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Il parkour anche a Torino: al Valentino un’area apposta

Creato il 03 maggio 2012 da Sportduepuntozero

Parkour Torino - Foto Massimo PincaNon è strettamente legato a Torino Capitale Europea dello Sport, ma ora anche la Città della Mole possiede il suo piccolo angolo per il parkour. Si trova a Mondo Verticale, la zona giochi del Valentino recentemente ristrutturata. La disciplina è uno di quei nuovi sport che stanno prendendo sempre più piede mese dopo mese tra i ragazzi. Si tratta di acrobazie, salti e spostamenti tra i diversi ostacoli che offre il tessuto cittadino: ringhiere, muretti, monumenti, edifici… tutto può essere usato.

Nata negli anni ’80 in Francia, si è presto evoluta e diffusa in tutto il mondo. Oggi i praticanti sono in crescita vertiginosa perché permette di abbinare uno sforzo fisico a un grande allenamento psicologico. “Il parkour non sono solo salti e acrobazie” assicura chi lo pratica. Tuttavia è difficile comprenderlo davvero se non lo si è mai provati in prima persona. “Da fuori non si capisce tutto l’allenamento che c’è dietro. Anzi, a volte qualcuno vuole imitarci e rischia di farsi male” spiegano i ragazzi che ogni tanto si ritrovano a Mondo Verticale.

I lavori sono cominciati nell’estate del 2010 e dopo 18 mesi tutto è finalmente pronto. La zona offre diverse possibilità: da chi vuole solo fare un giro su una giostra, a chi cerca un attrezzo per allenarsi, fino a chi è in cerca di nuove strutture per il parkour. Intendiamoci, per questo sport non servirebbero strutture apposta visto che lo scenario ideale è la città, ma un buon punto di partenza può essere un’area recintata con ostacoli ad hoc.
In Francia esistono vere e proprie scuole di parkour. Si sono sviluppate recentemente ed il governo ha stanziato un budget apposta per questo nuovo sport. Il motivo è chiaro: permette di togliere i ragazzi dalla strada distraendoli dalle problematiche più evidenti. Non è un caso che la maggioranza degli istruttori arrivi dalla periferia.

Il percorso per diventare un bravo atleta è lunghissimo. Non si improvvisa niente. Si parte con semplici saltelli sul posto e lentamente si imparano a “scalare” dei lievi pendii e si arriva fino a sfidare le leggi della fisica. Tutto è molto graduale. C’è anche chi brucia le tappe, ma il rischio di farsi male è troppo elevato. I più esperti compiono delle evoluzioni impressionanti, roba alla Jackie Chan ma senza una troupe cinematografica a dare una mano. Volete vedere? Qua sotto c’è un esempio.

di Edoardo Blandino


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