Come ormai sanno i lettori più assidui, trovo fastidiosi i “festeggiamenti” rituali, in onore di mamme, donne, nonni eccetera. Non tarderà (ma forse esiste a mia insaputa) la giornata del cane e del gatto di casa. La celebrazione annuale, oltre a essere caratterizzata da un deplorevole consumismo, mi ispira il pensiero (malevolo, d’accordo) che gli aventi causa, dal legislatore in giù (figli, mariti, maschi, nipoti), tornino tranquilli a trascurare le iniziative doverose e i comportamenti corretti nei confronti della categoria omaggiata per 24 ore.
E dunque non mi sono occupata della recente festa del papà, cui ha invece dedicato un articolo l’AMI. Pur parte “dominante”, quasi sempre, nei conflitti familiari, anche i padri separati vanno incontro a non poche difficoltà. Ho già parlato in alcuni articoli dei loro diritti rispetto ai figli. L’ AMI si sofferma qui sulle condizioni, spesso assai precarie, della loro quotidianità.
Adatto e riporto la parte centrale del testo. Questo il link: http://www.ami-avvocati.it/oggi-e-la-festa-del-papa-ma-non-per-tutti-i-papa-e-festa/“Nel giorno più importante della paternità si pone il problema della drammatica condizione di centinaia di migliaia di padri separati (…) In Italia un padre separato su tre (all’incirca 900.000) vive in una situazione di povertà. Continuano incessanti gli aiuti della Caritas e di altri enti benefici per garantire pasti caldi a molti padri separati spesso (insospettabili impiegati e funzionari dello Stato che arrivano a versare anche 2/3 del loro stipendio per mantenere moglie e figli).
La povertà (…) incide (…) sulla fine dei rapporti con i figli che, indipendentemente dall’affidamento condiviso (…) che si sentono orfani di padri vivi. Questa situazione sociale vanifica le convenzioni internazionali sui diritti dell’uomo e (…) sui diritti dei figli.
Molte storie tragiche (che spesso sfociano in suicidi) dipendono fondamentalmente anche da situazioni umanamente insostenibili. Lo Stato non può restare insensibile rispetto a questo fenomeno che ormai ha assunto proporzioni gigantesche”.
E mi risulta che non pochi nonni abbiano in casa un figlio/papà separato e ne condividano la condizione (triste, qualunque sia stata la causa di rottura del matrimonio), oneri finanziari compresi…
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