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Il nostro Ninestrone.

Da Suster
Il nostro Ninestrone.
Andiamo a fare una passeggiata? Vieni, pupa, ch'è bel tempo, prima che scurisce.
Andiamo, andiamo; ti porto a vedere un posto bellissimo. Non è lontano, è proprio qui, dietro casa di nonna.
"Bebé?"
No, che non facciamo in tempo ad andare ai giardinetti oggi, è tardi. Ma qui c'è un piccolo pezzo di verde, che non è quasi niente, per chi ci passa davanti più volte al giorno, uscendo di casa o rientrando da lavoro: niente più di un pezzetto di prato con alberi, recintato di straforo dal condominio, strappato al confinante parco naturale.
Vedi, pupa? Questi pini altissimi? Li ha piantati Nonno, ed ora sono dei grandi alberi. Ricordo quando li seminammo, quei dieci pinoli,io e lo zio Ergino, chiedendo: "Quanto ci vuole perchè diventino alberi?" E lui ci rispose almeno una decina d'anni. Dieci anni? Che delusione! Così io avrei avuto allora almeno vent'anni, e forse ai pini non avrei più pensato.
Invece ecco qua: di anni ne son passati venti, e io di anni ne ho trenta, i pini sono cresciuti più grandi di me e di te. Qualcuno non c'è più, qualcuno è arrivato invece nel frattempo, loro sono sempre qua.
Guarda, pupa, che belle pigne! Lo senti che odore che hanno di resina e legno? Vedi come sono aperte come fiori? Ci puoi infilare le dita dentro.
"Dita!" Sì, dita, Mimì.
Il nostro Ninestrone.
Il nostro Ninestrone.
E poi c'è il melograno, ecco guarda, lassù. E questi frutti in terra, tutti mangiati dai merli, e forse anche da qualche topo o riccio: rimane solo il guscio. Senti com'è rugoso?
Sono belli vero? Prendiamone qualcuno.
CRA CRA!
Cos'è stato? Hai sentito? E' la cornacchia! Sì, proprio lei, che gracchia alla macchia.
L'hai vista? E' volata su quell'albero alto!
"Atto, atto!"
Eccone lì, una, che saltella, la vedi?
Il nostro Ninestrone.
Senti, pupa, quanti rumori? Vedi, amore, quante cose diverse, si nascondono qui, quanti odori, quante forme, quante superfici?
Senti com'è ruvida la corteccia degli alberi? Hai visto le formiche che camminano tra le sue fessure?
"Mi!"
E' ruvida, ma è leggera, e se ne stacchi un pezzettino, viene via un bellissimo isolotto frastagliato, roseo al centro, rugoso fuori, liscio sotto; sembra un monile o un ciondolo strano.
Prendiamocene qualche pezzo, qualche pezzo di mondo qui fuori, una rappresentanza simbolica di questo eccezionale microcosmo.
Il nostro Ninestrone.
Il nostro Ninestrone.
Voglio fare una composizione. Una composizione di sensi. Una composizione d'autunno. Con quello che troviamo, senza selezionare, senza gerarchie. Cos'hai trovato tu?
"Tatti."
Sassi? Bellissimi. Sono duri, e freddi, e spigolosi, e grandi e piccoli.
Ne prendiamo qualcuno. Lei se li passa sulla guancia, perché le ho detto che son ruvidi, e vuole verificare, come facevo io quest'estate con i ciottoli, dividendo i lisci e i ruvidi.
Una testimonianza importante, i sassi.
E questo cos'è? Senti, amore mio, che odore buono che fa?
Hai sentito che profumo? Questo è rosmarino; le sue foglie sono profumate e sottili, flessibili e morbide: mettiamo anche lui, nel calderone dei sensi.
E, sì, anche il mandarino cinese: nessuno se ne accorgerà se ne manca uno.
No, Mimi, non è buono da mangiare...
"Blea!"
E va be', che ci mancava solo il gusto, nella nostra macedonia sensoriale. Com'era, amaro?
Però il suo odore è buono: pungente, intenso, fragrante e fresco.
Mettiamo anche lui, nel nostro calderone, che ci dà colore, e un pizzico di esotico, e sapore.
Il nostro Ninestrone.
Il nostro Ninestrone.
Abbiamo fatto un bel raccolto, vero Mimì?
Tiriamo fuori gli ingredienti: qui c'è una ghianda, che ci ha dato nonna; mettiamo le lisce castagne dell'ippocastano, brune e brillanti, che danno calore e rotondità, mettono allegria, e mettiamo gli ipporicci, dalle spine gentili.
"Ahi ahi!"
Tu dici che pungono? Ma no, sono tenere queste spine, non fanno male.
Sembrano i raggi di un sole grezzo, disegnato da un bambino.
Vediamo un poco, adesso, dove mettiamo tutto?
Il nostro Ninestrone.Il nostro Ninestrone.
In questo grande cesto di nonna, ecco qua; c'è posto per tutti.
Le pigne, l'alloro, le foglie e le cortecce, il liscio il rugoso il glabro e il peloso, il giallo il verde e il marron, i profumi e gli aromi, le spine e le bucce, il contenuto e il contenitore, la sfera e il cono; ci mettiamo anche la tua lumaca, in rappresentanza del mondo animale, anche se in realtà è solo il guscio vuoto di una chiocciola, e non so dov'è finita in mezzo a questa ressa di carrube e ippocastagne.
Io dico che è ancora troppo vuoto. Domani lo finiamo.
Però ora manca qualcosa...
Il nostro Ninestrone.
Il nostro Ninestrone.
Il nostro Ninestrone.
La luce!(E la luce fu).
Il nostro Ninestrone.Il nostro Ninestrone.
(E fu sera e fu mattina).
Il nostro Ninestrone.Il nostro Ninestrone.
Oggi andiamo di qua, esploriamo ancora, vediamo che si trova, per la nostra sinfonia sensoriale.
Aghi di pino, una grande foglia secca di nespolo.
La pupa la prende e la liscia: è vellutata, con tante venature radiali, e scricchia tutta quando lei la fa in tanti pezzettini. Tanto il nespolo ce l'avevamo già.
Il nostro Ninestrone.
Il nostro Ninestrone.
Guarda lì: ci sono dei tronchetti. Andiamoli a vedere più da vicino.
Cos'è qui? Senti pupa, com'è strana questa pellicola gialla che è nata sul tronco?
Cos'hai trovato? Un'altra melagrana?
Il nostro Ninestrone.Il nostro Ninestrone.
Il nostro Ninestrone.Bastoni accatastati, foglie secche, che frusciano sotto i piedi, aghi che pungono le mani, resina che le impiastriccia e le appiccica. La bimba apre e chiude la mano, sente "cic-ciac".
Il nostro Ninestrone.
Il nostro Ninestrone.Il nostro Ninestrone.
Sembra un libro per bambini. Un libretto educativo, di quelli cartonati, che ti insegna: alto, basso, secco, grasso, largo, stretto, chiuso, aperto.
Ma qui non ci sono parole da leggere e disegni da interpretare. Solo i segnali di una realtà multiforme, che a me sfugge, a lei no.
Io guardo le cose come mi è stato insegnato, secondo un'ordine logico e gerarchico.
Lei guarda negli interstizi tra il selciato e trova cose interessantissime, che io non avevo visto,che io non avrei notato, che io non so collocare nelle mie categorie.
Il nostro Ninestrone.
Esplora, scruta, individua, vaglia, saggia...
Il nostro Ninestrone.
Il nostro Ninestrone.
Trae le sue conclusioni: non adatto alla degustazione.
Ma può far parte del nostro esperimento sensoriale.
Come una cascata di sottili steli verdi attraverso cui passare.
Come soffici pennacchi piumati che danzano nel vento.
Il nostro Ninestrone.Il nostro Ninestrone.
Il nostro Ninestrone.
Ondeggiano e oscillano, si piegano, cambiano forma, si aprono, sembrano avere un movimento proprio, deliberato e volontario. Lo prendiamo?
Il nostro Ninestrone.
E tu, cos'hai trovato?
Il nostro Ninestrone.
Rose! Rose di legno! Bellissime, amore! E' la natura che imita se stessa!
E' un omaggio floreale di un albero artigiano alla sua amata?
Fiori che sanno di resina e non di polline.
Il nostro Ninestrone.
Facciamo la musica trascinando i bastoni sulle grate di metallo, e battendoli sulle inferriate, e poi andiamo, laddove un lungo corridoio ci invita al cammino, a vederci vicino e poi lontano.
Il nostro Ninestrone.Il nostro Ninestrone.
A capir che ciò che è dentro non è fuori, che non tutto ciò che vediamo può essere raggiunto, malgrado i nostri sforzi.
Il nostro Ninestrone.
Il nostro Ninestrone.
A raccogliere ancora profumi, da aggiungere al nostro minestrone virtuale, la giornata di oggi, il nostro libro-mondo.
Il nostro Ninestrone.
Ciò che ci si offre e ciò che ci si sottrae...
Il nostro Ninestrone.Il nostro Ninestrone.
E che aggiungiamo ancora alla nostra composizione sensoriale, alla nostra sinfonia simbolica, di odori sapori forme e colori, suoni e percezioni.
Il nostro Ninestrone.
Il nostro minestrone improvvisato, fatto con quello che ci è capitato di trovare, come quando apri il frigo e cucini con quel che c'è.
La ricetta non è mia: la cuoca è lei. Lei che coglie meglio di me l'eccezionalità di ogni ingrediente.
Io vado spesso troppo di fretta, sono distratta, sbadata, e ho uno sguardo superficiale, mi perdo le note più sublimi della sinfonia. Lei assapora e apprezza ogni dettaglio, ogni sfumatura di suono.
Io annoto solo, e mi limito a prestarle le parole per trovare un ordine in questo tutto multiforme e sinestetico, a trascrivere i suoi gioiosi accostamenti, a decifrare il tumulto sensoriale delle sue scoperte.
E anche così non riesco a scrivere una ricetta più precisa e dettagliata di questa, approssimativa e aleatoria, del come viè viè.
E però vi assicuro che viene sempre bene, anche se mai uguale a se stesso, il nostro minestrone.
Anzi: il nostro Ninestrone!

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