L'otorino di Renzi ha preteso che il colloquio con Grillo si svolga in una stanza insonorizzata. Le ministre Boschi e Madia, dotate di auricolare, riceveranno istruzioni da vecchi costituzionalisti nascosti nell'ombra
Non è stato ancora deciso se l'eventuale incontro tra Matteo Renzi e Beppe Grillo sulla riforma elettorale avverrà in streaming oppure in strilling, le due tecniche di comunicazione lanciate alla ribalta della politica dal Movimento Cinque Stelle. I rispettivi staff stanno lavorando.
LE TRATTATIVE - L'otorino di Matteo Renzi ha posto, come condizione preliminare, che il colloquio si svolga in una stanza rivestita di materiale fonoassorbente. Sul fronte opposto, il road manager di Grillo sta facendo costruire un piccolo palcoscenico a rotelle, trasportabile in qualunque luogo chiuso, anche a Palazzo Chigi, sul quale Beppe potrà sentirsi a suo agio, camminando su e giù nervosamente per tutta la durata dell'incontro, con un solo riflettore fisso e un normale microfono. Renzi ha chiesto, in cambio, un biglietto omaggio, e la garanzia che Grillo, al termine del colloquio, paghi la Siae e l'Enpals.
LA RETE - Da quando il fenomeno Cinque Stelle ha radicalmente cambiato le regole del gioco politico ci siamo abituati a chiederci: che cosa dirà, adesso, la rete? Attendendo poi con ansia il responso, spesso in grado di determinare l'agenda politica italiana. Anche questa volta Carmine La Rete, professore di diritto internazionale all'Università di Bari e ideologo del movimento, non ha fatto mancare la sua autorevole opinione. "La Rete dà il suo ok alla trattativa" è, da giorni, il titolo di apertura di quasi tutti i quotidiani italiani.
IL CONFRONTO - Renzi è per il maggioritario, Grillo per il proporzionale: un accordo parrebbe oggettivamente impossibile, e ci si chiede, dunque, perché sottoporsi a un pomeriggio così sgradevole per non cavarne un ragno dal buco. Anche La Rete non capirebbe, e lo ha già fatto sapere, intervistato a Uno Mattina. Ma gli esperti spiegano che il vero accordo che questo meeting si propone di ottenere è sancire, di comune accordo, che non esiste alcuna possibilità di accordo, rinfacciandosi vicendevolmente la responsabilità del fallimento. «Il successo dell'uno o dell'altro leader - spiega il politologo americano Mark Schwinzl, detto "il professore con l'elmetto" perché da anni si occupa di pace in Medio Oriente - dipende da quanto riuscirà a dare la colpa alla controparte».
LE DELEGAZIONI - È possibile che i due leader siano accompagnati da due delegazioni. La Rete ha già deciso la composizione della delegazione grillina, e l'ha scritta su un foglietto. Sarà formata da Di Maio, Di Carlo, Di Sciglio, Di Vaio, Di Fierro, Di Risio e Di Fiengo, tutti deputati ventinovenni, nella vita civile antennisti, che assomigliandosi molto hanno pubblicato sui loro profili la stessa fotina, in modo da non sperperare denaro pubblico facendosi fotografare uno per uno. I quaranta centesimi risparmiati con questo semplice accorgimento sono stati destinati a un fondo che assiste i fotografi disoccupati. La delegazione renziana sarà invece formata dalle giovani e bellissime ministre Boschi e Madia, l'una in rosso, l'altra in antracite, che grazie a un auricolare riceveranno istruzioni e suggerimenti da due costituzionalisti novantenni, di orribile aspetto, che seguiranno l'incontro nascosti dietro una paratia, con una bombola di ossigeno a disposizione.
IL COLPO DI TEATRO - Non è escluso che all'incontro cerchi di presenziare anche Berlusconi, che grazie a uno stratagemma dei suoi avvocati potrebbe far figurare la sua presenza come "assegnazione ai servizi sociali". Come spiega l'avvocato Ghedini, «nel caso che qualcuno dei presenti debba essere soccorso, chi meglio di Berlusconi, reduce da mesi di preziosa esperienza con gli anziani?». Come segno di buona volontà, Berlusconi non porterebbe nessuna proposta di riforma elettorale, «anche perché - come ammette scherzosamente con gli amici - di politica non ho mai capito un tubo, anche se la vita mi ha costretto a occuparmene». Che cosa dirà La Rete?
Michele Serra - l'Espresso del 20/06/2014
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