Uno degli sport più in voga, dopo l’emarginazione e la demonizzazione di Vendola, è l’insulto a Ingroia. Dopo la violenza calcolata di Sallusti e permessa scientemente da Lucia Annunziata, ecco Beppe Grillo e il suo “bidone aspiratutto”. Che importa quel che ha fatto come magistrato, indagando sulla trattativa Stato-mafia, uno dei capitoli più oscuri della storia italiana? Che importa se gli elettori di sinistra meritano rappresentanza? I potenti predicatori, i protagonisti dei massmedia orientano i cittadini verso la sottomissione.
Antonio Ingroia con Rivoluzione civile ridà voce a una parte di elettori esclusi, cacciati via e perseguitati dalla propaganda anticomunista: torna la sinistra alternativa al solito liberalismo in cui credono più o meno tutti. Vendola fino all’altr’anno riusciva a “sparigliare”, a rinnovare l’offerta politica. Rosy Bindi l’ha sostenuto dal 2008/09, poi il Pd l’ha messo in ombra durante il governo Monti, una delle pagine più nere, per quel che riguarda la libertà di critica. Ora Vendola resiste in una posizione difficilissima.
La sofferenza economica è così diffusa che le forze dell’ordine temono disordini, come avvenuto all’estero. La democrazia dà sempre più fastidio all’economia e alla gestione del potere: in Slovenia un referendum è stato impossibile, in Italia ne sono stati cancellati quattro ma NON FA SCANDALO! La recessione comporta anche questo. Rivoluzione civile, più che dare una banale “valvola di sfogo”, finalmente prepara il terreno a una ripresa delle idee migliori della sinistra.
Ci sono “ideologie”, come anche quella democratico cristiana, che non vanno proprio cancellate dalla storia. Teniamole da conto.