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Il papa e il business dei migranti

Creato il 09 luglio 2013 da Webnewsman @lenews1
IL PAPA E IL BUSINESS DEI MIGRANTI

In due giorni tra ieri ed oggi ho ricevuto tre documenti provenienti da tre paesi diversi, tre continenti diversi e tre persone diverse. Conoscenze mie ma persone che non si conoscono tra di loro e che non si sono mai incontrate. Ognuno ignora l’esistenza degli altri. Chi mi conosce probabilmente sa o pensa che certi argomenti mi appassionino e da quando collaboro con il Blog informativo LeNews.eu tanti hanno apprezzato il lavoro che facciamo. All’inizio non avevo capito perché quei documenti mi erano stati inviati per la pubblicazione. Il primo, venuto dal Marocco, opera di un sensibilissimo attivista Marocchino dei Diritti Umani propone un video di denuncia sui maltrattamenti dei migranti dell’Africa Nera in terra Marocchina soprattutto per mano degli Europei che li respingono brutalmente alle porte della Spagna. Il documentario è a dir poco agghiacciante. I “respinti” vivono in una foresta che corrisponde esattamente alla definizione di campo di concentramento dove lo scenario apocalittico offre la visione di esseri umani che sembrano tutti mutilati di guerra. Tutti. Nemmeno uno è sano. Alla fine l’ultimo rinegato cade e muore. Mi sono chiesto perché hanno preferito filmare la scena e non soccorrerlo. Troverete il video in fondo a quest’articolo.

   Il secondo documento proviene dall’Italia. Un Milanese condivide con me le testimonianze viventi dei prestiti della Chiesa Cristiana Romana alle Religioni Pagane e soprattutto all’Africa. Si tratta delle reminiscenze della grande civiltà Egizia in ciò che di sacro ci circonda. È un tema che mi appassiona dai tempi della tesi in Antropologia Culturale e al mittente non ho mancato di far presente i guai che le stesse verità ci stanno portando su Facebook da tre mesi a questa parte. L’ho fatto con queste parole: “Il successo più inquietante della colonizzazione è che il colonizzato si è chiuso in un sistema di autosvalutazione mentale che fa sì che se attacchi le sue ‘certezze’ coloniali sei un sovversivo, uno che deve essere allontanato altrimenti porterai male alla comunità che tutto vuole fare tranne palesare il rigetto del ‘bene che hanno portato i missionari’, cioè le cose che piacciono a Dio e rendono i Neri finalmente Uomini". 

   Il terzo documento mi è stato inviato dal Canada e sarà la spina dorsale del presente articolo. Mi ha fatto capire il nesso che esiste tra i tre e ha rinforzato l’idea superstiziosa quasi religiosamente pagana per cui secondo me nulla accade per caso. Oggi al mio risveglio accendendo la televisione Il “Tam Tam” delle prime pagine mi ha messo davanti il punto focale di questa fatalità ispiratrice: Il Papa. In effetti, Il titolo ricorrente dei giornali era: “Il papa dei Migranti”. Tutto cade a fagiolo dunque.

   Oggi il Papa si trovava in Africa, anche se così non è sembrato. Lampedusa, lingua di terra europea più a sud del Continente è più giù dell’Estremo Nord Tunisino e cioè dell’Africa. I locali hanno interpretato questa visita come la decisione del Papa di portare il suo messaggio agli Europei cominciando da giù con l’intento di risalire gradualmente. Gli Africani invece pensano che il Papa sia risolutamente dalla parte degli ultimi e abbia deciso di concentrarsi sull’Africa iniziando dall’alto, dalla sua parte più europea. Lampedusa è il teatro dell’incontro doloroso tra il migrante Africano e l’Europeo. L’Africano ci vede l’inizio della speranza. Purtroppo negli ultimi anni la situazione si è deteriorata talmente da diventare insostenibile per i locali. Allora chi ha più bisogno di sostegno? Chi può trarre benefici dalla presenza del papa?

   Anzitutto noi pensiamo che la presenza fortunatamente molto mediatizzata del pontefice serva a portare alla luce l’odioso business che si cela dietro i migranti. Lo facciamo con la traduzione parziale tanto per darne un’idea dell’intervista alla Sig.ra CLAIRE RODIER. L’intervistata è Giurista al GISTI (Gruppo d’Informazione e Sostegno agli Immigrati). Cofondatrice della rete Euro-africana Migregroup, venne intervistata il 4 Luglio 2013 sul suo ultimo Libro Xénophobie Business (ed. “La Découverte”) dal sito sinemensuel.com.

450 miliardi di Euro è il budget della sicurezza globale nel Mondo. Claire Rodier, ha dedicato un’opera alla privatizzazione della politica di migrazione.

Lei Parla di 450 Miliardi di Euro per la sicurezza globale. Come spiega una tale spesa?

In tanti paesi, I bilanci dell’esercito sono diminuiti di colpo. Numerosi militari sono stati congedati, come negli Stati Uniti ma anche in buona parte dei paesi industrializzati. Questa gente è stata recuperata dal privato in una specie di “mercenarizzazione” della sicurezza. Ciò si è verificato molto durante la guerra in Iraq, dove si contavano meno militari che mercenari privati, spesso ex soldati reclutati da società private. Queste multinazionali dal funzionamento molto opaco operano nel Mondo intero e il loro giro d’affari aumenta da 10 a 12% ogni anno.

Tra di esse, la G4S che impiega 650 000 stipendiati, è il secondo piuù importante datore di lavoro privato al Mondo. Come altri ha da una decina di anni investito nel mercato del controllo delle frontiere, della detenzione dei migranti e delle espulsioni.

Il controllo dei migranti è un mestiere del futuro?

Assolutamente. È un mercato fiorente che riempie le tasche dei professionisti della sicurezza: i gestori dei centri di detenzione dei migranti, le guardie del corpo o addetti alla scorta di quelli che vengono espulsi, il monitoraggio o pattugliamento delle frontiere politiche ma anche Ia “merlatura” anti-immigrazione che prolifera  dalla caduta del muro di Berlino.

Secondo Lei ci sono 18000 km di mura nel mondo. Dove si trovano?

Un pò ovunque. Il più recente si sta costruendo lungo il confine tra Israele e l’Egitto. Ha per scopo di impedire agli Africani di approdare in Israele. Immediatamente a ridosso, in pieno deserto si sta costruendo un campo. Con 11000 posti di blocco sarà il più grande al mondo.

Ci sono altri muri in costruzione?

Ai muri esistenti –tra Messico e Stati Uniti, tra il Bangladesh e l’India, tra lo Zimbabwe e il Mozambico-, la Grecia vuole aggiungere il suo. Dal 2011, se lo sta costruendo senza l’appoggio dell’Europa che lo reputata inutile. Si trova al confine con la Turchia, al passaggio del fiume Evros, e si distende su una dozzina di chilometri. Il primo muro europeo venne costruito a Melilla –enclave spagnolo in Marocco- nel 1995 e si è rinforzato nel corso degli anni fino al 2007.

Il muro greco ha peraltro ripreso lo stesso modello. Sono le ultime file di recinsione spinata molto dense, altissime, dotate di muri levatoi per intrappolare i migranti. Se non è totalmente invalicabile, questo muro ha lo stesso enormemente ridotto i passaggi per lo stretto di Gibilterra.

Quanti immigranti tentano la loro fortuna ogni anno?

Nel 2010, la Commissione Europea stimava a 800 000 il numero di entrate irregolari nell’Unione Europea. Il Numero di migranti è triplicato dagli anni ’60 e corrisponde a 3% della popolazione mondiale.

 

E il numero di morti?

Dal 1993 al 2010 sono stati conteggiati tra 16 000 e 20 000 morti ai confini dell’Europa. Tra l’altro si tratta solo dei dati registrati. C’è evidentemente di più. Almeno due terzi annegano nel Mediterraneo. Dei corpi senza vita sono regolarmente rinvenuti sulle sponde. Ma tanti muoiono nei deserti, in Algeria, in Libia. Quelli non vengono censiti.

I confini sono diventati artificiali e mobili in qualche modo.

Si nota, in effetti, una delocalizzazione dei confini. Oggi la frontiera sud dell’Europa non è più la Spagna o l’Italia, ma il sud del Marocco o il Senegal. Il controllo si fa a monte dei confini fisici.

L’intervista della Sig.ra RODIER continua e troverete il link alla fine dell’articolo ma noi ci fermiamo nel punto in cui le sue considerazioni si congiungono con il video di cui abbiamo fatto menzione all’inizio. Ora, se i controlli si fanno sistematicamente a Sud (Ceuta, Melilla, Tripoli, Bamako, Dakar) come mai arrivano ancora così tanti migranti? Come mai ne muoiono ancora cosi tanti? Quelle domande attendono ancora delle risposte ma risposte che siano convincenti.

Gli Africani sono terribilmente delusi quando devono riconoscere che I governi dei paesi da cui provengono, oltre a non avere tanti mezzi li hanno abituati a non contare sulla loro tutela ed è peccato che anche in caso di catastrofi umanitarie si arrivi a pensare che i cittadini non verranno ascoltati giacche è in parte per colpa dell’incuria dei politici che i giovani scelgono la via dell’esilio al punto per alcuni di non avere nemmeno una bara per il ritorno in patria.

L’Unione Africana esiste perché gli Stati Membri si sostengano a vicenda. Tanto ogni Paese si deve occupare della propria popolazione, tanto ogni Paese deve riservare ai migranti un trattamento degno, e tanto è importante che gli Stati Africani non lascino che un Paese da solo si occupi di una problematica spinosa quanto quella dei migranti.

Dicevamo prima che l’Europa e la Chiesa Cristiana hanno le loro colpe nello sfruttamento dell’Africa. Le logiche della Globalizzazione stanno perpetuando l’infelice tradizione mentre multinazionali e i potenti di tutto il Mondo sono spesso complici nell’agevolare l’orrore. Il Papa a Lampedusa si è espresso in questi termini "Chiediamo perdono per la nostra indifferenza", "i morti in mare sono per me una spina nel cuore". Sebbene io provenga da una ferventissima Famiglia cattolica inserita nel contesto di una dinamicissima comunità ecclesiastica in una città teoricamente musulmana, non ho mai capito l’importanza o il ruolo delle religioni ma ne conosco il potere. Il Papa sa bene l’importanza della sua presenza a Lampedusa. L’hanno capito anche i migranti del centro d’accoglienza che ha visitato. Uno di questi, Eritreo con trascorsi difficili in Sudan e Libia dove ha conosciuto la prigionia ha detto che da Musulmano non aveva mai pensato di incontrare il Papa ma se n’è detto lusingato perché ha la sensazione che da quel incontro nascerà qualcosa di buono. Come risposta Papa Francesco si è augurato che il periodo di Ramadan ormai alle porte porti grandi benefici spirituali.

Noi vorremmo che i benefici fossero anche umani, umanitari, palpabili iniziando con lo smantellamento delle manipolazioni che nell’ombra gestiscono il business dei migranti coinvolgendo Stati, eserciti, multinazionali, mercenari, politici e di cui finora vedevamo solo la punta dell’iceberg e cioè il traffichino che imbroglia i migranti in Africa chiedendogli 2000 euro a testa per attraversare il Mediterraneo su un’imbarcazione di fortuna. Lasciamo Lampedusa con l’auspicio che la visita del Papa aiuti a rinforzare i locali perché nello scacchiere dove tutto si gioca sulla pelle degli ultimi forse sono rimasti da soli, gli unici su cui i migranti possono veramente contare a meno che Amnesty International e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per I Rifugiati (UNHCR) con le nostre donazioni non produca il miracolo al quale il video istigatore di questo articolo spera che si arrivi perché vedere un uomo cadere e morire durante le riprese soltanto perché ha imboccato la strada che pensava fosse della felicità per finire ridotto in fin di vita da altri Umani, mercenari pagati per respingerlo non è bello.

Il Video:

http://saracreta.wix.com/into-the-forest?from_fb=1

L’intervista integrale alla Sig.ra RODIER in lingua Originale:

http://www.sinemensuel.com/grandes-interviews/claire-rodier-le-juteux-marche-des-migrants/

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