Il Parlamento Europeo ha approvato, per alzata di mano, la risoluzione che riconosce il genocidio degli armeni, facendo anche passare l’atto che elogia le dichiarazioni del Papa sull’argomento.
I genocidi degli armeni
Gli armeni sono un popolo di religione cristiana originaria dell’Armenia, una regione dell’Asia anteriore. Per secoli hanno subito conquiste e dominazioni, tra queste anche quella dell’Impero Ottomano. Gli armeni rimasti sotto il controllo dell’Impero cercarono di ottenere l’indipendenza con una rivoluzione che va tra il 1887 al 1890, subendo il primo massacro.
Il genocidio degli armeni menzionato dal Papa e riconosciuto dal Parlamento Europeo si riferisce, però, allo sterminio di massa avvenuto tra il 1914 e il 1916, che provocò anche la diaspora della popolazione. Con la fine della Prima guerra mondiale, e con il Trattato di Sevres del 1920, le potenze alleate imposero alla Turchia la concessione dell’indipendenza agli armeni. Con l’arrivo al potere di Ataturk, l’accordo non venne più rispettato e diede inizio all’assimilazione politico-culturale delle minoranze etniche nel Paese e quindi tra queste anche quella degli armeni.
Lo Stato che noi conosciamo come Armenia, istituito sempre con il Trattato di Sevres, venne invaso nel 1920 dalle truppe bolsceviche costringendolo ad entrare nella Repubblica Transcaucasica, una delle Repubbliche dell’Unione Sovietica dalla quale otterà l’indipendenza nel 1991.
La Turchia e l’Unione Europea
La Turchia ha presentato la domanda di adesione nel 1987 ed è stata dichiarata come “Paese candidato” nel 1999. I negoziato per l’adesione sono stati avviati nel 2005 per poi essere bloccati per varie ragioni, tra cui la mancata attuazione da parte dello Stato turco del Protocollo di Ankara, in base al quale esso doveva garantire l’accesso ai prodotti provenienti dalla Repubblica di Cipro. In secondo luogo l’Unione Europea, spinta dalla Germania, prevedeva il fatto che una Turchia membro dell’Unione, in base al suo reddito procapite e alla propria popolazione avrebbe avuto un voto con un peso più rilevante rispetto agli altri Stati membri e che quindi prima di una sua adesione si sarebbe dovuto procedere alla riorganizzazione istituzionale europea.
Un altro punto critico, che ne impedisce l’adesione all’Unione Europea riguarda anche il mancato riconoscimento da parte del Governo turco degli armeni che, oltre ad non essere riconosciuto, chiunque ne parli in pubblico viene perseguitato penalmente, incorrendo in una sanzione che prevede anche dei mesi di detenzione, sanzione che è spettata al Premio Nobel turco per la letteratura Orhan Panuk.
Le reazioni alla risoluzione europea
La risoluzione approvata dall’Europarlamento “critica ogni tentativo di negare il genocidio”, riferendosi proprio alla legge turca che vieta di parlarne, inoltre “rende omaggio alla memoria del milione e mezzo di innocenti vittime armene che morirono sotto l’Impero Ottomano e prende parte alla commemorazione del centenario del genocidio in uno spirito europeo di solidarietà e giustizia”. I deputati europei hanno anche suggerito di istituire una “giornata europea per il ricordo del genocidio armeno”.
Le reazioni del mondo turco non si sono fatte attendere oltre: ieri alcuni cittadini turchi hanno manifestato sotto il Parlamento contro la risoluzione, in quanto quello che accadde nel secolo scorso è stato un tragico evento inserito però nel contesto della Prima Guerra Mondiale e quindi come la conseguenza di una conflitto armato.
Dopo tutte le polemiche, tra le dichiarazioni di Papa Bergoglio e la risoluzione europea, di certo non ha riavvicinato l’Europa e la Turchia rendendo ancora più lontana la possibilità di vedere lo Stato turco come membro dell’Unione.
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