Si annunciano tempi foschi per il futuro della “nuova” politica locale. Già qualche mese fa, Pius Leitner – storico leader dei “blu” – aveva consegnato il timone del partito alla più combattiva e “indirndlandata” Ulli Mair; l’operazione hardcore è adesso ulteriormente compiuta mediante la nomina del ventiseienne Michael Demanega a segretario generale del partito. Chi è Michael Demanega? Per dirlo con le categorie habermasiane messe a punto da Hans Karl Peterlini (cfr. Heimat zwischen Lebenswelt und Verteidugungspsychose) a proposito del discorso pubblico sudtiroelse, Demanega è un giovane invasato che vive di conati sistemici rivolti contro la Lebenswelt nella quale è cresciuto (viene da Salorno, un luogo in cui la sindrome del confine è percepita evidentemente al pari di una cicatrice sulla pelle). Mettendo in conto che tra le nuove leve della politica locale ci sono anche gli sconclusionatissimi “Pirati” (in sostanza la versione locale e tedesca dei “grillini”), la discesa in campo di questo “neo-professionista” della politica ispirata al totem dell’etnia e al peggior “tirolesismo” è il classico colpo sulla testa dopo aver già subito un calcio nelle palle.
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