La storia dell’Albergo dei Poveri di Napoli ha davvero dell’incredibile: una delle strutture più belle ed imponenti d’Europa lasciata alla polvere e all’oblio nonostante le sue destinazioni d’uso potrebbero essere migliaia. La struttura voluta e commissionata dai Borbone, ad oggi rappresenta l’edificio barocco più grande d’Europa con una superficie di 103.000 metri quadri ed una facciata lunga 400 metri (circa un centinaio di metri in più rispetto al prospetto della Reggia di Caserta) che si caratterizza per la presenza di cinque ordini di finestre e la monumentale scalinata a doppia rampa.
La maestosità degli esterni viene superata forse solo dalla bellezza degli interni che si articolano intorno a tre cortili adibiti a giardini, con aiuole per la parte centrale e spazi ricreativi per quelli laterali. All’interno ben 430 stanze di differenti dimensioni a seconda della posizione, alcune delle quali di 40 metri di lunghezza ed 8 metri di altezza.
Un’invidiabile struttura dall’enorme potenziale attualmente utilizzata al 10% delle sue incredibili ed eccezionali capacità. Eppure centinaia sono le iniziative che potrebbero nascere proprio li, in uno dei palazzi più belli e suggestivi di Napoli. Tra le più interessanti quella avanzata dal Comitato Civico di Piazza Carlo III che vorrebbe destinare il Real Albergo dei Poveri a polo museale, tre volte più grande della galleria degli Uffizi di Firenze e tra i più grandi presenti in Europa.
Una proposta che potrebbe rivelarsi assolutamente vincente, vista l’assoluta mancanza di realtà museali napoletane all’avanguardia. La situazione in cui versano i nostri musei è spesso drammatica e carente, incapace di offrire ai turisti le infrastrutture necessarie. Ma nonostante tutto l’amministrazione napoletana sembra essere vittima di un inspiegabile immobilismo che, in un modo o nell’altro, continua a penalizzare Napoli e le sue potenzialità. Eppure noi continuiamo a chiederci: Quale modo migliore di investire un’opera architettonica imponente ed autorevole come l’albergo dei Poveri se non in arte e cultura?
Attualmente la gestione della struttura, nonostante il suo inutilizzo, costa al comune di Napoli parecchi soldi che potrebbero essere investiti in modo diverso, al fine di garantire un ritorno economico e d’immagine fondamentale per la nostra città. Una simile realtà permetterebbe di dare nuova vita a centinaia di opere e reperti lasciati nei sotterranei a morire, tra polvere ed indifferenza. Magari potrebbe ospitare il Tesoro di Oplontis, sbarcato all’estero perché a Torre Annunziata non c’era un museo adatto ad esporlo.
Un museo degno della storia e della cultura di Napoli che farebbe della nostra città una delle più belle capitali della cultura europea.