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Il non-giorno dei non-morti

Da Cannibal Kid

Il non-giorno dei non-morti The Walking Dead (serie tv, stagione 2) Rete americana: AMC Rete italiana: Fox Creata da: Frank Darabont, Robert Kirkman Cast: Andrew Lincoln, Sarah Wayne Callies, Jon Bernthal, Laurie Holden, Jeffrey DeMunn, Steven Yeun, Norman Reedus, IronE Singleton, Melissa McBride, Scott Wilson, Lauren Cohan, Pruitt Taylor Vince, Jane McNeill, Michael Zegen, Emily Kinney, James McCune, Chandler Riggs Genere: zombie Se ti piace guarda anche: Dead Set, Lost, Falling Skies, American Horror Story, Doghouse
Il non-giorno dei non-morti Il non-giorno dei non-morti The Walking Dead è una serie zombie. Non mi riferisco al fatto che ci siano i non-morti, anche perché quelle in cui sono presenti sono le scene che personalmente mi convincono di meno. The Walking Dead è una serie zombie perché quando la davo per spacciata, per morta, si è alzata in piedi e ha ricominciato a camminare. Il bello delle serie tv è che il loro andamento è imprevedibile. Come il campionato di calcio, perlomeno un campionato di calcio combattuto e non già deciso a tavolino dai soliti furboni. Una settimana puoi essere in testa, qualche domenica dopo ti puoi ritrovare a lottare per non retrocedere. O, se preferite, è un po’ come l’andamento delle borse, ma forse in questo periodo è meglio evitare un accostamento del genere che non vorrei le serie tv finissero pure loro risucchiate dentro la spirale della crisi. Un film è bello o non è bello. Ti è piaciuto o non ti è piaciuto. È vero che certe pellicole “vivono” ancora dopo la loro visione, puoi tornare a pensarci su e a rifletterci e cambiare la tua opinione nel corso del tempo, però con i telefilm è diverso. La qualità può modificarsi nel corso delle stagioni e degli episodi, così come può mutare il tuo affezionamento ai personaggi.
Il non-giorno dei non-morti Di The Walking Dead ho visto tutta la prima stagione, anche perché aveva solo 6 episodi. Ma non mi aveva mai entusiasmato. La partenza della seconda stagione mi è sembrata procedere sulla stessa identica strada. Ahi, ahi, ho pensato e mi sono interrogato se dovessi procedere o meno con la visione. Con il finale del primo episodio però qualcosa è successo. Un colpo di scena. Un gran colpo di scena e ATTENZIONE SPOILER gli autori di The Walking Dead si sono giocati la carta del figlio moribondo. Eccoli lì, finiti su un espediente classico e tradizionale che però nel mio caso devo dire che ha funzionato alla grande. Ci sono cascato in pieno. Maledetti! A partire del secondo episodio stagionale, grazie anche a un flashback molto lostiano, ho infatti cominciato finalmente a intrufolarmi dentro questi personaggi che fino ad allora mi erano rimasti parecchio indifferenti, al punto da essere arrivato a fare il tifo più per gli zombie che per loro. E con gli zombie non ho certo un buon rapporto. Sarà che io, da buon cannibale, con i “cugini” rivali zombie non sono mai andato molto d’accordo.
Il non-giorno dei non-morti Pur essendo tornata in vita come uno zombie dopo una prima stagione moribonda, il pregio di questa season number 2 mi sembra sia paradossalmente quello non di essersi zombizzata, bensì di aver trovato una maggiore umanità. L’espediente del figlio in fin di vita è facile facile, ma almeno ha fatto aprire di più uno spiraglio all’interno dei personaggi, disposti a tutto come il Waking Dad pronto a sacrificarsi pur di salvare il figlio, ma disposti non solo a buone azioni. Il più interessante al proposito appare Shane (Jon Bernthal) che non è più solo il terzo incomodo nel triangolo sentimentale composto con il suo migliore amico Rick (Andrew Lincoln) e la moglie del suo migliore amico Lori (Sarah Wayne Callies) che lui si è trombato quando Rick era moribondo in coma e nessuno credeva si sarebbe potuto risvegliare. È il suo personaggio a far intravedere le maggiori possibilità di sviluppo.
Gli episodi della prima stagione mi erano sembrati latitare soprattutto in fase di sceneggiatura, non a caso molti degli autori della serie avevano levato le tende, nonostante dovessero scrivere appena 6 puntate. Nemmeno la seconda sembrava partire sotto i migliori auspici, visto che lo showrunner Frank Darabont da cui era partita l’idea di realizzare una serie tv dal fumetto “zombiesco”, aveva pure lui fatto “ciao ciao” con la manina. E invece, con mia somma sorpresa, le cose hanno cominciato a cambiare la serie, proprio come il suo protagonista, si è risvegliata dal coma.
Il non-giorno dei non-mortiNonostante queste lodi che le ho concesso, la serie non è comunque ancora arrivata ad entusiasmarmi del tutto e mantiene alcune pecche mica da poco: i dialoghi finto profondi spesso si tramutano in banalità e scontatezze assortite, inoltre si fa sentire la mancanza quasi totale di una componente umoristica o ironica (che non dico dovrebbe essere ai livelli di Shaun of the Dead o Zombieland, ma almeno una punta potrebbero mettercela) e gli attori per quanto in ripresa non mi sembrano all’altezza delle altre serie del network AMC che negli Usa la trasmette, come Mad Men e Breaking Bad, le serie meglio recitate del panorama televisivo attuale, anzi del panorama non solo televisivo e anzi nemmeno solo attuale. Altri problemi: i personaggi cominciano a farsi un po’ più interessanti, ma di davvero incisivi o memorabili non se ne sono visti. C’è il tipo pseudo stronzo (Norman Reedus, visto anche nel video per Judas di Lady Gaga) che però non riesce a raggiungere minimamente i livelli di ironia del Sawyer di Lost, l’orientale simil Jin idem (oh, i paragoni con Lost sono inevitabili), mentre la bionda che vuole sempre farla finita, perché non la fa finita e si leva dalle palle, così ci ritroviamo con un personaggio inutile in meno?
Il non-giorno dei non-mortiPer una volta il detto: “La speranza è quindi l’ultima a morire” non si è rivelato la solita stronzata da pronunciare così tanto per, ma con The Walking Dead trova un’effettiva applicazione pratica. Se l’amore tra un cannibale e gli zombie è ancora qualcosa di difficile da immaginare, per adesso si sono instaurate le premesse per una convivenza pacifica. Anche se poi il campionato è ancora lungo, The Walking Dead adesso è riuscito a raggiungere la zona Uefa, ma ce la farà a volare verso la zona Champions? La domanda vera comunque è un’altra: se oggi è il giorno dei morti, sarà anche il non-giorno dei non-morti? (voto 6,5/10)

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