Tuttavia a volte il reale che è l’insieme degli eventi fattuali e delle loro descrizioni ci va vicino e noi stiamo vivendo proprio in questi giorni una situazione di questo tipo. Le borse stanno rispondendo bene alla politica monetaria espansiva della Federal Reserve, così come anche il mercato del lavoro americano, anche se in ragioni così modeste da poter essere un semplice effetto statistico. Questo porta a una conseguenza benefica sul celebre spread dei nostri titoli che pur tenendosi costantemente sopra i 300 punti, a volte anche abbondanti, non sale con lo stesso vigore con cui si accavallano le cattive notizie per la nostra economia. E qui veniamo al paradosso perché il governo si fa forte di questa circostanza per rendersi credibile e far accettare l’idea che sta lavorando bene, pur adottando una politica diametralmente opposta a quella espansiva che produce l’euforia di borsa e il contenimento momentaneo dello spread.
E così pure il premier riceve tante belle e gratuite pacche sulle spalle da Washington a Pechino, pur senza portare a casa nulla, ma rafforzando così una fiducia che è auto contraddittoria perché deriva esattamente dal contrario di ciò che sta facendo. Naturalmente il paradosso riguarda anche il resto dell’Europa e in particolare la Germania, titolare dell’idea di castrazione di bilancio: con il solo particolare che mentre questo clima generato dalla Fed tende ad aumentare il suo export, da noi ha l’effetto di un impoverimento generale.
Quindi meglio guardarsi dai paradossi e soprattutto da quelli dei mentitori.