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Il padrone sono me…con mister Lambert,il signor Pietro Botto e sua moglie..

Creato il 14 maggio 2011 da Gianpaolotorres

Il padrone sono me…con mister Lambert,il signor Pietro Botto e sua moglie..

Al diavolo lo zio Sam , le sue leggi..e tutti i sindacalisti…che mettono il naso nei miei profitti…1913

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Non la voglio fare lunga come al solito.

Ma informarvi di come venne montato uno sciopero tessile negli USA del 1913 e di come un italiano del biellese sia passato alla storia con sua moglie.

Erano i tempi in cui un tessitore o più facilmente una tessitrice badava a 2 telai .

Rumore tanto, come sempre c’è in sala tessitura e macchine per tessere lente.Le tecnologie non erano quelle di oggidì.

Ogni qual volta si rompeva un filo,fermavi  tu il telaio,e l’operaio annodava il filo in modo da non rovinare il tessuto, quindi ripartiva a tessere,tutto il santo giorno.

Era veramente faticoso e stressante guadagnarsi il pane in quelle condizioni,e per trovare lavoro a volte succedeva che un italiano si dovesse spostare negli Stati Uniti.

Poi migliorò la qualità dei fili e soprattutto quella dei telai,che divennero sempre più veloci ed automatici,ogni qual volta si rompeva un filo,la macchina si fermava da sola,ed i padroni dell’epoca,per risparmiare,decisero di mettere un tessitore/tessitrice ogni  4 telai .Il tessitore se vedeva un telaio fermo andava ad annodare il filo mentre gli altri tre continuavano a girare.

Però questa novità voleva dire considerare in esubero  due operai su quattro.

Il  50% andava  a casa.

Una tessitura di 100 telai scendeva da cinquanta operai a 25.

D’altro canto per acquistare questi modelli di telai più avanzati si doveva spendere e quindi il titolare dell’impresa risparmiava sul costo del lavoro.

Se non l’avesse fatto lui,l’avrebbe subìto dai concorrenti e poco a poco  sarebbe andato fuori mercato,vi racconto che oggidì entrate in una sala tessitura moderna e quasi non trovate più un operaio.

I fili si rompono poco e le macchine si fermano pochissimo.

La conclusione che ne trassero gli operai con i sindacati era che creando questo sacca di disoccupazione,i salari sarebbero scesi,ci sarebbe stata più domanda che non offerta di impiego.

E’ una dura legge quella dell’uomo che crea la concorrenza a se stesso,ma altri sistemi che funzionino non ne abbiamo ancora trovati.

Ci saranno gli ammortizzatori sociali e così via,ma per l’intanto non ho ancora incontrato qualcuno che mi abbia mai raccontato di essersela spassata lavorando,eventualmente ,quello sì, di essersi  annoiato nei giorni di riposo.

Ci troviamo nel 1913 a Paterson nel New Jersey.

Molti titolari di impresa erano persone che avevano iniziato a lavorare anche a 10 anni come operai nei cotonifici inglesi,dove avevano letto che uno su dieci ce l’avrebbe fatta a fare i soldi in Gran Bretagna,mentre negli Stati Uniti le opportunità erano diverse,e sarebbero divenuti ricchi impresari in 9 su 10.

Per cui era una buona ragione per abbandonare la povertà e partire all’avventura,in fondo parlavano almeno la stessa lingua.

Maria Botto faceva la rammendatrice di tessuti greggi che uscivano dai telai,cioè ne controllava i difetti e li metteva a posto con l’ago e filo,oltre a ciò cucinava per altri italiani che non avevano la famiglia negli Stati Uniti.Gradualmente mise su nella casa quello che chiameremmo una modesta trattoria con gioco delle bocce e tavoli per farsi una partita. Il marito Pietro,infatti, essendo un tessitore qualificato già in Italia aveva trovato lavoro immediatamente,in quella che chiamavano la Città della Seta d’America,dove operavano 73 mila addetti tessili.Paterson,nel New Jersey.

Da fine gennaio a luglio durò lo sciopero.Con la resa finale degli operai.

Le arringhe alla folla manifestante tenute dai vari sindacalisti erano dal balcone della casa dei Botto.

una sindacalista dell’epoca..le donne..in prima linea

Il padrone sono me…con mister Lambert,il signor Pietro Botto e sua moglie..

Si iniziò con uno sciopero di 800 persone in un’azienda per arrivare al fermo totale delle 300 fabbriche in una settimana.Ma mentre i tessitori avevano una paga più elevata e tenevano duro,il contributo dato allo sciopero dagli operai generici che prendevano meno di stipendio fu poco consistente,non si riuscì a raccogliere fondi per aiutare le famiglie rimaste senza entrate ed alla fine dovettero accettare le nuove condizioni.

Non bastarono né un sindaco socialista né arresti né morti né aggressioni.

Pietro Botto non lavorò più nella seta e sua figlia dovette cambiar cognome.

Erano arrivati in America nel 1892 e si eran fatti lavorando.

Dalla parte dei padroni ho trovato la storia del signor Catholina Lambert,ex operaio a sua volta proveniente dall’Inghilterra.

Uno  che anche lui ce l’aveva fatta lavorando anche 16 ore al giorno ed arrabbattandosi in mille mestieri per divenire industriale tessile.

Nella buona aveva speso una fortuna in tutto,fabbrica,villa,400 quadri d’autore compresi vari Rembrandt,Renoir,Monet,e pur avendo guadagnato un sacco di soldoni si trovò pieno di debiti a causa del fermo dell’attività.

Non volle negoziare con gli scioperanti ed a 79 anni suonati quasi aggredisce il socio che era favorevole.

Aveva creato un impero che crollò poi anche a causa della prima guerra mondiale.Dovette vender quasi tutto e terminò morendo senza debiti,ma l’azienda era andata nel frattempo perduta.

Come devo chiudere?

Non lo so.

A parte la notizia,su cui ci ho romanzato,chi vuole documentarsi può procedere in lingua originale.

Vi passo il tutto a titolo informativo,cliccate,se lo desiderate su:

http://www.nps.gov/nr/twhp/wwwlps/lessons/102paterson/102facts3.htm

http://www.spartacus.schoolnet.co.uk/USApaterson.htm

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fine

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