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Il partigiano Johnny di Citati

Creato il 09 agosto 2011 da Libereditor

Il partigiano Johnny di CitatiPietro Citati scrive che “ciò che affascina nel Partigiano Johnny è, in primo luogo, la vastità e l’immensità dello spazio. Immaginiamo che tutto il mondo reale sia qui, come ci accade quando percorriamo con Faulkner la contea di Yoknapatawpha, o con Hardy la brughiera del Wessex. Non c’è altro che Langhe: ma le Langhe, dilatate, folte e imperscrutabili, sono il mondo. Alba sembra una grande città: intorno a lei, i fiumi e i torrenti che sovente allagano le rive, le colline, i boschi, le boscaglie, le radure, le cascine, i casali, i granai, le stalle, tutte le ore vissute dal sole, le nebbie rade o foltissime, i venti scatenati sui boschi, le forme delle nuvole e della nuvolaglia, le luci splendenti o corrotte, le strade, i sentieri, le tombe degli uccisi, i profumi delle erbe e degli alberi – e ogni particolare viene rappresentato con un’estrema minuzia, quasi con il pennello di Van Eyck o di Bellotto.”
Assolutamente da leggere l’opera di Fenoglio, se non altro per quello che ne scrive Pietro Citati.


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