In Sardegna il pane Carasau viene prodotto da numerose aziende, distribuite su tutto il territorio regionale e soprattutto nelle zone interne del nuorese. Fino a 50-60 anni fa era ancora molto diffusa la lievitazione del pane con il lievito madre, un lievito ottenuto per acidificazione spontanea di un impasto di acqua e farina. Questo lievito, conservato gelosamente presso le famiglie che producevano pane, prendeva il nome di framentarzu, nelle sue varie declinazioni, e veniva utilizzato il giorno prima della panificazione per la preparazione “de sa madrighe”, cioè un impasto lievitato che fungeva da inoculo per l’impasto da panificare. L’impiego del lievito madre negli ultimi decenni è andato diminuendo, fino ad essere sostituito, quasi completamente, dall’uso del lievito di birra, soprattutto nelle aziende di maggiori dimensioni per volumi di produzione che ritengono il lievito madre time consuming, difficilmente controllabile e standardizzabile.
Grazie al progetto realizzato da Porto Conte Ricerche e dall’azienda Il Vecchio Forno-M.F.M., di Fonni, è ora invece possibile utilizzare il lievito madre all’interno di un processo industriale. La collaborazione tra queste due realtà ha portato non solo alla messa a punto del processo produttivo di un pane Carasau a lievitazione naturale, ma anche all’ottenimento di un prodotto dalle caratteristiche sensoriali e nutrizionali superiori, soprattutto rispetto a molte delle referenze attualmente in commercio. Inoltre, lo studio delle proprietà nutrizionali di questo nuovo prodotto, condotto presso Porto Conte Ricerche, consentirà all’azienda di fregiarsi del claim nutrizionale approvato dall’EFSA riguardante “amido a lenta digeribilità”.
Nella giornata del 26 giugno, oltre a presentare nel dettaglio i risultati finora ottenuti, i ricercatori del centro e i rappresentanti dell’impresa partner analizzeranno le applicazioni commerciali future del progetto.