“Con il dovuto rispetto per le alte cariche dello Stato della Chiesa, che si dichiarano preoccupate per le leggi e per la morale italiane, riteniamo che farebbero bene ad occuparsi in primis dei casi di pedofilia all’interno delle loro comunità. Casi confessati e quindi più diseducativi delle ipotesi di reato contestate all’Italia”.
Fatta da Francesco Nucara, esponente politico di una maggioranza che si è sempre fatta forte dell’ingerente appoggio delle alte gerarchie vaticane, la dichiarazione si mortifica in uno sbocco di stizza, come lo sputo in faccia a chi ti ha tradito. Peccato, perché è molto bella. Andrebbe corretta nel finale (ad essere accusato di prostituzione minorile è solo Silvio Berlusconi, non l’Italia) e forse quel “dovuto rispetto” è ironia superflua, ma poi è perfetta, come peraltro è data in sintesi dal titolo della nota di agenzia: “Il Papa si occupi dei preti pedofili”. Pertinente, acuta, asciutta. Anche per questo dispiace che nessun esponente politico delle opposizioni, neppure uno di quelli che più sono in odore di laicismo, sia stato capace di farsi scappare di bocca qualcosa di simile, almeno finora.
La priorità è liberarsi di Berlusconi e un aiutino dalla Cei e dalla Segreteria di Stato Vaticano non dispiace: non c’è stato un solo autorevole esponente delle opposizioni che abbia ritenuto prioritaria la difesa della laicità dello Stato, nessuno che abbia avuto l’ardire di consigliare al Papa di farsi i cazzi suoi, anzi c’è stato addirittura chi ha supplicato la Provvidenza (Massimo D’Alema a monsignor Rino Fisichella: “Ingeritevi! Se non ora, quando?”).
Ecco, venitemi a chiedere il voto contro Berlusconi in nome della laicità che sarebbe patrimonio culturale del vostro partito, e vi faccio fare le scale a calci.
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