è inutile, non ce la posso fare: la reazione mi scatta in automatico. qualcuno mi chiede che cosa faccio, ed ecco che mi parte l'embolo. due giorni fa, all'ennesima domanda, ho risposto che faccio lavoretti casuali quando capitano. bugia, e grossa come il duomo di Milano; l'ultimo lavoretto retribuito che ho fatto risale a un anno fa. non capisco perchè non riesco ad affermare serenamente che non lavoro; la penultima volta ho detto che ero disoccupata, ma nemmeno questa è una definizione corretta poichè presuppone che uno sia in cerca di occupazione, cosa che non è il mio caso. a volte, solo con certe persone che dimostrano un atteggiamento meno inquisitivo e giudicante, la butto sul ridere e dico che faccio la casalinga disperata. io veramente non capisco perchè mi riesce così difficile dire chiaro e tondo che non solo non lavoro, ma che sono felice di non lavorare. e poi, cerchiamo di chiarire: me ne sto tutto il giorno seduta a grattarmi la pancia senza fare nulla? no. gravo sul bilancio familiare facendomi mantenere da mio marito? no. soffro perchè non lavoro? sì e no. ovvero: mi piacerebbe ovviamente venire pagata per fare qualcosa che mi piace, ma se dovessi rimettermi ai libri contabili o qualcosa di simile e ricevere uno stipendio in cambio di un lavoro che odio, no grazie. insomma, io sono convinta al 100% della mia scelta: mi occupo della casa e di annessi e connessi con cura e attenzione, posso seguire i miei figli se hanno bisogno, ho abbastanza tempo libero per seguire i miei interessi, non mi sento minimamente frustrata, anzi, mi ritengo una persona fortunata perchè credo che la vera ricchezza consista proprio nel poter scegliere come impiegare il proprio tempo e nel poter fare quello che si vuole... però non riesco a dichiarare forte e chiaro queste cose alle persone che mi chiedono che cosa faccio. non è che mi vergogno della mia condizione, penso piuttosto che siano pochissimi quelli in grado di capire, forse perchè sono pochissimi quelli in grado di andare oltre certi schemi, di conseguenza mi irrita vedere certe reazioni alle mie risposte. io non sono una persona pigra e nemmeno un'approfittatrice; ho lavorato per più di vent'anni, adesso mi trovo nelle condizioni di non doverlo fare e provo maggiore soddisfazione vivendo in altro modo. ho uno stile di vita frugale, non mi servono abiti firmati, gadget tecnologici all'ultima moda, trucchi e gioielli; pedalo e cammino molto più di quanto stia al volante e quando viaggio spesso prendo il treno; prendo i libri in prestito alla biblioteca e vedo film e altro online; non fumo, non bevo, non mi drogo, non gioco d'azzardo; sono davvero pochi i lussi che mi concedo, e quando me li concedo è perchè posso permetterlo. immagino che certa gente mi consideri povera, ma poi anche questa mattina, mentre andavo tranquillamente al mercato a piedi, sono stata superata da una donna tutta in tiro e trafelata perchè non trovava da parcheggiare e lasciava trasparire il suo stress, e mi sono ritrovata a pensare che non farei mai a cambio con lei, nemmeno se guadagnasse diecimila euro al mese, perchè la mia pace interiore è infinitamente più preziosa.
è inutile, non ce la posso fare: la reazione mi scatta in automatico. qualcuno mi chiede che cosa faccio, ed ecco che mi parte l'embolo. due giorni fa, all'ennesima domanda, ho risposto che faccio lavoretti casuali quando capitano. bugia, e grossa come il duomo di Milano; l'ultimo lavoretto retribuito che ho fatto risale a un anno fa. non capisco perchè non riesco ad affermare serenamente che non lavoro; la penultima volta ho detto che ero disoccupata, ma nemmeno questa è una definizione corretta poichè presuppone che uno sia in cerca di occupazione, cosa che non è il mio caso. a volte, solo con certe persone che dimostrano un atteggiamento meno inquisitivo e giudicante, la butto sul ridere e dico che faccio la casalinga disperata. io veramente non capisco perchè mi riesce così difficile dire chiaro e tondo che non solo non lavoro, ma che sono felice di non lavorare. e poi, cerchiamo di chiarire: me ne sto tutto il giorno seduta a grattarmi la pancia senza fare nulla? no. gravo sul bilancio familiare facendomi mantenere da mio marito? no. soffro perchè non lavoro? sì e no. ovvero: mi piacerebbe ovviamente venire pagata per fare qualcosa che mi piace, ma se dovessi rimettermi ai libri contabili o qualcosa di simile e ricevere uno stipendio in cambio di un lavoro che odio, no grazie. insomma, io sono convinta al 100% della mia scelta: mi occupo della casa e di annessi e connessi con cura e attenzione, posso seguire i miei figli se hanno bisogno, ho abbastanza tempo libero per seguire i miei interessi, non mi sento minimamente frustrata, anzi, mi ritengo una persona fortunata perchè credo che la vera ricchezza consista proprio nel poter scegliere come impiegare il proprio tempo e nel poter fare quello che si vuole... però non riesco a dichiarare forte e chiaro queste cose alle persone che mi chiedono che cosa faccio. non è che mi vergogno della mia condizione, penso piuttosto che siano pochissimi quelli in grado di capire, forse perchè sono pochissimi quelli in grado di andare oltre certi schemi, di conseguenza mi irrita vedere certe reazioni alle mie risposte. io non sono una persona pigra e nemmeno un'approfittatrice; ho lavorato per più di vent'anni, adesso mi trovo nelle condizioni di non doverlo fare e provo maggiore soddisfazione vivendo in altro modo. ho uno stile di vita frugale, non mi servono abiti firmati, gadget tecnologici all'ultima moda, trucchi e gioielli; pedalo e cammino molto più di quanto stia al volante e quando viaggio spesso prendo il treno; prendo i libri in prestito alla biblioteca e vedo film e altro online; non fumo, non bevo, non mi drogo, non gioco d'azzardo; sono davvero pochi i lussi che mi concedo, e quando me li concedo è perchè posso permetterlo. immagino che certa gente mi consideri povera, ma poi anche questa mattina, mentre andavo tranquillamente al mercato a piedi, sono stata superata da una donna tutta in tiro e trafelata perchè non trovava da parcheggiare e lasciava trasparire il suo stress, e mi sono ritrovata a pensare che non farei mai a cambio con lei, nemmeno se guadagnasse diecimila euro al mese, perchè la mia pace interiore è infinitamente più preziosa.
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