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Il paradosso della conoscenza

Creato il 19 aprile 2012 da Mcnab75

Il paradosso della conoscenza

Oggi torniamo a parlare di viaggio nel tempo, ipotetico o meno che sia. In fondo discuterne qui sul blog sarà un bello stimolo per proseguire la stesura di un mio romanzo a tema “time travel” che fra qualche mese forse potrete leggere.
A questo scopo mi torna utilissimo un articolo del vecchio blog, editato e sforbiciato delle parti inutili. Ai tempi fu la visione del pilot di FlashForward a ispirarmi. Trattasi di una sfortunata serie televisiva (ispirata a un interessante romanzo) che parlava del viaggio nel tempo, anche se solo in senso “mentale”.
Ora, occupandomi appunto della scrittura di un romanzo sul time travel, sono incappato di nuovo del paradosso di Dummett, detto anche paradosso della conoscenza, che a livello speculativo è davvero molto interessante. Dunque mi è venuto in mente di ripescare il mio vecchio post a tema, di cui mi spiace solo aver smarrito la fonte primaria. Ve lo ripropongo di seguito, in modo sintetico ma abbastanza esaustico (almeno spero!).
Dal paradosso di Dummett si passa a esaminare il più celebre paradosso del nonno, per tornare infine ai tanto amati universi paralleli, già discussi e ipotizzati qui su Plutonia. Buona lettura!

Conoscete il paradosso di Dummett?

Un critico d’arte torna nel passato per conoscere quello che diventerà il più famoso pittore del futuro. Ebbene, questo pittore quando incontra il critico dipinge quadri in verità molto mediocri, ben lontani dai capolavori che il futuro potrebbe conoscere. Ed ecco quindi che il critico d’arte gli mostra delle stampe dei futuri capolavori. Il pittore ne è talmente entusiasta che glieli sottrae e li va a ricopiare. Nel frattempo, il critico d’arte si deve reimbarcare nella macchina del tempo per tornare alla sua epoca e lascia quindi le copie nel passato.
La domanda è questa: considerando l’intera vicenda globalmente, da dove arriva, in definitiva, la conoscenza necessaria a creare i capolavori? Dal pittore o dal critico d’arte?

Questo paradosso viene ripreso in diversi film e libri. Cito, per esempio, Ritorno al Futuro, dove Marty suona Johnny B.Goode in pubblico. Un membro della band, colpito dall’esibizione, fa sentire il pezzo a un suo parente, guarda caso Chuck Berry (autore proprio della canzone in questione).
Ovviamente esistono paradossi ben più noti legati al viaggio nel tempo, come quello detto “del nonno”, che fa appunto scervellare da sempre i fisici teorici. 

Il paradosso della conoscenza

Alcuni scienziati come i celebri Stephen Hawking e Roger Penrose ritengono che, qualora tentassimo in qualche modo di fare qualcosa in grado di mutare significativamente il passato, ad impedirlo interverrebbe una sorta di “censura cosmica“. Per evitare questa bizzarra ipotesi si può utilizzare una teoria quantistica nota come “teoria a molti mondi” che fu proposta nel 1956 da Hugh Everett III.
Questa teoria ci dice che ci sono tante copie del nostro mondo quante sono le possibili variazioni quantistiche delle particelle che lo compongono. Ne risulterebbe dunque un numero altissimo di mondi (o dimensioni) paralleli.
Per chiarirci le idee pensiamo ad un elettrone che ruota intorno ad un protone nell’atomo di idrogeno. Tale elettrone – secondo la meccanica quantistica – non ha un valore dell’energia ben determinato, ma si può solo dire che quella energia sarà contenuta in un certo set di valori con una certa distribuzione di probabilità: l’impredicibilità della natura a livello quantistico è una caratteristica intrinseca.
Ebbene, secondo la teoria a molti mondi, per ogni livello di energia dell’elettrone esiste un differente universo; lo stesso per tutte le altre particelle.
Quindi, nelle variazioni più evidenti, ci saranno mondi in cui il nonno si sposa con la nostra nonna e mondi in cui questo fatto non avviene più.


Filed under: misteri, scrittura

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