Magazine Cultura

Il nome giusto, di Sergio Garufi (Ponte alle Grazie). Intervento di Nunzio Festa

Creato il 19 agosto 2011 da Stefanodonno
Il nome giusto, di Sergio Garufi (Ponte alle Grazie). Intervento di Nunzio Festa

Il fantasma del narratore, ovvero il narratore fantasma di “Il nome giusto” percorre e ripercorre il pieno traboccante di dolori lievi e passioni elevate che hanno significato la sua pre-morte; perché Sergio Garufi col suo primo romanzo, ma non dimentichiamo il racconto pubblicato per Senzapatria e i vari scritti 'occasionali', fa rivedere le storie e le vicende, tornando persino alla formazione completa del protagonista delle avventure, che per mezzo dei libri di crescita hanno condizionato e strutturato le manie e le volontà del praticamente fresco-morto; perché, appunto, è il fantasma di un quarantasettenne che non fa in tempo a compiere il nuovo compleanno a dirci la storia intera. Da una specie d'ottica alternativa ai mondi extra-terreni, allora, il fantasma tanto per iniziare spia la sua ex biblioteca divenuta patrimonio dell'amico che vende libri usati. I capitoli nei quali la trama è fatta sviluppare a balzi temporali precisi e accattivanti, all'indice infatti sono spiegati da titoli di libri che hanno condizionato l'esistenza dell'attuale mezzo/esistente, mentre nel corpo del narrare questi sono come espunti: a significare, ci pare di capire, che il romanzo è un flusso vitale puntellato da testi letterari più che simbolici mentre “alla fine” va ottenuto un risarcimento da chi legge e da chi legge e lo fa scandendo i sospiri della crescita di luoghi e ambienti stretti. Giustamente, diversi, come d'altronde chi scrive, dall'inizio della lettura notano la somiglianza con Vasta. Ma, a questo proposito, e marcando di nuovo che siamo in un congegno a orologeria, diamo la differenza tra l'altro indicato dalla stesso autore. Ovvero che in Il nome giusto abbiamo un mosaico moderno emblema della frammentazione e mancanza d'un'identità definita delle cose. Un po' come Nicole, che oltre a non avere il nome giusto per il futuro fantasma, cambia nome proprio a seconda delle esigenze. Il romanzo di Garufi, fatto da una lingua che appassiona, da una scrittura che cresce pagina dopo pagina e propone persino spunti indimenticabili in alcune pagine, non ci propina solamente avventure avventurose e molto più che avvincenti, quanto più un'altra chiave di lettura di certi contesti sociali e una gamma colorante di citazioni che consegnano immaginazioni dell'anima e il senso d'un animo che segue un tracciato di riflessioni da compiere e infine ri-avanzare. Come un memoir. Molto più di tanti tentativi di memorie morte. Il quasi barocco, quindi non alla Giorgio Vasta, di Sergio Garufi porta eventi nell'essere madre, nell'essere padre, nell'esser figlio. E nelle ricadute a questi stati vitali.

massive attack

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :