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Il patrimonio immobiliare italiano è il più vecchio d'Europa

Da Maurizio Picinali @blogagenzie

Sassuolo, 24 ott. - Il patrimonio immobiliare italiano è il più vecchio d'Europa e richiede una rapida inversione di tendenza: il 5% necessita di interventi urgenti, mentre il 40% richiede interventi di manutenzione straordinaria. Il panormama è emerso in occasione della prima giornata del Festival Green Economy di Distretto, incentrata sulle evoluzioni tecniche nell'edilizia e sul ruolo del settore delle costruzioni, in un'ottica di rigenerazione sostenibile del patrimonio edile italiano, presso l'auditorium di Confindustria Ceramica di Sassuolo.Il patrimonio immobiliare italiano è il più vecchio d'Europa "Il mercato delle costruzioni in Europa ha un volume d'affari di 1.319 miliardi di euro, il 50,6% dei quali destinati alle ristrutturazioni, un comparto che, al contrario delle nuove abitazioni, è in continua crescita dal 1995 ad oggi". Così Francesco Toso, ricercatore del Cresme, il Centro di ricerche economiche sociali di mercato per l'edilizia e il territorio, intervenuto oggi all'auditorium di Confindustria Ceramica in occasione del Festival Green Economy di Distretto. "In Italia - aggiunge Toso - la crescita economica non segue la crescita demografica e nell'industria delle costruzioni, che nel 2011 ha registrato un valore di 207 miliardi di euro, tiene la qualità così come è necessario un potenziamento dell'housing sociale". Da segnalare che "gli investimenti in energie rinnovabili hanno superato quelli in nuove costruzioni mentre il consumo di energia all'interno dei nostri edifici è maggiore del 50% rispetto al 1980, in controtendenza con l'industria che invece registra un -11%''. Riqualificare è quindi la prima regola da osservare quando si guarda al patrimonio immobiliare italiano. Anche secondo Gian Marco Revel, della Piattaforma Italiana Costruzioni, ''nel futuro gli investimenti dovranno essere concentrati nella riqualifica del patrimonio esistente, nelle cosiddette smart cities e nelle infrastrutture, svincolandosi dalle logiche di prezzo, dai tradizionalismi costruttivi e da appalti che non tengono conto dell'evoluzione tecnologica, puntando su sicurezza, sostenibilità, accessibilità e fruibilità''. "Dal rapporto Federcostruzioni emerge un comparto produttivo nazionale di 370 miliardi di euro con 3 milioni di occupati - aggiunge Revel -E' importante notare come 1 miliardo di euro di investimenti nelle costruzioni generi un volume d'affari di 3,4 miliardi in altri settori e questo effetto moltiplicativo è fondamentale in chiave di sviluppo dell'intero Paese''. Fondamentale ridurre il consumo energetico delle abitazioni perché nell'industria ceramica il consumo è in rapporto di 2 a 8 rispetto all'edilizia residenziale. ''E' fondamentale il rinnovo del patrimonio abitativo italiano senza nuove cementificazioni e fa riflettere come nel settore elettrico l'obiettivo del 20-20-20 sia stato raggiunto con 8 anni di anticipo - dichiara il presidente di Confindustria Ceramica Franco Manfredini - e in Italia sia stato installato il 33% della capacità di fotovoltaico mondiale a causa di un sistema di incentivi molto generoso che mette in difficoltà la competitività di settori energivori, come la ceramica. fonte adkronos 21 ottobre 2012


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