La mossa degli alfaniani, colombe, governativi (chiamateli come vi pare, ma non traditori: non è carino verso chi dovrà tornare – prima o poi – alla casa del “padre”), non è stata molto intelligente. È evidente, almeno per quanto detto da Alfano nella conferenza stampa di ieri per la presentazione del nuovo movimento, che la voglia di andarsene dal Pdl, o meglio di non entrare in Forza Italia, era davvero poca. “Non avremmo mai voluto assumere la decisione di non aderire alla nuova Forza Italia”, ha detto Angelino-leader-del-futuro. Ed è davvero così: il Nuovo Centrodestra non ha un simbolo, non ha una base, non ha un programma e non ha i numeri – se non quelli di Palazzo – per dirsi “il movimento del futuro”. Ma “c’è speranza”. Beati voi.
La brutta copia
Un piccolo strappo nel programma politico del NC esposto da Angelino, però, c’è: la quasi totale assenza di riferimenti alla vicenda giudiziaria di Berlusconi. “Anche in caso di decadenza, voteremo la fiducia al governo”, ha detto Alfano, evidenziando qual è l’unico motivo – se mai non fosse stato chiaro – della frattura con FI: il governo non si tocca. È una scelta, che qualcuno potrebbe dire “responsabile”, ma politicamente sciocca. L’avevamo detto qualche giorno fa: Alfano deve portare il centrodestra oltre Berlusconi, non contro. Così non ha fatto, preferendo creare un partito opposto al Cavaliere. Gli elettori, finita l’esperienza del governo Letta e decaduto così l’unico motivo di esistere del Nuovo Centrodestra, andranno davvero alle urne per mettere la croce sul nuovo simbolo? Forse qualche reduce e nostalgico della “cosa bianca” ci potrebbe cascare, ma non sono tanti.
Il futuro del Centrodestra

Eppure viene da chiedersi: in una coalizione simile, quando tra qualche mese Letta sarà un ex Primo Ministro (12 è un’esagerazione, Angelino), che senso avrà avere due partiti uguali, FI e NC? Due gemelli che, in quel momento, non avranno più il punto di scontro – la fiducia al governo Letta – che li ha divisi ieri. Nessuna logica, e probabilmente le pecorelle smarrite vorranno (o saranno costrette) a tornare nell’ovile. A quel punto, però, Alfano non avrà più la legittimazione per essere il nuovo leader.
L’elettore berlusconiano l’ha dimostrato già altre volte: perdona con difficoltà sgarbi simili.
Giuseppe De Lorenzo