Edward Bach, si proprio quello dei fiori, racconta in un suo librettino una storia molto significativa.
La rammento in maniera non dettagliata.
Una bambina decide di regalare alla sua mamma un dipinto in quanto lei ama profondamente dipingere. Il suo dipinto rappresenta la natura che lei vede attraverso i suoi occhi. I colori, le caratteristiche di ogni singolo elemento sono quelli che lei sente nel cuore.
Il dipinto è perfetto perché eseguito da lei stessa nella sua assoluta autenticità.
Succede che prima di consegnare il dipinto alla mamma vuole mostrarlo ad amici e parenti.
Soltanto che ciascuno fornisce una sua versione del dipinto non limitandosi ad apprezzarne la bellezza.
C’è chi vuole l’albero differente, chi userebbe colori diversi etc.
La bimba segue il consiglio di tutti e ritocca profondamente la sua opera d’arte.
Il dipinto non è più riconoscibile nella sua autenticità. La bambina perde il desiderio di regalare il dipinto alla mamma.
Secondo Bach noi abbiamo una nostra collocazione nel mondo così come ogni albero, pianta ed animale.
Questa collocazione è unica ed inalterabile da altri.
Ciascuno di noi è portatore di doni e talenti, capacità da mettere a frutto nel mondo.
Noi siamo come il dipinto, perfetti così come siamo, nella nostra unicità, particolarità.
Abbiamo una missione da portare a termine. Succede che fin da bambini ci dicono che il quadro non è perfetto così. Va modificato in alcune sue parti. E non si riconosce l’opera d’arte e la sua naturale collocazione.
Siamo con gli anni così confusi a causa delle interferenze da perdere il significato profondo di chi siamo, quali sono i nostri talenti e doni.
Non ne parliamo poi della missione che non riusciamo lontanamente ad immaginare.
Noi siamo diventati il dipinto che gli altri hanno realizzato e non abbiamo più desiderio di regalarci al mondo!
Riprendi i pennelli ed i colori e dipingi ex novo il tuo meraviglioso quadro d’autore che tu sai nel tuo profondo qual è.
Diventa artista della tua vita e ricomincia da dove hai terminato!
Da una parte c’è la vita,
l’autenticita’, la capacita’ di accogliere e rispettare le nostre piu’ profonde
esigenze, mentre dall’altra non si trova che la morte interiore, la sterilita’,
la paralisi.
Soltanto chi ha avuto il coraggio
di compiere una scelta decisiva, abbandonando un’esistenza divenuta ormai
troppo angusta, soffocante e inadeguata, puo’ aiutare gli altri a procedere nel
cammino di individuazione.
Lasciarsi dietro le vie conosciute
per seguire una nuova strada ha in se’ una tragica bellezza, racchiusa nel
fatto che la meta non e’ mai visibile.
Con il cuore
Luigi
Miano
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