Sarebbe l’ora. Sarebbe il caso. Sarebbe giusto.
Un Partito delle Donne creato da donne e aperto a chiunque (donne e uomini) voglia credere in una politica nuova, fatta di autorevolezza e non di autorità, fatta di condivisione e non di potere, fatta di partecipazione e non di scelte unilaterali.
Perché le donne hanno avuto il tempo di osservare per secoli ciò che non andava del c.d. “Potere al maschile”: tanto per intenderci, quello del modello de “Il Principe” di Machiavelli, dove tutto o quasi è lecito in nome di un bene sociale che in verità si identifica con il bene delle Poltrone del comando.
Sradichiamo questo corpi dalle poltrone e mandiamoli a casa.
Sediamoci noi.
Anzi: sappiamo bene che noi donne non ci sediamo mai, perché noi donne viviamo di corsa, facendo mille cose insieme e facendole bene. A noi le poltrone servono per modo di dire (quando ci fanno male i piedi).
In Polonia, il Partito delle Donne è nato ufficialmente nel 2007 (registrato come tale) e in un sondaggio dello stesso anno si è posizionato al terzo posto con l’11% delle preferenze. Onore al merito delle donne polacche.
E noi italiane cosa vogliamo fare? Lo so: non tutte sono d’accordo. Apparentemente sembra una cosa eccessiva, quasi un atto di segregazione e auto-segregazione. Ma non è così. Qui si tratta di ribaltare il modello obsoleto del partito al maschile: creato da uomini ed – eventualmente se ne hanno voglia – aperto leggermente alle donne.
Care donne, non siamo stufe di sentir parlare di “quote rosa”, di inviti ed aperture di Bersani (vd c.d.a. Rai) o Fini o pinco pallino alle donne in politica? Le donne possono fare politica solo grazie a gentile elargizione degli uomini?
No! Le donne possono fare politica perché la saprebbero (e la fanno) meglio degli uomini.
Secoli di riflessione e silente osservazione ci hanno temperato l’anima e le sinapsi. E’ l’ora di agire. Adesso.
N.B: per chi volesse aderire alla mailing list, vd. Facebook, bacheca gruppo Femministe.
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