Hanno eretto abusivamente un palco, hanno divelto segnali e occupato una strada senza porsi nemmeno il problema di chiedere i permessi. Potremmo pensare che sia stato valutato il rischio di sanzioni e si sia reputato di correrlo, che il gioco valesse la candela. Ma non è così. Hanno semplicemente fatto quello che gli pareva, e lo dimostra il fatto che ora si indignano perché arrivano sanzioni, perché il sindaco di Roma, definito con disprezzo “vigile urbano”, si è occupato della vicenda che non è affatto minimale come vogliono fare credere.
Le regole valgono per tutti ma quelle che non ci piacciono si possono anche infrangere. Le regole vanno rispettate ma all’occorrenza si possono anche disattendere. E quando arriva la punizione allora scatta il piagnisteo, l’invocazione della democrazia a comando, confondendo la libertà, civilmente limitata da quella altrui e, per questo, regolata da norme, con l’arroganza di chi è abituato a infischiarsene di tutto e di tutti per poi, magari, pagare una multa che, tutto sommato, ci si può anche permettere. In conclusione, Silvio è ancora una volta vittima e perseguitato da quella cosa che noi, comuni mortali soggetti alle regole, chiamiamo giustizia.
Luca Craia