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Il pasto nudo

Creato il 26 ottobre 2010 da Robydick
Il pasto nudo1991, David Cronenberg.
Credo sia la versione più estrema, per difficoltà, di trasposizione di un libro in un film. Subito onore a Cronenberg quindi, per il coraggio dimostrato. Se poi l'impresa sia riuscita o meno non saprei dire in termini assoluti, a me è piaciuto moltissimo, di certo il film ha oggettivamente un livello di Allucinazione non pari al libro ma perlomeno paragonabile, e questo credo sia già un merito.
Avevo fatto già un tentativo tempo fa di vederlo quando, in un momento di approfondimento del genere cyberpunk, m'ero messo a vedere film di Cronenberg a nastro, che ne è tra i grandi esponenti. Questo film però mi ha bloccato al primo comparire di un enorme scarafaggio parlante che mi ha fatto schifo e sommando che non ci stavo capendo nulla il risultato è stato: visione interrotta. Incoraggiato da amici ho deciso di riprovarci, però non prima d'aver letto il libro capolavoro di William Seward Burroughs, titolo appunto "Il pasto nudo".
Se leggete le pur poche righe sulla pagina wiki che ho linkato forse è meglio. Ad ogni modo il libro è una specie di romanzo, frutto della raccolta di frammenti scritti dallo stesso Burroughs durante le sue terribili esperienze di tossicodipendenza. Questa raccolta fu curata dallo stesso Kerouach, suo amico, che fu anche colui che gli consigliò (e tutti gli rendiamo grazie di questo!) di pubblicarle.
E' difficile immaginare che una persona in preda alle visioni procurate da tutte le droghe più pesanti che esistessero riuscisse a tradurre per iscritto, in quei momenti, quanto avveniva nella sua mente, nel suo corpo ed in qualche modo anche nell'ambiente circostante, tutto deformato da percezione deformata, oppure potremmo pensare in qualche caso che tutto acquisisce la vera forma, che una mente non deformata non può percepire. Eppure quanto ha fatto Burroughs, senza premeditata intenzione di pubblicare alcunché, è stato proprio questo. Ne è venuta fuori una "storia" che racconta di un uomo che deve fuggire in quanto ricercato da New York, e per far questo si ritrova in terre immaginarie, popolate da personaggi loschissimi e da extraterrestri di bizzarra morfologia, dagli scarafaggi ai gamberi ad altro d'indefinibile. Tra paesi e città con richiami esotici e leggendari, il protagonista vive e descrive stati, Anexia e Terra Libera, dove viene attuato in diversi metodi e gradi un controllo della mente umana capillare e totale, Anexia in particolare è davvero angosciante, nemmeno in 1984 di Orwell ho letto cose simili. Qua siamo di fronte però ad un'opera che di "simili" non ne ha! Manie e fantasie sessuali ad esempio, soprattutto omo, che vengono descritte, hanno un altissimo livello di sadismo, e se ci aggiungiamo la nitida sensazione fisica che si prova durante la lettura, per il modo in cui è scritto e per altre misteriose magie che appartengono ai geni, tutto si traduce in: sento coi sensi quanto leggo. Non potete immaginare, senza averlo letto, che Esperienza è questo libro! Sul sesso, spesso sadico e violentissimo, il film smorza molto i toni, solo una scena viene dedicata all'argomento, che invece nel libro impazza; anche se il sesso non è continuamente descritto, quanto si legge è così scioccante da mantenere forte persistenza anche nel resto degli eventi che si susseguono.
(mi scuso ma sono davvero inadeguato ed impotente a raccontare un'opera simile, mi fermerei qua, questa recensione mi sta costando fatica ed imbarazzo. edit: vado avanti)
Il film devo dire che "facilita" la visione, proponendo non una rappresentazione fedele del libro che sarebbe quasi impossibile, bensì costruendo una trama che mischia la vita stessa di Burroughs con il libro; ne viene fuori una sorta di biografia allegorica di quella che fu la vita dello scrittore negli anni in cui scrisse i frammenti.
Ne consiglio tantissimo una visione "rapita". Senza aver letto il libro la vedo un po' troppo complessa, ad ogni modo è possibile, purché si rimandi alla fine ogni riflessione e si eviti, perlomeno se si è in "fascia Q.I. media" come me, di tentare di comprendere immediatamente tutto quanto avviene in ogni singolo frammento. Insomma, tenere duro fino alla fine senza scoraggiarsi, sia col libro che col film.
Il libro, pubblicato prima in Francia nel 1959 e poi negli Stati Uniti nel 1962 (curioso questo fatto, si presta a congetture), nell'edizione attuale commercializzata in Italia contiene in appendice una serie di riflessioni e scritti, prodotti nel corso di parecchi anni dallo stesso Burroughs, estremamente interessanti, come quelli che parlano molto approfonditamente delle droghe, quali sono, che effetti hanno, come uscirne cioè quali sono i percorsi terapeutici efficaci e quali non... mai letto nulla di più diretto sull'argomento.
Opera fondamentale nella "cultura gay" (mi scuso per la definizione), personalmente mi ha toccato nel vivo su una cosa che penso da molto tempo: l'oppio dei popoli è proprio l'oppio. Una parafrasi del buon vecchio Marx per dire che ritengo il commercio della droga come un qualcosa che volutamente non si vuole debellare, o meglio, le droghe esistono ed esisterebbero in ogni caso, ma il modo in cui l'argomento è "politicamente trattato" a me fa pensare ad una gestione più o meno occulta del problema, una specie di "arma chimica" mondiale per assoggettare intere classi sociali se non popolazioni (ne parlai anche in Panther). E' quanto di più mi è rimasto del romanzo, ben descritto nel film, oltre ovviamente al piacere di fare un viaggio in una mente a me aliena.
A pieno titolo nel mio Olimpo, dove entra per l'insieme, Libro e Film.

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