È in corso una mutazione genetica dei democratici. Renzi vira al centro e l'incontro con Berlusconi è tattico: disarmare l'avversario per conquistare le sue truppe. Come fece Togliatti con il qualunquista Giannini (di Piero Ignazi - l'Espresso)
Forse ora la nuova segreteria pensa di poter vincere sempre e comunque da sola. Non sarà facile nemmeno con la legge elettorale cucinata nelle trattorie fiorentine perché dovrà contrastare un centro-destra ampio, che da Forza Italia si estende ai Fratelli d'Italia in via di rinforzo con tutte le anime sparse nostalgiche, alla Lega che al momento buono scende sempre a miti consigli, e persino al Ncd di Alfano che difficilmente potrà allearsi con il Pd visti gli schiaffoni che sta prendendo da Renzi e l'ostilità alla sinistra della sua potenziale base elettorale.
Ammettiamo però che fiutando l'odore della vittoria - la ragione principale per cui è stato plebiscitato Renzi alle primarie - il partito non si squagli. Come attrarre allora tanti nuovi elettori?
Risposta: puntando al centro, per fare del Pd la nuova Dc della terza repubblica. L'incontro con Berlusconi può essere visto in questa ottica. Mentre sotto un profilo etico-politico è stato inopportuno e soprattutto sguaiato per l'enfasi accordatagli (tutt'altra cosa se lo avesse convocato ufficialmente e pubblicamente come tutti gli altri, invece di riservargli una corsia preferenziale), sotto un profilo tattico l'intento potrebbe essere quello di "disarmare" l'avversario per conquistare le sue truppe. Così come Palmiro Togliatti incontrò Guglielmo Giannini, il leader dei qualunquisti del primo dopoguerra, e andando nella tana del leone dimostrò che aveva denti di carta, altrettanto tenta di fare Renzi con Berlusconi, benché i denti del caimano siano ben più affilati. In questo progetto il partito democratico non può che andare incontro ad una mutazione genetica: piazzato al centro, con un partito fluido e una nuova classe dirigente, interessato a rinverdire i fasti fanfaniani e demitiani di subordinazione dell'economia pubblica alla politica visto l'interessamento di Renzi per prossime nomine, il partito da "democratico" è in via di trasformazione in "democristiano".
Piero Ignazi