20 giugno 2012 Lascia un commento
Quando vidi la prima volta "Il pasto nudo" lo giudicai poco ispirato e in gran parte confuso, in un certo senso spersonalizzato rispetto quanto il regista ci aveva gia’ mostrato e riconoscibile esclusivamente per l’organicita’ delle macchine e la resa sempre efficace della commistione tra umano e non-umano in qualsiasi sua forma.
Conoscevo il romanzo di Burroughs ma solo tramite lettura approssimativa e soprattutto senza avere un quadro completa della vita dell’autore. Viene da se che con queste premesse e’ impossibile comprendere sino in fondo il libro e tantomeno poter giudicare coi giusti strumenti il film.
Del resto chi mai potrebbe parlare di trama nell’originale "Naked lunch" di Burroughs? Qualcuno e’ forse convinto si stia parlando di scrittori drogati usati come agenti da organizzazioni popolate da insetti, alieni e telepati?
No, e’ chiaro, come e’ chiaro si tratti di un viaggio, un trip a volte compiaciuto, nella mente di un drogato che con rara maestria, sa descrivere la follia lisergica che imperversa nella sua mente.
Ecco quindi, sotto questa prospettiva che Cronenberg non solo e’ straordinario nel trasporre il soggetto sul grande schermo ma mescolandolo con la vita ed altre opere dello scrittore, riesce a portare ordine e senso laddove regna il caos. Nulla da eccepire sul resto se non forse la curiosa convergenza stilistica con Lynch e non so a chi dei due faccio un complimento migliore. Un grande applauso a Peter Weller, attore tra i piu’ sottovalutati e che con questa interpretazione da’ ragione al mio giudizio positivo.
Cronenberg imperdibile, se anticipato da una spolverata di Burroughs e’ meglio.