Strong agreement and great co-operation at the meeting which involved all the designers in the preparation of the new Milano Moda Donna schedule.
Il consiglio direttivo della Camera Nazionale della Moda Italiana, riunitosi sotto la presidenza di Mario Boselli, ha definito il calendario di Milano Moda Donna del prossimo settembre ribadendo un ruolo più incisivo per il futuro consiglio direttivo, che verrà eletto
La durata della manifestazione sarà di 7 giorni, dal 22 al 28 settembre, in cui si alterneranno nomi forti e imperdibili accanto a collezioni di tendenza ed emergenti con una ripartizione equilibrata. Per la partenza si fa il nome di Gucci, Armani e Cavalli sostengono lunedì 27 e si sta lavorando per garantire vitalità anche alla giornata di martedì 28 settembre, che chiude la fashion week. L’obiettivo, quindi, è quello di puntare verso una razionalizzazione e la creazione di un format che rimanga costante nel tempo come accade a Parigi. “Sono lieto che il mio appello alla responsabilità sia stato accolto – ha detto Giorgio Armani – e non credo fossi l’unico ad auspicarlo: era giunto il momento di riconsiderare seriamente la questione del calendario della moda perché intorno ad esso ruota un intero sistema industriale che deve riprendere coscienza di sé, riaffermando la propria forza e il proprio valore. L’accordo dei maggiori stilisti, a tutela anche di quelli emergenti, raggiunto con la mediazione della Camera della Moda, dimostra che se vogliamo, noi italiani, siamo perfettamente in grado di imporre senza timori la nostra volontà per valorizzare ciò che il mondo riconosce essere un ricco e inimitabile patrimonio creativo”.
“La settimana della moda milanese – ha aggiunto Patrizio Bertelli – è un momento di fondamentale importanza per la nostra attività ed è quindi indispensabile che le venga riconosciuto, anche in futuro, il ruolo trainante a livello internazionale che ha sempre avuto e che deve continuare ad avere. Quello di oggi è un passo significativo, che va nella direzione giusta: sottolinea, infatti, un senso di appartenenza che recenti polemiche avevano fatto temere fosse stato dimenticato. Però penso anche che si possa fare di più: il futuro del calendario delle sfilate milanesi va affrontato anche a difesa del made in Italy e del patrimonio creativo di tutta la filiera della moda”.
Un comunicato, inoltre, parla di “ritrovato spirito unitario degli stilisti” e “totale condivisione del ruolo della Camera Nazionale della Moda Italiana come elemento catalizzatore degli operatori del settore” come “la forte risposta alle indebite pressioni di chi ha interessi contrastanti a quelli della moda italiana”. Ciò ha tanto più valore in un momento congiunturalmente difficile.Si parla, d’altra parte, di possibili sedi alternative alla Fiera come piazza Duomo, il Castello Sforzesco, la Scuola Militare Teulié in corso Italia, Palazzo Clerici e, addirittura, di Palazzo Marino. Il presidente si è dichiarato anche aperto a una collabozione con agenti e showroom attivi nel tessuto cittadino.Grazie all’unitarietà d’intenti del sistema moda e delle Istituzioni (Comune, Regione, Camera di Commercio di Milano), la settimana della moda milanese sarà opportunamente rilanciata e la città continuerà ad essere la capitale mondiale del pret-à-porter e ad ottenere ulteriori meritati successi.