sciogliere perché in Europa si realizzi una pacifica e democratica convivenza tra islamici ed occidentali.Siano essi, quest’ultimi,cristiani, ebrei o semplicemente  laici .E’ possibile? Probabilmente sì.

Se  un’Europa, con una forte identità, aiuterà  i musulmani a fare propria l’identità del Paese che li ospita. Questo vuol dire che il mondo politico del Paese ospitante, qualunque esso sia, deve favorire l’inserimento, aiutandoli nella ricerca del lavoro, ad esempio, garantendo abitazioni e tenore di vita dignitosi. Condizione pregressa indiscutibile: disponibilità da parte degli ospiti di adottare il modo di vivere del contesto che li accoglie.

“Infatti, se un giovane, uomo o donna, si sente sfiduciato, non valorizzato, senza lavoro- dice Rachid Benzine, studioso franco-marocchino,docente all’Università di Aix-en –Provence,  la fuga verso la religione diviene inevitabile. Inizia così una lettura esclusivamente politica della religione in opposizione a ciò che gli procura dolore. E la ghettizzazione è cosa fatta.”

Ricordate le vignette su Maometto? Il giornale che le aveva pubblicate era danese. Quelle vignette hanno fatto il giro del mondo e suscitato le ire dei fondamentalisti. In seguito a quell’episodio è uscito in Danimarca un libro divenuto in breve un best-seller. Il titolo è:”Islamismo ed Ingenuismo”.

Gli autori sono due eminenti membri del partito Social-democratico danese: Karen Jespersen e Ralf Pittelkow. Entrambi in precedenza erano accaniti sostenitori del multiculturalismo ossia del rispetto delle diverse culture,capaci di convivere affiancandosi, e naturalmente dell’accoglienza.

Dopo il clamore delle vignette però hanno colto all’istante la minaccia latente ed individuato il punto critico .I fondamentalisti  si fanno sempre  più strada tra i giovani musulmani del continente europeo.Interferiscono nella vita della gente. Minacciano. Ricattano. Che fare? Da dove partire per mettere un argine alla piena?

Per questa crescita dell’Islam radicale gli autori, nel libro, accusano l’Occidente di aver esaltato una posizione di “ghetto culturale”, con il pretesto o l’idea del multiculturalismo, a seconda che si fosse in cattiva o buona fede.

Pertanto sia la Danimarca, sia l’Italia (nel nostro caso) e così il resto d’Europa devono mirare ad integrare i musulmani già presenti nelle loro comunità, sostiene  Pittelkow.

“ L’islamismo è un’ideologia  totalitaria- egli precisa-, mortalmente pericolosa  quanto lo è stato in passato il comunismo.”

Se  gli emigrati partecipano della società e dello sviluppo del Paese ospitante, allora essi saranno trattati come cittadini con gli stessi diritti. Diversamente non c’è possibilità di dialogo, di alcuna intesa.

Il libro è molto utile per comprendere i meccanismi dell’integrazione e sarebbe bene che l’Italia, alla seconda generazione di immigrati islamici, ne ricavasse insegnamento.

Si comincia infatti a riflettere sul possibile contrasto che esiste tra le Costituzioni dei  Paesi europei ed alcune leggi del Corano. Se quest’ultime contraddicono in materia di culto e non solo quanto è esplicitamente affermato nella Costituzione del Paese che ospita, e vengono a turbare l’ordine pubblico, occorre avere il coraggio di alt, stop, non è possibile alcuna integrazione.

Viceversa è necessaria una politica dell’immigrazione e dell’integrazione, che affronti le cause sociali dell’islamismo.

Ad esempio: la concentrazione degli immigrati secondo l’origine etnica, la ghettizzazione delle popolazioni che vivono esclusivamente di diritti sociali, la riproduzione delle strutture di autorità tradizionale tra i sessi e le generazioni, l’ignoranza della lingua del Paese ospitante, la moltiplicazione degli imam fondamentalisti, l’attivismo dei gruppi islamismi, la disoccupazione.

Per altro l’affermazione dell’identità europea in Europa e la lotta e l’impegno degli stessi musulmani moderati contro gli elementi fanatici dell’Islam sono, a ben rifletterci, un’ unica battaglia contro ogni forma di fondamentalismo e di estremismo religioso.

L’Europa, di fronte alle migrazioni dell’Islam,ha un solo obbligo:quello di presentare un progetto di società che abbia come centralità l’uomo  con un’ autentica dimensione religiosa.

Un progetto ateo, materialista,postmoderno gioca il ruolo dell’”amico del giaguaro”.

Il progetto islamico fondamentalista ha successo infatti in tutti i mondi fragili dal punto di vista identitario tanto in Europa che altrove. La lotta al terrorismo non si fa con la guerra, come viene suggerito da più parti, ma sforzandosi di costruire una società a misura di persona.

Sviluppo e solidarietà sono le chiavi della Pace.

 E la cooperazione di  tutti: la marcia in più necessaria.

 

  a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

  

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