Umberto Eco
Il semiologo e scrittore Umberto Eco è stato eletto nuovo membro dell’Accademia dei Lincei, e l’altro ieri ha fatto il suo trionfale ingresso nel tempio nazionale della cultura. Ma non voglio parlare banalmente di colui che è entrato nella storia della letteratura contemporanea internazionale con il suo romanzo “Il nome della rosa” e che, all’età di 78 anni, se ne esce con un nuovo romanzo, dal titolo ”Il cimitero di Praga” (Bompiani), con oltre 370.000 copie vendute in pochi giorni. Voglio che sia una sua fan a raccontare chi è per lei Umberto Eco, cosa rappresenta e che emozione ha provato nel vederlo e conoscerlo dal vivo, dopo una lunga attesa:
“La prima volta che ho letto il suo nome avevo 11 anni. Mio padre aveva poggiato sul mio comodino “Esercizi di stile” di Queneau, tradotto dal professore bolognese per invitarmi alla lettura… Umberto Eco divenne l’autore e non il traduttore di quel libro, perchè più facile da pronunciare.
In questi 12 anni le sue parole, funzionali delle più alte riflessioni, mi hanno accompagnato e indirizzato al punto di incidere sui miei studi e soprattutto di aprire la mia tesi di laurea in Filosofia con una citazione de “Il nome della Rosa”.
Rappresenta una delle personalità italiane più importanti di questo secolo e il vederlo arrivare in via del Babuino, ieri mattina, con un bastone e la solitudine tipica dei veri filosofi, mi ha tolto il respiro.
Un Sogno passato alla Forma“.
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