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Il paradosso del Matto-Jolly

Da Dhiirananta

Il paradosso del Matto-Jolly

E' noto che la carta da gioco chiamata Jolly derivi dalla carta del Matto dei Tarocchi.
Infatti in italiano la carta jolly è chiamata "la matta" (curioso che dal genere maschile passi al femminile), oppure nel mondo anglosassone Joker (meglio sarebbe la denominazione "Jolly Joker"), che presubilmente deriva dal tedesco Juker (dagli immigrati tedeschi e olandesi) che significa "fante, ragazzo".
Il Jolly è raffigurato da un giullare, l'equivalente del nostro arlecchino, e nel gioco è la "carta factotum", che spesso domina su tutte le altre carte.
Esteriormente esistono molte somiglianze esteriori col Matto: portano entrambi degli abiti rattoppati e dai mille colori, assumono delle facce grottesche (pensate al Matto che cammina guardando il cielo), assumono pose informali.

Il paradosso del Matto-Jolly
Non solo. Così come il Matto è fuori dalla numerazione die Tarocchi (sebbene gli venga assegnato, a seconda delle necessità, il numero 0 o XXII), il Jolly è fuori dai semi (i mazzi di carte moderni hanno 52 carte più il oppure i jolly).
Cosa più importante : esprimono la pazzia. Quale pazzia ? Quella che gli antichi chiamavano la "pazzia sacra" (Gesù il Cristo non era forse cosiderato da molti  suoi contemporanei un pazzo, sovvertitore dell'ordine terreno?). E' la pazzia come stato alterato della coscienza, che porta al contatto con la trascendenza, con Dio. E quindi è un concetto di pazzia più simile alla trance sciamanica.
Come conseguenza della pazzia, il Matto-Jolly è libero, ha la libertà intellettuale di potersi esprimere come meglio crede, e la pazzia gli serve da scudo, così come il giullare è l'unico personaggio di corte che può permettersi di deridere persino il re.
Non è un caso quindi che il Jolly-Matto, pur essendo insignificante dal punto di vista materiale (vestito di pezze, senza intelletto) rappresenti un ponte tra l'umano e il divino, ovvero la vetta più elevata del cammino spirituale.


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