Perché i Judas Priest continuano a chiamare ‘kids’ i loro fan nonostante l’80% di loro abbia più di 40 anni?
Giusto, dovrebbero chiamarli ‘vecchi scorreggioni’ (scambio tra due utenti di Blabbermouth).

Redeemer of Souls continua a promettere discretamente. March of the damned, seconda anteprima di quello che sarà il sedicesimo (e primo senza KK Downing) album dei Judas Priest, è pure più convincente della title-track, della quale vi aveva parlato Roberto a suo tempo. Anch’essa accostabile stilisticamente all’epoca di Defenders of the Faith, la canzone è un classico mid tempo nello stile della band, con un riff semplice semplice ma solido e roccioso, un bell’assolo e Halford che continua (giustamente) a evitare di strafare. A fine ascolto, ti viene voglia di rimetterla su, il che è un buon segnale. Tra un paio di mesi scopriremo se varrà lo stesso per tutto il disco.