Il pavone è originario dell’India ma si trova in natura anche nelle foreste dello Sri Lanka, nelle vicinanze di sorgenti d’acqua. Venne, nell’antichità, importato in Grecia e in seguito in tutta l’Europa. Tutti riconoscono il pavone per la sua bellezza senza pari, la sua spettacolare ruota coloratissima composta da oltre 150 piume e il suo aristocratico portamento. In arabo è chiamato Taous. Si racconta che vada alla ricerca di cibi avvelenati ed è per questo che anticamente i ricchi lo allevassero nei loro palazzi per scongiurare complotti omicidi. Nel reame marocchino si racconta che la Terra è un pavone e il Marocco è la sua coda perchè nel pavone non vi è nulla di più bello della coda che brilla di 1000 colori. Alcuni oulemas (teologi islamici) dicono che Iblis faceva parte degli angeli e che era il pavone degli angeli, il più bello, devoto e pio, prima di diventare diavolo. Importante ricordare che in Marocco tutti cercano le ceramiche dette “Tawss coda di pavone”. Si tramanda la storia che fu Alessandro il Grande ad importare dall’India, dove venne ferito, altri dicono dall’Iran, queste preziose ceramiche colorate. Le portò con se quando compì il suo periplo di guerra, dopo la Macedonia sino alla sua sepoltura a Baghdad, in Irak. Vinse tutte le potenze dell’epoca, sempre accompagnato da questi preziosi manufatti che ricordavano il pavone. In generale, il pavone simbolizza il potere e l’eternità perchè le sue piume vengono rinnovate ogni anno. Nella simbologia alchimistica musulmana quando il pavone fa la ruota, simbolizza l’universo, la luna o lo zenith. Esiste una relazione tra la danza rotatoria dei dervisci di Jalal Dine Arroumi (Mewlana) e questa ruota. I sufi dicono che i suoi colori rappresentano la vanità e l’orgoglio di questo mondo e la sua coda a ventaglio rappresenta lo spirito. Una leggenda racconta che Dio fece uscire il gruppo che partecipò al Peccato originale di Adamo inviandoli sulla Terra: Adamo atterrò in India e pianse per 100 anni i suoi peccati mentre Eva si trovò a Jedah, in Arabia Saudita, il serpente poi a Ispahan in Iran con l’angelo-pavone che aiutò Satana ad entrare in Paradiso (secondo Al Azzawi nel 1935 e Lescot nel 1938). Dio tolse la voce al pavone, inibì il suo movimento e distrusse la luminosità del suo piumaggio. Dopo, l’angelo-pavone si pentii dei suoi peccati piangendo per 7.000 anni bruciando sul fuoco dell’Inferno. Pavone è anche il termine usato per identificare gli inventori delle false religioni, Tawawiss, mentre gli angeli sono chiamati Nawamiss (sing. Napouss). Il pavone venne dipinto e scolpito su molti supporti tra le due rive del bacino meditteraneo ed è sempre stato identificato come l’uccello del Buddha Amithaba in Tibet, simbolo di immortalità in India così come tra i musulmani Moghol che regnarono in India e che fondarono la capitale attuale Delhi. È simbolo di pace e di prosperità in Cina e in Vietnam. Tra i buddisti del Nepal è legato alla dea Mahama Yuri che protegge i viaggiatori contro gli otto pericoli del viaggio, tra cui il serpente. Il legame con il numero 12 deriva dai 12 disegni che rappresentano il pavone e tutti i 12 anni era prevista una danza con un sacrificio umano, un serpente, una rondine e un piccione, gettati nel fuoco. Raffigurazioni del pavone si trovano nell’arte bizantina legato all’idea del potere ( a Palermo), ma il pavone si erge a simbolo dell’eternità, a lato della croce oltre ad essere citato nella Bibbia con il re Salomone. Tra i libici è considerato come un animale sacro mentre è considerto tra i greci come l’animale sacro di Giunone. In Siria si trova rappresentato su alcuni manufatti del XII° secolo e tra la setta degli Yazid, di etnia curda, il pavone venne adottato come simbolo nel XII° secolo, ma i sunniti li tacciarono di essere adoratori del Dio Pan che è un diavolo. Questa setta è presente in Irak, in Turchia, in Siria, in Armenia e in Iran e furono proprio gli adepti di questa setta che misero sulla tomba di Addi ben Mossafir un pavone come segno di rispetto e di riconoscenza. L’angelo-pavone è chiamato dagli yazdani Pak o l’Essere Supremo. Dall’epoca in cui l’Iran diventò Sasanide questo uccello rappresenta il potere con il Drago-Pavone mentre in letteratura è Vizir. L’iraniano Faid Addine Al Attar nel suo libro “Dialogo degli uccelli” considera il pavone come l’uccello del Paradiso. Gli iraniani lo citano nei loro poemi con Elias Mahdi. Nell’interpretazione dei sogni secondo Ibn Sirin, il pavone rappresenta un Re nobile ma non arabo. Tante storie, leggende, racconti, che accompagnano da secoli la vita di questo splendido e prezioso animale, simbolo di vanità e affascinante esempio di come la natura abbia forgiato in un uccello la sintesi.
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