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Il Pd oltre il gatto di Schrödinger

Creato il 13 agosto 2013 da Albertocapece

gattoQuando ho visto il gatto sornione sulla pagina di google sono stato tentato di scrivere qualcosa sul felino quantistico, tanto noto quanto incompreso pur essendo un apologo fiabesco entrato nell’accanita discussione sul significato del principio di indeterminazione. Certo non c’è dubbio che un gatto vivo e morto nello stesso tempo possa suscitare sconcerto: in fondo il fascino e l’errore dell’esperimento mentale di Erwin Schrödinger, in combutta con Eistein,  consiste proprio nell’aver trasferito con un marchingegno, l’indeterminazione del mondo subatomico a un ente dell’universo macroscopico. Tuttavia ci troviamo di fronte a un gatto filosofo perché la “favola” del fisico austriaco si presta a diverse interpretazioni la più comune e accettata delle quali è che la conoscenza dipenda in qualche modo dall’atto stesso del conoscere: il gatto nella scatola risulta vivo o morto, entra nella realtà quale noi la intendiamo, solo nel momento in cui apriamo la scatola, così come solo quando”fotografiamo” una particella essa svela quelle caratteristiche che hanno senso per noi con il solo ostacolo che nel fotografarla la influenziamo, ne cambiamo i parametri.

La cosa ancora più strana è però che il gatto vivo e morto sia considerato un paradosso dal momento che esso rappresenta in qualche modo una costante delle nostre vite dove l’indeterminazione del flusso di informazioni diventa conoscenza reale solo nel momento in cui diventa esperienza concreta, quello in cui si apre la scatola e cade la “funzione d’onda”. E’ un vero peccato che le discussioni di quel periodo d’oro della fisica, si siano svolte senza avere cognizione dell’oggetto più strano dell’universo, solo recentemente scoperto, ossia il Pd. Se lo mettiamo in una scatola con il cianuro e l’atomo radioattivo come il povero gatto esso è contemporaneamente vivo e morto e  l’elettorato si trova di fronte a questo stato quantistico che lo induce a sua volta comportarsi in maniera paradossale, a partecipare appassionatamente alle primarie e a lanciare orrendi moccoli contro i dirigenti. Naturalmente è ansioso di aprire la scatola per determinare finalmente se sta con Berlusconi, contro Berlusconi, se vuole l’Imu o non la vuole, se è contro l’evasione o a favore, se è pacifista o guerrafondaio, se è socialdemocratico o sociopatico, se difende i beni pubblici o li vuole svcendere e via dicendo. Però ogni volta che si apre la scatola di fronte a qualcosa di concreto si scopre che si va molto oltre la meccanica quantistica, perché il Pd continua a rimanere vivo e morto allo stesso tempo. E’ un oggetto praticamente inconoscibile.

Di qui l’ipotesi che nemmeno esista che sia solo un’entità statistica, un nugolo di molecole e apparati che vagano ognuno per suo conto in un spazio dai confini labilissimi e ambigui. Qualcosa che non è in grado esso stesso di conoscersi, di capire se e quando ci sarà un congresso, quando e se ci saranno le primarie per il segretario: emergono tesi contrapposte perfino sulle decisioni che sarebbero state prese in direzione. E tutto questo continuerà a lungo fino a che qualche fisico si farà venire in mente che in queste condizioni nessun gatto potrebbe rimanere vivo, figurarsi poi un partito Che in realtà si tratta solo di vita apparente. Una situazione che non rompe solo la “funzione d’onda”, ma le scatole di un elettorato ormai stufo di paradossi.


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