E così Il Nodo della Strega è finito. Un lavoro partito anni fa, rimandato, interrotto, lasciato in fondo a una cartella, dimenticato, rimaneggiato, tagliuzzato, ha visto la chiusura della sua prima stesura completa.
Credo che più travagliato di questo, ci sia solo Iniezione, con la sola differenza che Il Nodo della Strega era a 1/3 della storia, mentre l’altro richiede solo una manciata di capitoli per essere terminato.
Posso solo dire che già da oggi avevo la tentazione di rileggerlo, e sarebbe stata la cosa più sbagliata da fare. So dove sono i problemi, so dove devo intervenire, ma metterci mano adesso sarebbe prematuro. Aspetterò almeno fino ad Aprile o Maggio, e lì dovrò rimettermi al lavoro seriamente, in primis rendendo omogenei i primi capitoli con gli ultimi scritti.
Quello che riassume un po’ lo spirito dei protagonisti
In questi anni di esercizio infatti, ho notato che mi sto portando verso una corrente di cui non sapevo l’esistenza fino a poco tempo fa, o meglio, non sapevo che avesse un nome: minimalismo.
Detta così suona male, perché può essere fraintesa, anche se il senso è ben interpretato dal nome. All’inizio dei miei lavori, riempivo di particolari la scena, le riflessioni, le azioni. Questo mi appagava sul momento, ma portava poi quel problema da cui sono afflitto da sempre, l’aver fretta di terminare il lavoro e sistemarlo poi con la revisione.
Il minimalismo invece, stile e corrente da non sottovalutare, e capirete poi il perché, mi permette di scrivere velocemente, portare avanti la storia e renderla più in sintonia con me. Nelle mie storie di adesso, ma ciò non indica che sarà per sempre così, c’è molto dialogo, e il resto ruota in torno alle battute dei protagonisti.
Non sembra farsi problemi
La difficoltà e l’impegno, stanno comunque nel dare il senso dell’ambiente, delle emozioni e degli accadimenti con pochi particolari, chiedendo al lettore di partecipare a questo atto di creazione della scena. Si devono tagliare le descrizioni il più possibile, essere parsimoniosi di dettagli, è vero, ma allo stesso tempo quei pochi elementi usati devono essere sufficienti. Se non nelle descrizioni, certe sensazioni o azioni, devono trapelare dai dialoghi.
Credete che sia folle come cosa? Superficiale? Per gente che non sa scrivere? Bene, un piccolo elenco di chi ha fatto parte di questa corrente, anche per un lasso di tempo:
- Ernest Hemingway
- Raymond Carver
- Chuck Palahniuk
- Samuel Beckett
- Ezra Pound
Ora, ho citato quelli che conosco meglio, ma ce ne sono altri, molti altri. Ritenete che siano scrittori da due soldi? Non credo. L’importante è che la storia funzioni e interessi il lettore.