Magazine Cultura

Ricordi di Gioventù

Creato il 25 maggio 2015 da Rvassallo @RVassallo

A volte basta davvero poco per rinverdire quei lontani ricordi di gioventù che sembravano essersi assopiti, cullati dalla ninnananna del tempo.

Quelli che erano sogni, adesso sono solo ricordi che sbiaditi, riprendono d’un tratto il colore e la vitalità di un tempo, perché a volte basta davvero poco; una canzone, una frase, una foto o magari solo un nome…un volto…

Avevamo un sogno.

 Quando si è giovani, ingenui e incoscienti come lo eravamo noi, era lecito avere un sogno e per noi questo sogno si chiamava rock n’roll.

Avevamo una band e vivevamo rock n’roll, respiravamo rock n’roll e ovviamente suonavamo rock n’roll. Da Chuck Berry a Jerry Lee Lewis, da little Richard a the King, passando per Gene Vincent e Billy Haley end the comets, insomma la nostra gioventù era al ritmo di rock n’roll.

Era il tempo dei concerti free, dell’avvento del punk rock e della new wave; noi semplicemente eravamo controcorrente, con le Cadillac decappottate, le indians e le Harley, le ragazze lollypop e le serate d’estate in spiaggia.

 Avevamo un sogno chiamato musica, abbiamo vissuto quella fantasia per troppo poco tempo, e cioè fino a quando le donne non sono diventate più importanti del nostro sogno e hanno preso di prepotenza il suo posto, e noi deboli abbiamo cominciato a trovare scuse.

 Nulla è rimasto di quei tempi, né foto, né tracce sonore, non c’era internet né fotocamere digitali, eravamo dei sempliciotti che credevano che le favole potessero avverarsi.

 John non suona più la chitarra, al suo posto ha sostituito la macchinetta per tatuaggi; Bruno non suona più il basso, ben altre corde ha tra le mani; degli altri due si sono perse le tracce forse per sempre e, per quanto mi riguarda, ho la mia Harley e questo penso possa bastare.

 D’altro canto ho sempre vissuto rock n’ roll, il mio animo si veste di pelle e ancora adesso il piede scatta quando partono le prime note di “sweet little sixteen”.

 Il sogno è finito ieri ed io mi sono svegliato come se avessi dormito per settant’anni, il sogno si è infranto ieri ma io sono contento d’aver sognato assieme a voi.

Brano tratto da “Variazioni sul tema” edito da Kimerik

Variazioni sul tema

Copertina del libro Variazioni sul tema

 



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :