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Il Parco archeologico di Qatna, AD 2013.

Creato il 24 novembre 2010 da Zfrantziscu
di Atropa Belladonna
«La nostra generazione ha la responsabilità morale di conservare il patrimonio archeologico per le future generazioni. Soprattutto in Paesi ricchi di un grande patrimonio culturale e in piena crescita economica, come la Siria, è straordinariamente importante stabilire un solido collegamento fra patrimonio culturale, risorse archeologiche e gestione sostenibile del turismo al fine di garantire la crescita del Paese» Daniele Morandi Bonacossi, co-direttore degli scavi di Qatna, Siria.

Il Parco archeologico di Qatna, AD 2013.

Reperti da Qatna, Siria. a) La sfinge della principessa egizia Ita, figlia di Amenemhat II
(1875 - 1840 a.C
, XII dinastia), trovata nel 1927; b) scarabeo con il cartiglio del faraone
Amenhotep III (1391-1353 a.C.), scavi del 2002;  
c) bracciale d'oro con lapislazzuli,
tomba del 1600-1400 a.C., scavi del 2010; 
d) scimmia che regge un contenitore
per pigmenti da trucco, tomba del 1600-1400 a.C., scavi
 del 2009; e) coppa di ossidiana
con elelementi in oro, tomba del 1600-1400 a.C., scavi del 2010.
Altri oggetti trovati negli scavi più recenti della tomba del 1600-1400 a.C.,
comprendono una placca d'oro con inciso l'albero della vita, contenitori
per profumi i Egizi in alabastro e finissimi vasi in quarzo ialino.


Quando ho letto la notizia, la prima cosa che ho pensato è stata: ma perché non lo chiamano “Parco degli Egizi” o “Parco degli Hyksos”? non è banale “Parco archeologico di Qatna”? In fondo, con un ben maggiore spirito innovativo, il Golfo di Oristano verrà rinominato per dar vita al Parco Archeologico del golfo dei Fenici.Fatto è che è vero, c’erano molti contatti e doni reciproci tra il regno siriano di Qatna e la terra dei faraoni, ma in un contesto di reverenza e rispetto, perché con una città fortificata da mura possenti alte fino a 20 metri anche i faraoni non si permettevano di fare troppo i gradassi. Non come i Fenici che trovarono… già che trovarono nel golfo di Oristano? un popolo senza arte né parte, che aspettava di ricevere in dono la scrittura, la civiltà, le navi, gli architetti? Ma era ovviamente un pensiero bizzarro, oggi voglio solo aggiornarvi sulle ultime scoperte dalla città siriana di Qatna, di cui vi avevo già parlato dopo la mostra di Stoccarda del 2009, e sul progetto di fruizione al pubblico che sta prendendo vita: dopo soli 12 anni di una missione archeologica gigantesca quanto fortunata. Le grandi manovre sono già iniziate: lo scorso 27 settembre è stato ufficialmente aperta al pubblico un´ala del palazzo reale, costruito intorno al 1650-1640 a.C. Ma il progetto prevede di valorizzare l’intera Qatna creando un parco archeologico, che dovrebbe aprire nel 2013.Già nel 1927, con i primi ritrovamenti, si capì che i rapporti tra Qatna e l'Egitto furono e rimasero strettissimi almeno dal tempo di Amenemhat II (1875 - 1840 a.C., vd. figura) e fino alla distruzione della città nel 1340 a.C., ad opera degli Ittiti di Suppiluliuma. Strettissimi e cementati da una attiva politica matrimoniale, anche i rapporti con la città di Mari, finché Hammurabi di Babilonia non distrusse quest'ultima nel 1759. Non troppo chiara la posizione rispetto agli Hyksos, i re asiatici che dominarono il delta del Nilo nel II periodo intermedio (1640-1550 a.C.), ma che giá erano attivi in Egitto dal 1900 a.C. Nei primi secoli del II millennio venne costruita la cerchia quadrangolare di mura attorno al tell di Qatna, forse dagli Hyksos stessi; Philip Khuri Hitti scriveva, nel 1951 nel suo History of Syria: including Lebanon and Palestine “In Syria, Qatna, probably their capital, typifies Hyksos architecture”. Perfino in epoca Mitanni, quando il regno della Mesopotamia del Nord incorporò le città della Siria settentrionale, Qatna rimase in bilico tra essi e l´Egitto: un territorio ambito e disputato tra le due superpotenze dell'epoca. Nel tempio di Karnak, Thuthmosis III (1479-1425) scrive che soggiornò a Qatna nel trentatreesimo anno del suo regno, e sappiamo che Amenhotep II (1427-1401) fu attaccato dai carri da guerra di Qatna mentre cercava di attraversare il fiume Oronte. Il resto della storia di Qatna, nell'età del bronzo, l'ho già raccontata: fino all'ultimo la città rimase legata all´Egitto e scelse la terra dei faraoni come alleato contro gli Ittiti. Un clamoroso errore strategico. Ma la città continua a raccontarci una storia straordinaria: è degli ultimi mesi la scoperta di un'officina metallurgica per la lavorazione del bronzo e dell’argento. Si trova nell’edificio pubblico più antico finora rinvenuto a Qatna, il palazzo Orientale (1800 – 1600 a.C.). Sigilli in argilla ivi trovati fanno dire a Bonacossi: “Alcune di queste sigillature si sono rivelate di eccezionale interesse per la presenza d’impronte di scarabei egizi databili alla XIII dinastia, elementi che sottolineano la lunga durata dei rapporti fra Qatna e il mondo egizio”.Nonostante ciò il Parco verrà chiamato col nome dell'antica città che sarà la sede, e non intitolato ai principi egizi che per secoli frequentarono la città, ammirandone la cultura cosmopolita e rispettando le sue mura possenti. Credo che anche Thuthmosis sarebbe stato d'accordo.

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