“Limbo” è suddiviso in 7 racconti che costituiscono un unicum, nonostante i protagonisti cambino da episodio a episodio e le tematiche siano varie: dall’immigrazione alla differenza tra “abitare” un luogo e “viverci” semplicemente, dalla perdita della propria individualità alla ricerca di un successo frustrato.
“Il delitto” per esempio parla di un episodio di cronaca nera semi-dimenticato, riferito a coloro che migrano dal Sud in cerca di fortuna e si ritrovano a volersi dimenticare del luogo da cui provengono per poter essere uguali a tutti gli altri.
In un altro episodio è invece possibile notare quanto la progressiva cementificazione e gli scempi ambientali stiano particolarmente a cuore alla coppia di autori, che trattano l’argomento con palese “spietatezza” pro-ambientalista, ad esempio nella sequenza in cui una signora anziana è costretta a riprendersi le ossa di sua sorella perché in quel terreno stanno per costruire un mega-centro commerciale.
In ogni caso, non c’è solo grigiore in quest’albo: due intermezzi comici muti, “Holiday Inn” e “Tokio Hotel”, fungono da contrappunto ai tormentati contenuti degli altri racconti, rinunciando all’uso delle parole per sfruttare l’espressività dell’immagine, esasperata fino al grottesco. In realtà anche qui compare l’aspetto pirandelliano del sorriso amaro,
In questo modo emerge un altro dei concetti cardine del libro: la vigliaccheria di fondo, l’essere codardi, il nascondere sempre qualcosa, che rappresentano un po’ dei tratti comuni di tutti i personaggi; costantemente assoggettati alla loro stessa volontà di apparire belli, perfetti, anche nei confronti dei loro cari, non permettono a nessuno di penetrare oltre le loro maschere, quasi come se il “limbo” del titolo fosse quello cui essi stessi si condannano cercando di essere ciò che non sono.
Anche se non viene mai citata esplicitamente, la città di Vicenza è nell’aria dei racconti.
Già Goffredo Parise, vicentino come i nostri due autori, era riuscito attraverso i suoi romanzi ad unire il localismo della città di Vicenza, il racconto dialettale, con lo sviluppo economico e l’inarrestabile americanizzazione e perdita d’identità del Nordest; Lori e Liari, in questi brevi racconti per immagini, riattualizzano il racconto di una piccola città tentando di fargli assumere un valore di Weltanschaung, di visione complessiva che va ben al di là degli stretti confini della città per spiegare una realtà per certi aspetti globale.
Il limbo diventa allora, oltre che condizione esistenziale, anche la situazione stessa di una terra, il Nordest, che pare ormai aver perso la propria identità ambientale e culturale, in nome di uno sviluppo industriale che, lentamente quanto inesorabilmente, l’ha trasformata in una “terra di nessuno”.
In questo abisso senza apparente via d’uscita, forse, oggi qualcosa sta cambiando, a partire dalla voglia di alcuni di raccontare davvero quello che succede nella propria terra, affidandosi più al proprio stomaco che al cervello.
Abbiamo parlato di:
Limbo – Quaderni del nordest
Elena Lori, Gianmaria Liani
Kappa Edizioni, 2011
144 pagine, brossurato, bianco e enero – 13,00€
ISBN: 9788874713431
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