Oggi ho letto con piacere un articolo del Corriere della Sera che riprendeva le affermazioni fatte dall’esimio professor Umberto Veronesi – oncologo, scienziato di fama internazionale e neonominato Presidente dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare italiana – durante la conferenza mondiale di “Scienze for Peace”, alla presenza di intellettuali e premi Nobel. Secondo il professore “il nucleare può essere fonte di pace” e a chi gli ha fatto notare la presunta contraddizione tra l’essere promotore del disarmo globale ma anche dell’energia nucleare, ha prontamente risposto: “Non c’è nessuna contraddizione”. Vediamo insieme perché. Riportando le dichiarazioni di Veronesi, il ritorno dell’Italia al nucleare “non è per niente in contraddizione con quello per la pace, anzi, la scienza può contribuire con il progresso e l’energia nucleare. Le fonti di energia sono fonti di ricatto economico e, quindi, di conflitto. Basti pensare a quale tensione internazionale ha creato il fatto che il petrolio fosse in mano a pochi nel mondo”. Come potete leggere da queste parole, il professore rimane un grande pensatore scientifico che non si perde dietro ideologie e cospirazioni ma va dritto al sodo: il nucleare serve? Sì, e per una serie di motivi tra cui liberare il mondo dalla schiavitù del petrolio. I maggiori produttori ed esportatori di combustibili fossili sono Paesi parecchio “problematici” come ad esempio Emirati Arabi, Iran, Iraq. Ma proprio questi Paesi si stanno attrezzando per la costruzione di nuovi reattori nel loro Paese per aumentare l’esportazione di petrolio e continuare a tenere le redini della questione energetica mondiale. La strada per la pace è, dunque, nell’indipendenza economica e politica e per Veronesi l’unica fonte energetica che può assicurare questo è l’energia nucleare. Scorrendo l’articolo, il famoso scienziato parla, ancora una volta, della situazione energetica italiana: “L’Italia ha l’elettricità più cara d’Europa perché la compriamo dalla Francia, appena al di là dei nostri confini. Che succederebbe se un giorno la Francia ci tagliasse i rifornimenti? Tutti i Paesi si stanno dotando di centrali proprie o le hanno già”. E’ questo un altro punto su cui voglio soffermarmi, anche se sapete bene la mia opinione in proposito se avete letto gli altri miei post; insomma, noi non vogliamo le centrali a casa nostra però compriamo lo stesso tipo di energia dalla vicinissima Francia e in questo modo ci rendiamo dipendenti da loro. C’è qualcosa che non torna, vero? Tutti i Paesi del mondo si stanno dotando di centrali proprie o già ne hanno. Intorno a noi, la Svizzera possiede 5 centrali (ma arriverà a 8), la Francia 58. Infine, bisogna ancora una volta sottolineare che il nucleare non produce CO2 e quindi non contribuisce alla produzione di gas serra. E’ anche ecologico e noi ancora siamo indecisi? Suvvia…se si ritornerà al nucleare i soldi invece di andare a rifocillare gli arsenali saranno dirottati verso l’ambiente, la ricerca e l’università. I vantaggi quindi sono tanti: niente armi, meno smog, più soldi alla ricerca per un nucleare per l’energia e non per la guerra.
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