E ci sono ricascata.
In un vortice di sensazioni ed emozioni che diventano quasi impalpabili, come quel mondo parallelo che è l’1Q84.
credit to Katie Lawter
Sono entrata in questo libro a piedi nudi, cercando di far meno rumore possibile, perché con Murakami non sai mai che può succedere a far troppo rumore.
E come sempre, storie parallele che si intrecciano. Il che è quasi una garanzia, perché almeno uno sa di dover cercare il bandolo di questo intreccio e solo allora inizia a capire qualcosa.
Tengo e Aomame, un amore che sfida tempo e spazio, e anche i Little People (ma non lo diciamo a voce alta che un po’ mi fan paura), ma siamo veramente sicuri sia solo una storia d’amore?
Quando chiudi l’ultima pagina del libro 3 ti senti orfana (e non mi contraddite, io mi sento abbandonata a me stessa oggi). Perché ormai sei anche tu nel 1Q84, anche tu cerchi quella seconda luna che splende dietro la prima.
E in un certo senso, la prima volta che la cerchi e non la trovi ti senti delusa.
Ma le pagine scorrono, avanzano, le vite di Aomame e Tengo si complicano, e tu perdi un’altra volta il bandolo di questo romanzo, sai solo che speri che Murakami non faccia i suoi soliti scherzi con i finali che ti lasciano indecisa, che potevano andare avanti ma non lo hanno fatto.
La conclusione non riserva grandi sorprese, a parte forse un momento in cui tentenni quasi e pensi di dover ricominciare da capo.
Ma le domande che rimangono senza risposta sono almeno quante quelle a cui una risposta viene data.
Ma d’altra parte la Q non sta per “Question Mark”?
E il gusto di poter rispondere da soli a quelle domande?
Quello che è certo è che… si trovano dei Tengo disponibili? Ne prenderei uno, se fosse possibile.